Il 31 dicembre è scaduta l'autorizzazione all'utilizzo del Glifosato in Europa. La Commissione Europea è chiamata - a breve - a rinnovare o meno l'autorizzazione per altri 15 anni. Una serie di articoli, inchieste e ricerche scientifiche negli ultimi tempi hanno aumentato la pressione dell'opinione pubblica su questa sostanza che è alla base di quasi tutti gli erbicidi in commercio.
Da qualche tempo circola in rete una petizione on-line che ovviamente invito a firmare in massa, innanzitutto in quanto cittadini prima che consumatori o produttori di derrate agricole: qui trovate il link.
Ma non era di questo che volevo parlare.
Credo infatti che firmare una petizione non basti più. Così come non bastano le tante "opinioni" espresse in questi giorni, a cominciare da quella di Carlo Petrini di Slowfood dalle pagine de La Repubblica.
Credo che questa battaglia sul Glifosato interroghi, infatti, il senso profondo del nostro lavoro di agricoltori e debba farci rispondere più approfonditamente ad una domanda divenuta cruciale: può andare avanti una agricoltura europea in mano a lobby e lobbisti, in cui le decisioni fondamentali su cosa e come coltiviamo vengono prese senza alcun processo veramente democratico?
Questa è la partita in gioco.
E in questa partita le tante associazioni del vino naturale europee, sempre così pronte a far nascere nuove fiere e nuovi spazi di mercato, non possono restare silenziose e non caricarsi di un ruolo importante.
Questa è l'occasione.
L'occasione per andare in massa a Bruxelles, ad esempio, a far sentire le ragioni di un intero movimento. Per una volta si prenderà un treno o un auto o un aereo non per andare all'ennesima degustazione ma per fare qualcosa di giusto per il pianeta e per i cittadini.
Proviamoci, almeno.
Proviamo a costruire velocemente una piattaforma sul tema della messa al bando del Glifosato in Europa, unendo tutti i vignaioli naturali e cercando di portare una massa critica là dove i burocrati europei sono chiamati a prendere una decisione.
Chi ci sta? Oggi stesso scriverò ad associazioni, vignaioli, attivisti e giornalisti per vedere se questa idea possa concretizzarsi in qualche modo.