Nel 1700 i giocattoli con cui si gingillava la razza umana erano il commercio e il colonialismo: navi cariche di ogni tipo di mercanzia solcavano in lungo e in largo gli oceani del globo facendo incassare profitti esorbitanti a compagnie commerciali ed armatori.
Va da sè che tutto quel potenziale denaro che veleggiava da una parte all’altra del mondo prima o poi avrebbe attirato le attenzioni di alcuni malintenzionati.
Nacque così la pirateria ed iniziò un periodo storico in cui i commerci dell’Europa con le Americhe furono messe in ginocchio da personaggi leggendari come Barbanera (lo vedete in foto) o Sir Francis Drake.
Il mondo dei pirati, con le sue avventure e i suoi misteri, ha da sempre affascinato tanto il pubblico tanto da essere addirittura desiderato dai più piccoli dopo aver visto film del calibro di Pirati dei Caraibi con il mitico Capitan Jack Sparrow o del famosissimo manga giapponese One Piece.
Ancora oggi, seppur i mari siano sicuri da quel punto di vista, la pirateria fa parlare di sè: stavolta l’elemento naturale non è l’acqua e, se dobbiamo dirla tutta, non è neanche naturale poichè si tratta del web.
I pirati, i filibustieri e i bucanieri sono infatti sbarcati dalle proprie leggendarie navi, hanno studiato (spesso in maniera amatoriale) informatica e si sono seduti davanti al pc per operare i propri traffici: ce ne sono di buontemponi che sfidano i vari siti internet a colpi di codice malevolo, di malintenzionati che rubano dati personali e soldi ma anche di eroici, in senso particolare.
Questi ultimi prendono di mira grandi aziende e siti governativi per dimostrare loro e a tutti gli internauti quanto essi in realtà tengano in poco conto la sicurezza delle proprie pagine web e dei dati sensibili dei propri iscritti.
Attualmente le comunità hacker più attive e temute del web sono Lulz Security, The Jester e Anonymus.
Gli spacconi virtuali di LulzSec (www.lulzsecurity.com) hanno tenuto per mesi sotto scacco il colosso Sony attaccando il sito di Playstation Network e mettendolo alla berlina. Tra le vittime di Lulzsec ci sono anche diversi siti governativi americani come, ad esempio, quello dell’FBI.
Per The Jester (www.th3j35st3r.wordpress.com) invece le cose sembrano essere molto, ma molto, più serie.
L’inafferrabile hacker ha infatti attaccato ed invaso il sito Wikileaks, alcuni siti iraniani facenti capo al leader Ahmadinejad e diversi siti della jihad islamica.
Insomma il buffone non scherza oppure ama giocare col fuoco.
Infine analizziamo il fenomeno Anonymous.
Con questo nickname non si indica una persona o un gruppo di persone ma una vera e propria rete mondiale di hacker operanti in vari settori e facenti diverse vittime illustri.
Le attività di questi pirati informatici sono molteplici e vanno dalla semplice intrusione in un sito a scopo di sfida alla sottrazione di dati militari dai siti governativi di tutto il mondo, passando per sabotaggi vari come quello ordito nel 2009 ai danni di Youtube.
In quell’occasione gli hacker caricarono su Youtube numerosissimi video porno spacciandoli per contenuti adatti ai ragazzini facendo perdere tanto al popolare sito in termini di immagine.
E’ cambiato cioè l’ambiente in cui si muovono ma i pirati sono sempre lì: Hey Ho, Hey Ho e una bottiglia di rum.