Di Consiglia Grande. Finalmente la ghigliottina è pronta: Laura Boldrini, attuale presidente della camera, ha completato la tabella per il taglio degli stipendi dei dipendenti di Montecitorio, la cui entrata in vigore è prevista prima dell’estate. Stando ai dati, emergerebbe un risparmio di circa 20 milioni di euro l’anno, proprio per lo snellimento delle buste paga. Tra le tante novità destano particolare attenzione i tetti salariali.
Ad esempio il tetto massimo salariale, fissato per la pubblica amministrazione è di 240mila euro. Difatti lo stesso segretario generale della camera passerebbe da uno stipendio di 406mila a 300mila euro. Suddetto taglio colpirebbe tutti i 1442 dipendenti, tra cui 645 supererebbero le soglie massime di stipendio, e 88 invece andrebbero addirittura al di là del tetto di 240mila.
Nella pratica, per testare la logica del taglio, basta confrontare la vecchia e la nuova retribuzione. Per cui, un consigliere parlamentare, al massimo dell’anzianità passerebbe da 350mila a 240 mila euro; documentaristi, tecnici e ragionieri da 238mila a 165,500 euro; assistenti parlamentari e operatori tecnici da 136mila a 98mila euro.
Adottando questo sistema, risulta agevole percepire un blocco dell’anzianità: la crescita degli stipendi si fermerebbe al 23esimo anno di età, mentre per i nuovi assunti essa maturerebbe con valori più bassi del 20% rispetto a quelli odierni.
La discussione, seguita da approvazione, è prevista entro il 21 luglio, poco prima dell’esame del bilancio della camera. Ma l’iter non si mostra assolutamente semplice, se si considera che i sindacati son già in fase pre contestazione.