Non esiste niente di più sbagliato.
Non è mia intenzione tentare di confutare in questo post il luogo comune (fin troppo radicato!) secondo cui il gatto sarebbe un animale egoista e anaffettivo: so per esperienza che è una causa persa in partenza...
Mi limiterò, piuttosto, ad illustrare alcuni dei problemi più frequenti - a cui il micio di casa può andare incontro, se abbandonato dai propri "amici" umani in vista delle vacanze estive.
1) Pericolo di contrarre malattie mortali, quali la FIV e la FELV.
Allo stato attuale delle cose, purtroppo, moltissimi "proprietari" di gatti non sono neppure a conoscenza dell'esistenza di queste due malattie.
La FIV (immunodeficienza) è l'equivalente felino dell'AIDS umano. Non può contagiare l'uomo ed è caratterizzata dall'incapacità, da parte dell'organismo, di affrontare e sconfiggere comuni infezioni. I gatti affetti da FIV manifestano una progressiva e costante perdita di peso e, sebbene esistano casi di gatti FIV positivi vissuti anche 18 o 19 anni, spesso gli animali affetti da questa malattia non hanno una lunga vita e sono predisposti all'insorgenza di particolari tipi di tumori, come il linfosarcoma.
Per la FIV non esiste vaccino e si può contrarre attraverso i rapporti sessuali, l'urina, le ferite da morso o l'acqua di bevanda.
La FELV (leucemia felina) è invece un tumore alle cellule del midollo osseo. Di origine virale, anche la FELV è veicolata da un retrovirus - come la FIV.
Per la FELV esiste il vaccino - ma è da supporre che una persona capace di abbandonare il proprio gatto per strada non abbia avuto l'accortezza di proteggere l'animale con un vaccino pentavalente.
La FELV provoca inappetenza, perdita di peso, diarrea o stipsi, ingrossamento dei linfonodi, predisposizione a determinati tipi di tumori e carenze del sistema immunitario.
Per la leucemia felina non esiste cura e anch'essa si trasmette attraverso lo scambio di liquidi: saliva, sangue e urina.
Come si può ben capire, abbandonare il proprio gatto (o, peggio, nei pressi di una colonia felina) significa esporlo al contatto con altri gatti randagi e, dunque, al pericolo di contagio da FIV e FELV.
Londra, novembre 1940: Caroline Roberts sfama i gatti randagi fra la città devastata dai bombardamenti nazisti.
2) Pericolo di morte a causa di incidenti stradali o deperimento.Non è vero che i gatti abbiano sette o nove vite: anch'essi possono commettere degli errori (specie se terrorizzati perché lontani da casa) e finire schiacciati sotto una macchina.
Inoltre, se abbandonato in un contesto urbano, il gatto di casa (animale fortemente antropizzato) farà fatica a cacciare e a procurarsi il cibo. Né è una buona idea lasciare il micio nei pressi di una colonia felina, pensando (magari) che "insieme ad altri gatti se la caverà meglio": il gatto è infatti un animale dalla socialità complessa, fortemente territoriale, e di rado i nuovi arrivati vengono ben accolti da un gruppo già formato e strutturato. E' facile, anzi, che il nuovo gatto venga scacciato e che gli venga negata la possibilità di alimentarsi.
Purtroppo, in Italia il gatto non è tutelato quanto il cane - non solo dal punto di vista legislativo, ma anche materialmente, in quanto mancano strutture diffuse sul territorio e adatte al ricovero degli animali randagi o ammalati.
In ogni caso, chi abbandona il gatto di casa, commette un reato penale, punibile ai sensi della legge 184/04 con l'arresto fino a un anno o un'ammenda sino a 10.000 €. Sempre troppo poco, a nostro avviso - ma accorre continuare a lottare contro chi abbandona gli animali, denunciando fatti e responsabili alle forze dell'ordine, nella speranza di vedere (prima o poi) calare le percentuali di questo crimine detestabile.