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Campioncini..per caso

Da Gianpaolotorres

Campioncini..per caso.

Due.. autodidatti all’opera..

Abdul,il pulcino del Marrakesh

Abdul,prima di venire in Italia con i genitori giocava al pallone tra i pulcini del Marrakesh,tirava a piedi nudi ed aveva studiato tutte le fantasie calcistiche di Maradona ed i tunnel di Omar Sivori,lo davano per scontato che sarebbe arrivato in prima squadra.

Poi la crisi economica,ed i genitori fanno fagotto con Abdul,fratellini e sorelline e sono venuti a Vercelli dove avevano già dei parenti.

Lo vedeste ora il povero Abdul quando parte la mattina per andare a scuola non lo riconoscereste,uno zaino da 10 kili sulle spalle,tutto bardato con questo clima di mmm che non gli permette più di stare fuori nell’aia a tirare pallonate scalzo con gli amici del quartiere.

Tra l’altro anche loro son partiti,destinazione Marsiglia,dove il vivaio del nord-africa tira fuori campioni veri del pallone,e rendono un sacco di bigliettoni alle squadre che li addestrano.

A Vercelli cosa volete che combini il povero Abdul,deve fare lo slalom tra le auto posteggiate se gioca dinanzi il portone del condominio,e quando va in trasferta con gli amici più grandi nei campetti delle frazioni vicine, di domenica pomeriggio,non ci sono servizi di toilette,se li beccano a pisciare contro la rete metallica avvisano i vigili,ed in più l’ultimo rigore tirato in porta dall’Abdul ha rotto anche un vetro di una finestra di una casa vicina,la rete della porta infatti non c’era.

I padroni di casa sono scesi col forcone ed hanno minacciato i ragazzi, tutti immigrati del Maghreb, a male parole di fare fagotto e non farsi più vedere.

Questo è stato il benvenuto che il povero Abdul ha trovato da noi… nelle terre d’acqua..per ciò che concerne il suo sport preferito.

Certo lui non è come certi suoi compagni di classe che hanno i genitori che li seguono i figli, e li vogliono fare diventare campioni a tutti i costi pur se non ne hanno i numeri.

Prima di tutto li vestono già da giocatori di prima squadra da serie A,spendendo quel che costa,per farli apparire più belli dei compagni e più bravi  intimorendo i colleghi in erba dall’alto delle firme apposte sulla tuta,l’abito fa sempre il monaco…poi ne iniziano il training mentale,e quando serve hanno anche lo psicologo a bordo campo che gli prepara un beverone come si da ai cavalli da corsa prima dell’inizio della gara,in breve gli danno le forze che gli mancano a questi poveracci che rientrati a casa si devono pure sorbire papà che gli rifà il riassunto dell’incontro odierno e gli segnala gli errori che han commesso.

Loro vorrebbero andare a spasso per il viale o studiare pianoforte,niente da fare,papà  è inflessibile,scendi in cortile tra mezz’ora che iniziamo un allenamento col piede,con la testa,una palleggiatina in famiglia,ed il ragazzo stanco morto finisce che si tira sul letto e non riesce neppure farsi una mezz’ora di playstation.

Chiaro,papà era riserva di una squadra oratoriale da ragazzo, e si è sempre sentito frustrato di non aver mai potuto scendere in campo dinanzi al suo pubblico locale nella rosa dei selezionati.

Ciò che non ha fatto lui lo vuole spremere dal figlio,che di calcio, proprio non vale una cicca.

Neppure a pranzo lo lascia stare,in televisione son sempre lì a guardare partite su partite,studiando la tattica dei campioni,le strategie per fare goal,come imbrogliare l’arbitro facendo fallo senza essere visti.

Figuratevi l’Abdul che è un vero appassionato ed il cui padre quando torna a casa dal lavoro dopo aver fatto anche lo straordinario come possa dedicarsi ai figli, …cena,si lava e si addormenta,tanto è stanco.

Invece Abdul vorrebbe parlare di calcio con lui,ma il padre gli dice..domani ne parliamo… mentre gli occhi gli si chiudono dalla stanchezza.

L’Abdul se qualche talent scout lo vedesse come fa ballare il pallone col collo del piede lo metterebbe subito in squadra,ma i talent scout da noi son bravi a parlare solo al bar.

Non è che faccian caso che Abdul è bravo,che si porterebbe a casa due lire che servono in famiglia,guadagnate col sudore,e che se Abdul fosse in  prima squadra i suoi compaesani verrebbero allo stadio numerosi a vederlo giocare investendo su di lui una nuova allegria nazionalistica, su questa perla scura del Maghreb che ne fa dieci dei campioncini in erba, figli di quei padri che pensano che anche nello sport non sia solo questione di raccomandazioni.

Lo è,sicuro e se ne vedono i risultati.

Nell’atletica se non era per  qualche matrimonio con straniere..nisba…nel calcio della Nazionale..avevamo gli oriundi…ora ci sarebbero Abdul di Marrakesh,Mamadou del Senegal,Giovanni della Romania,qualche albanese..chissà un bielorusso,Juanito della Repubblica Dominicana,Pepito del Perù, e sarebbero tutti posti paganti allo stadio con i connazionali al seguito,ed i vari comuni invece di mollare soldi… ne porterebbero ancora  a casa.

Ma forse si dovrebbe pensare a loro quando sono ancora pulcini,campioni in erba..perchè poi da grandi se li devi acquistare costano, e con l’ICI così bassa… i Comuni non sono in grado di foraggiare tutti.


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