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Cancellieri docet: gli italiani sono fermi al posto fisso accanto a mamma e papà

Creato il 06 febbraio 2012 da Balocchitaliani

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"Gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà, ma occorre fare un salto culturale. Il mondo moderno tende sempre più alla flessibilità, bisogna confrontarsi con il mondo che è cambiato."

Non basta Mario Monti ora ci si mette anche la ministro o la ministra Cancellieri.

Il messaggio però è diverso e concordo con il valore in sè e per sè, però non sono d'accordo del come la ministra l'ha detto, addossando il problema sulla generalità dei giovani italiani.

Conosco "vecchi amici", non anagraficamente s'intende ma come compagni di Università, che dopo la laurea hanno emigrato perché non c'erano opportunità di lavoro né nella loro "culla" nè nel resto dell'Italia. Molti di loro hanno cercato lavoro fuori casa, in regioni lontane anche centinaia di chilometri, si impegnavano in dottorati ma la fortuna si girava spesso dall'altra parte perché i pochi posti disponibili andavano spesso "ai figli di" e a loro rimanevano le briciole di un precariato diffuso.

Spesso dico agli amici che viviamo ancora le corporazioni e la realtà è questa perché il figlio finisce a fare il lavoro del padre o un lavoro indicato dal padre. La realtà è anche questa purtroppo, dove una minima percentuale riesce a farsi da sè. E spesso lo fa lontano dai patri confini.

Certo, ci sono anche molti ragazzi che sono stati cresciuti nella bambagia e non lo si può negare, così come nessuno può negare una società consumistica che insegna a volere tutto senza il minimo sudore della fronte. E così ci sono i ragazzi che non vogliono nemmeno farsi 20 chilometri per andare a lavorare "perché ci sono gli amici, la fidanzata e i genitori" (motivazioni più comuni).

Sbagliato! I miei genitori mi hanno sempre insegnato che si va dove c'è il lavoro, che sia vicino o sia lontano. Forse appartengono ad un'altra generazione, ma è stata una generazione piena di forza di volontà che ha saputo tirarsi su le maniche per cercare di migliorare la propria vita e la vita dei propri figli. Alcuni  di questi padri e di queste madri hanno però dimenticato questa forza e non l'hanno trasmessa ai propri ragazzi perché non volevano per loro sacrifici di lacrime e sangue. Ed è giusto, ma hanno dimenticato il vero valore dei genitori che è quello di educare i propri figli mettendoli di fronte alle loro responsabilità.

Ed è per questo che non condanno la Cancellieri in toto ma solo per quelle parole come "struttura mentale" e "bisogna confrontarsi con il mondo che è cambiato". Ricordo alla ministro che la struttura mentale è sempre imposta dalle contingenze e se il mondo è cambiato e siamo arrivati a questi livelli vuol dire che il mondo è cambiato nel modo sbagliato e che occorre rovesciare questa situazione. La soluzione non è certo la precarietà lavorativa e mentale, sì ho detto proprio mentale, delle generazioni future.

Vi ricordate quel detto che i nostri padri ci hanno tramandato: "Ma se ti dicono di buttarti da un ponte, tu ti ci butti?"

Francamente io no.


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