Raramente tanti addetti ai lavori si erano trovati d’accordo su un punto e questo punto riguarda la crescita del movimento cestistico del Canada che, per sviluppo di talento, può puntare a ben figurare alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. Si pensava di poter vedere la nazionale con la foglia d’acero nella bandiera già a partire dai Mondiali 2014 in Spagna ma la sconfitta contro l’Argentina nel match-spareggio dei FIBA Americas appena conclusi in Venezuela ha privato i ragazzi del ct Jay Triano del primo traguardo importante della loro carriera. Nonostante tutto c’è grande fiducia attorno a questo movimento, non foss’altro per la figura di Steve Nash come general manager e uomo simbolo, di Maurizio Gherardini a lavorare dietro le quinte, degli oltre 70 ragazzi che giocano in NCAA e due prospetti come Anthony Bennett e Andrew Wiggins, prima scelta assoluta dell’ultimo Draft il primo, candidato a bissare questo traguardo il secondo, in procinto di iniziare la carriera universitaria a Kansas.
Ecco, dicevamo della quantità di talento. Prima conoscevamo il Canada, medaglia d’argento alle Olimpiadi nel lontano 1936, soltanto per giocatori come Rick Fox, lo stesso Nash, Bill Wennington, Pete Guarasci, Rowan Barrett e Todd MacCulloch. Assemblavano squadre per lo più formate da giocatori delle minors europee o americane, attorno ad un asso (non sempre asso per altro) che giocava in NBA. Ora è diverso, il movimento basket è diverso, c’è un progetto affinchè sempre più ragazzi vadano a studiare e a giocare nei college americani, ci sono formazioni giovanili che sempre più spesso vengono a misurarsi in Europa e ci sono allenatori preparati come Roy Rana, non per nulla selezionatore del Resto del Mondo per il Nike Hoop Summit, la miglior vetrina giovanile mondiale per i talenti Under 19. Senza appunto contare il coinvolgimento di dirigenti esperti come Maurizio Gherardini, vice presidente dei Toronto Raptors, e Glen Grunwald, attualmente general manager dei New York Knicks.
Ma vediamo nel dettaglio di cosa dispone il Canada in vista dei prossimi anni. Il reparto esterni può già contare su Cory Joseph e Brady Heislip: il primo, playmaker che sta imparando agli Spurs, è stato il leader ai FIBA Americas con oltre 16 punti e 4 assist di media mentre il secondo, che gioca a Baylor in NCAA, è un play-guardia bianco dal tiro mortifero (quasi 9 punti col 52% da tre). Possono venir buoni anche Junior Cadougan e Myck Kabongo, razzenti play ancora da plasmare ma buoni mestieranti al college tra Marquette e Texas. Per il futuro riflettori su Kevin Pangos, pronto per l’anno da junior a Gonzaga, per molti la cosa più vicina a Steve Nash mai vista per tiro e ball handling, Nick Stauskas, mortifero tiratore da Michigan, e le future matricole Tyler Ennis (ha giocato al Jordan Brand Classic) e Xavier Rathan-Mayes, diretti rispettivamente a Syracuse e Florida State.
Tra le ali spicca ovviamente il nome di Andrew Wiggins. Considerato ‘The Next Big Thing’, uno destinato a cambiare gli equilibri anche in NBA e salito agli onori delle cronache per aver partecipato (e impressionato) al Nike Hoop Summit 2012 da 17enne, è pronto per il debutto in NCAA con Kansas nel suo primo e unico anno al college prima di diventare la probabile numero 1 al Draft 2014. Tra gli altri, oltre a Wiggins, per molti il nuovo Tracy McGrady, ci sono anche Kris Joseph, visto a Syracuse e poi brevemente ai Celtics, Melvin Ejim, solido difensore e rimbalzista che gioca a Iowa State, e Kyle Wiltjer, figlio d’arte, un bianco con gran tiro dall’arco che potrebbe essere molto utile in particolare a livello Fiba e che inizierà il terzo anno a Kentucky con coach Calipari.
Completo e variegato il reparto lunghi, con tutti elementi in NBA o destinati ad andarci. Joel Anthony, dei Miami Heat, ha esperienza ed è importante in fase difensiva; Tristan Thompson è cresciuto molto con i Cavs e in Venezuela ha comunque chiuso in doppia doppia di media (11.6+10) mentre Andrew Nicholson deve ancora trovare continuità nonostante le molte armi a disposizione sia fronte (anche il 46% da tre) sia spalle a canestro e la facilità con cui segna (15 di media ai FIBA Americas). Prossimi innesti saranno Anthony Bennett, prima scelta assoluta all’ultimo Draft per i Cavs, che ha tutto per dominare come ’4′ a livello FIBA grazie all’enorme talento e al buon atletismo, e Kelly Olynyk, lungagnone bianco scelto dai Celtics che già dalla Summer League ha fatto vedere un arsenale offensivo davvero completo. Da tenere d’occhio anche Robert Sacre dei Lakers, corpaccione comunque utile, Khem Birch, fuscello verticalissimo che ricorda Dalembert e che al momento è a UNLV (ex compagno di Bennett), e Trey Lyes, in procinto di iniziare l’ultimo anno di high school, che è considerato il numero 4 assoluto nella Top 100 Espn del recruiting 2014 e che ai Mondiali Under 19 di Praga ha chiuso a 20 punti e 10 rimbalzi a sera.