Cancro e alimentazione, una sottile ma stretta connessione spiegata dai maggiori specialisti del settore: Franco Berrino e Umberto Veronesi. Il primo è stato avvicinato recentemente dal programma televisino “Le Iene” che lo ha interrogato circa il caso di un malato di tumore che grazie ad una dieta a base di cibi vegetali e alcalini si è convinto di essere guarito.
Berrino, nel servizio mandato in onda, oltre a mettere in correlazione una sana alimentazione con la possibilità di prevenire ma anche di curare il cancro, punta il dito contro lo Stato facendo delle dichiarazioni che hanno fatto il giro del web e non solo: “Mediamente quello che diamo da mangiare ai nostri malati negli ospedali è il peggio del peggio. Io ritengo che non gli faccia bene ma sa, io dico sempre che noi vogliamo bene ai nostri malati, vogliamo che tornino da noi. Mettiamola così: se noi ci ammaliamo aumenta il PIL, c’è crescita, diminuisce lo SPREAD. La sanità è la più grande industria nazionale ricordava il professor Monti. Non c’è direttamente, non c’è un interesse economico nei confronti della prevenzione. Che parola si potrebbe usare per definirla? Una gran commissione di ignoranza e di stupidità e di interessi“.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso più volte e recentemente anche Veronesi che ha spiegato quanto alcuni cibi possano in qualche modo predisporci al cancro e il perchè non ci sia una corretta informazione su quella che è senza dubbio la malattia del secolo: “Industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l’una ha bisogno dell’altro e queste due entità insieme generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme, potete dunque capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione. Ogni malato di cancro negli Stati Uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi curarvi”.
I cibi da evitare assolutamente sono la carne rossa mentre Veronesi dice sì ad un prodotto tipico della nostra tradizione: la pizza!
Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food. Si noti la differenza fra “limitare” ed “evitare”. Se occasionalmente si può mangiare un cibo molto grasso o zuccherato, ma mai quotidianamente, l’uso di bevande gassate e zuccherate è invece da evitare, anche perché forniscono abbondanti calorie senza aumentare il senso di sazietà.
Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. Sommando verdure e frutta sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno (per circa 600g); si noti fra le verdure non devono essere contate le patate.
Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate. Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Non sono raccomandate, ma per chi è abituato a mangiarne si raccomanda di non superare i 500 grammi alla settimana. Si noti la differenza fra il termine di “limitare” (per le carni rosse) e di “evitare” (per le carni conservate, comprendenti ogni forma di carni in scatola, salumi, prosciutti, wurstel), per le quali non si può dire che vi sia un limite al di sotto del quale probabilmente non vi sia rischio.
Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne e due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcol contenuta in un bicchiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di birra e in un bicchierino di un distillato o di un liquore.
Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi). Assicurarsi quindi del buon stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi.