Ore 22.15 locali, sdraiata sul letto della stanza d’albergo, nel Quartiere Latino quasi addormentata.
Montreal e’ stata esplorata in un giro a piedi percorso in senso rettangolare, piu’ le divagazioni. L’impianto urbanistico e’ tipico delle citta’ nordamericane: linee lunghe verticali ed orizzontali. Giu’ dall’albergo verso il fiume e la citta’ vecchia, poi di lato nel centro storico, poi su verso il nuovo centro, poi di lato ancora a completare il perimetro.
Lungo la via che costeggia il vecchio porto – ma in realta’ dappertutto – si radunano clochard i tutte le eta’, che dormono, elemosinano, frugano nei cassonetti, recuperano bicchieri lasciati a meta’ dai turisti e ne bevono il contenuto. La zona vecchia non ci colpisce molto: palazzine in stile si alternano a edifici poco curati e grigi; il luogo pullula di negozietti per turisti, che si affollano nelle piazze centrali. Saltiamo la visita alla cattedrale e al suo organo piu’ grande del mondo per mancanza di voglia, non ci attira come neppure i entusiasma quello che vediamo e decidiamo invece di esplorare una parte della citta’ particolare: il sottosuolo. I locali si riparano dagli inverni gelidi muovendosi in una serie di vie sotterranee che corrono parallele a quelle in superficie e permettono di riemergere in prossimita’ di luoghi chiave. Sotto ci sono ristoranti, negozi, uffici, gallerie, scale mobili, piazze. Riemergiamo in una delle lunghe vie dello shopping e la percorriamo a lungo, fermandoci a curiosare di tanto in tanto, e poi terminiamo con un rapido giro nel Quartiere Latino.
A pranzo, mentre ordiniamo un panino di carne affumicata, la commessa capisce che siamo italiane: anche lei e altri che gestiscono il ristorantino lo sono, immigrati da anni. Ci chiedono di dove siamo, cosa stiamo visitando, ci dicono che di italiani a Montreal, citta’ cosmopolita, ce ne sono molti e che si trovano bene, a parte la poca affinità’ con i francesi! E poi, immigrati in terra straniera, mi dicono che sono tornati in Italia di recente, dopo anni e che sono dispiaciutissimi per come l’hanno trovata. ” Ci sono stranieri dappertutto, non siamo razzisti, ma insomma ce ne sono proprio tanti…” Non so… penso a queste considerazioni ma una conclusione non riesco a raggiungerla… Forse l’uomo percepisce sempre il diverso da se’ ma non se stesso come diverso.
Annotazioni del giorno: esistono delle sottoscarpe di plastica e fili d’acciaio intrecciati che permettono di correre sul ghiaccio; i vestitie le attrezzature per l’hockey mi piacciono un sacco e in memoria della mezz’oretta in cui anche io ho preso in mano una mazza e giocato quando pattinavo, mi sono comprata un dischetto e mi sono fatta forza per non comprarmi pure le palline le quali esistono in tipologie diverse in funzione della temperatura di utilizzo. Ogni edificio ha un sistema antincendio con allarme e prese d’acqua che occupano mezzo metro quadro. Qui si mischiano francese e inglese con disinvoltura incredibile. Orientarsi nel sottosuolo e’ complicato e incute una sensazione di post-apocalisse.
i utilizzo.