ROMA – Tentare di guarire da un cancro al cervello definito incurabile con il bicarbonato di sodio. E morire tra atroci dolori. E’ successo a Luca Olivotto, morto a 27 anni in un ospedale di Tirana dove i suoi genitori, disperati, l’avevano portato all’oncologo (radiato) Luca Simoncini. Dopo aver pagato ventimila euro era iniziata la “cura” a base esclusiva di bicarbonato. Dopo pochi giorni la morte.
Quella di Luca Olivotto è solo una delle vicende di malati di tumore che si affidano a “cure alternative“, ma che in confronto alle medicine alternative come omeopatia e ayurvedica appaiono più esperimenti strani che cure. Anche perché l’omeopata è comunque un medico.
A portare fuori dall’anonimato i casi di “mala-non sanità” è Medbunker, blog del medico Salvo Di Grazia, che da anni elenca e smonta, con documenti e testimonianze, molte delle teorie alternative alla cura del cancro.
“Ho iniziato nel 2008, ha spiegato Di Grazia a Repubblica, incuriosito dal video di una donna australiana che affermava di essere guarita da un tumore con la cura del bicarbonato di Tullio Simoncini. In realtà, lavorando sul fermo immagine e ingrandendo i referti, si leggeva chiaramente che la donna era stata operata: per questo il tumore non c’era più, e non certo per i presunti effetti benefici del bicarbonato”.
Da quel 2008 sono state migliaia le segnalazioni arrivate al sito, con tanto di cartelle cliniche, di persone ingannate da questi finti guaritori.
Su Medbunker c’è un dossier anche su Vitadox, nome con cui è chiamato un “farmaco” ricavato dal veleno dello scorpione azzurro cubano. Gli italiani che l’hanno provato, andando a comprarlo a Cuba, San Marino o Tirana, sarebbero oltre ventimila. Anche se nessuno studio ne ha dimostrato l’efficacia nella cura del cancro.
Stesso discorso per la “cura” del medico tedesco Ryke Geerd Hamer, pluricondananto per omicidio e abuso della professione medica, fondatore della Nuova medicina germanica apertamente antisemita. Secondo Hamer le cure sul cancro sono un imbroglio: secondo lui si può guarire solo superando il trauma che ha provocato il tumore. La teoria di Hamer è seguita da centinaia di malati di tumore, tra i quali, però, i tassi di mortalità sono altissimi.