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Campania: Quarto disastro ecologico in 3 mesi. Peggio di Chernobyl

Creato il 19 giugno 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

di Antonio Casolaro
Campania: Quarto disastro ecologico in 3 mesi. Peggio di  Chernobyl

Dopo i disastri ambientali di Acerra, Bellona e Giugliano un altro pauroso rogo a Caivano distrugge completamente una autorimessa che ospitava rifiuti speciali. I Cittadini: «Siamo come Chernobyl»

Una enorme colonna di fumo alta un centinaio di metri ha oscurato il cielo sopra Caivano nella periferia nord di Napoli protraendosi per chilometri e chilometri fino alla provincia di Caserta. Si tratta del quarto megarogo in pochi mesi dopo quelli di Acerra, Giugliano e Bellona dove l’impatto sull’ambiente circostante fu devastante. 
Questa volta ad andare a fuoco è una autorimessa nella zona industriale nel comune Caivano. I Vigili del Fuoco del Distaccamento di Afragola, sono intervenuti verso le 17.00 con 2 autobotti e due squadre di 10 uomini, ma l’incendio è scoppiato verso le 16.00 e ci sono volute molte ore per portare la situazione alla normalità. 
« Come per magia di tanto in tanto ma soprattutto d'estate, vanno in fumo numerose discariche abusive o depositi illegali di auto e materiali di ogni genere - dichiara Angelo Ferrillo dell’ associazione “La Terra Dei Fuochi” - Sono incendi periodici, di routine, fatti ad arte per far scomparire le tracce di ciò che si è fatto in silenzio o peggio alla luce del Sole e senza che nessuno fosse mai intervenuto per mesi o anni. Bruciano scassi e depositi di auto da rottamare. Bruciano luoghi adibiti a discariche abusive di materiali di risulta. Bruciano capannoni industriali con materiali d'ogni genere e rifiuti speciali. Insomma, in un modo o nell'altro abbiamo davanti sempre lo stesso "copione" da 20 anni. » 
Per i gruppi ecologisti la situazione è davvero diventata impossibile e la popolazione è stanca di restare chiusa in casa con il caldo di questi giorni, l’aria è davvero irrespirabile in tutta la provincia a nord di Napoli per non parlare delle conseguenze sui campi coltivati e sulle falde acquifere.
 La Campania ancora una volta si dimostra essere zona franca per la malavita, che da decenni fa affari con i rifiuti, posta com’è al di fuori dalla sovranità territoriale italiana. L’esempio più eclatante è il comportamento della magistratura che mette sotto sequestro decine di siti pericolosi e abbandona le carte nei cassetti in attesa di una prescrizione che puntualmente arriva a salvare i politici e i loro manutengoli.



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