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>>Call-center: un girone dell’inferno

Creato il 24 settembre 2012 da Felice Monda

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Un impiegato di un call-center in genere percepisce uno stipendio che va dai 300-400 euri a 1000 euri o poco più: uno stipendio che non permette di fare una vita “agiata”ed un lavoro che molti hanno definito “un girone dell’inferno”. Molti impiegati di call-center rischiano di perdere il loro posto di lavoro come quelli di Almaviva Contact nei pressi di Roma: gli impiegati di call-center sono spesso lavoratori per lo più precari, sotto-pagati e talvolta anche sfruttati all’inverosimile.

Il posto di lavoro del call-center può essere preso come simbolo del posto di lavoro nella società contemporanea: posto di lavoro flessibile, precario, instabile, sfruttato e sotto-pagato.

Il mercato del lavoro con condizioni di lavoro simili è stato generato dalla società neoliberista che pensa solo al profitto e all’interesse a scapito dei lavoratori.

Spesso si sente anche parlare di call-center che lavorano con contratti atipici o quantomeno anomali. Questo tipo di lavoro, fatta eccezione coloro che lo svolgono come secondo lavoro e per studenti e universitari che lo svolgono come lavoro part-time da affiancare allo studio, per molti rappresenta l’unico lavoro e molti che lo “perdono” hanno famiglie e figli “da mantenere”.

Il lavoro del call-center come altri tipi di lavoro rappresentano il futuro del mercato del lavoro per le prossime generazioni: condizioni di lavoro sempre più precarie, instabili e flessibili. Un mercato del lavoro che genera insicurezze per il futuro, insicurezze e paure “su come farsi una famiglia” e su come crearsi “un avvenire sicuro”.


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