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Camorra a Firenze: arrestato un clan che acquisiva società in crisi

Creato il 13 dicembre 2011 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Valentina Magrin
Camorra a Firenze: arrestato un clan che acquisiva società in crisiIeri mattina il gip del Tribunale di Firenze Antonio Angelo Pezzuti, su richiesta del pm Pietro Suchan, ha emesso 7 ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere e 3 ai domiciliari) e ha denunciato 31 persone per estorsione, tentata corruzione e reati societari compiuti anche con l’uso della forza e dell’intimidazione. 
Sono stati anche sequestrati beni per oltre 9 milioni di euro, mentre 20 milioni di euro di evasione fiscale sono stati accertati dal 2002 ad oggi. 
L’operazione, condotta dalla squadra mobile di Firenze con la partecipazione dei finanzieri del gruppo di Formia, arriva a conclusione delle indagini dirette dalla Dda di Firenze e iniziate nell’ottobre del 2009, quando un imprenditore di Castelfiorentino denunciò un colpo d’arma da fuoco alla portiera della sua auto.
 L’uomo, titolare di una ditta di giardinaggio, all’inizio del 2009 si era trovato in crisi e aveva accettato l’aiuto di un imprenditore campano il quale, con il passare del tempo, lo aveva via via estromesso da tutte le attività della propria azienda. In seguito l’ex “benefattore” era passato alle minacce e alle aggressioni in puro stile mafioso, fino ad arrivare allo spoglio completo dei beni immobiliari della società.
 Le indagini hanno portato a scoprire l’esistenza di un gruppo criminale di stampo camorristico insediatosi a Firenze alla metà degli anni Ottanta e abilmente diretto da un noto professionista del sud Pontino. Il gruppo, attivo tra Firenze, Pisa e Prato, era legato ai clan napoletani Ligato, Russo e Bardellino.
 La sua principale attività consisteva nell’acquisizione di società in crisi: il gruppo camorristico si presentava offrendo sostegno economico (proveniente da conti esteri), ma col passare del tempo ne assorbiva completamente la gestione. La contabilità veniva gestita a nero, mediante minacce e violenze. L’evasione fiscale si basava sulla costituzione di società “cartiere”, ossia esistenti solo sulla carta, che emettevano fatture false a beneficio di società del settore tessile le quali, a loro volta, le contabilizzavano generando così falsi crediti di imposta che venivano impiegati per il pagamento dei tributi attraverso l’istituto della compensazione. 
Così facendo, quindi, era possibile svolgere una normale attività imprenditoriale a costo zero, senza versare imposte. Le società, ovviamente, venivano intestate a prestanome che per questo percepivano dagli 800 ai 1500 euro al mese. Dopo due anni venivano liquidate e sostituite con altre società analoghe. Vi è poi il caso specifico di un’azienda assorbita dal clan camorristico per gestire le corse automobilistiche di rally alle quali partecipavano come semiprofessionisti il capoclan e suo figlio. 
In questo momento alla Questura di Firenze è in corso una conferenza stampa con tutti i dettagli dell’inchiesta.

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