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Canada. Giorno uno.

Da Unarosaverde

Quebec City, ore 22.45 locali.

L’abitudine al nuovo fuso orario la si deve prendere per le corna. Sveglia alle 4.00 di mattina, prima colazione. Seconda colazione nello Starbucks del Fairmont Hotel, convenientemente ubicato nel Chateau Fontenac che sta di vedetta sulla Citta’ Alta. Pranzo alle 14.00 in una creperie bretone e cena alle 21.00 ad una affollatissima Festa della Birra del Quebec, sui moli del porto: tramezzino di carne affumicata, formaggio alla piastra e spiedini di bisonte. Nanna tra pochi minuti: direi perfetto.

In mezzo ci sono stati: l’esplorazione del centro citta’ – palazzine messe a nuovo che ricordano i centri storici del Nord Europa, chiese anglicane e artisti di strada – nella parte alta e nella parte bassa circondate dalle mura. E’ una cittadina piacevole ma, abituata come sono all’onnipresente bellezza dei nostri luoghi, la percepisco impallidire al confronto anche se osservare il via vai delle vele e delle chiatte sul San Lorenzo e’ un’esperienza interessante. Qui ci sono troppi turisti, troppi negozietti di souvenir, troppi bar, alberghi e ristoranti. Il Canada da cui voglio essere incantata e’ quello dei larghi orizzonti, del verde dei parchi, dell’azzurro dell’acqua.

Note a corredo: wifi gratuito dappertutto, strade e locali pulitissimi, voce bassa e comportamento educato e rispettoso sia da parte dei locali che di chi visita, nessun mendicante e nelle chiese anglicane si diffondono note che paiono piu’ le colonne sonore di un musical americano anni cinquanta che musica sacra.


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