Finalmente, dopo tanta attesa, mi è arrivata la Canon EOS 6D, ultimissima reflex digitale Full Frame dal costo contenuto, acquistata da Fotocolombo che devo dire è un ottimo venditore, dato che è riuscito a procurarmi la macchina molto prima di quanto ci si aspettava (si parlava anche di spedizioni posticipate a gennaio). Non credo sia necessario parlare della serietà di questo negozio, vista la lunga lista di complimenti che si trovano tra i forum.
Impressioni sulla Canon EOS 6D
Avendo utilizzato (e utilizzerò ancora) una Canon EOS 450D per circa due anni, non posso che dire che le mie prime impressioni sono assolutamente positive. A dir la verità, all’inizio ero indeciso sulla Canon EOS 7D, ma poi ho pensato che probabilmente il formato pieno era quello che faceva più per me.
La 6D si tratta di una fotocamera adatta per chi fa ritratti, paesaggi e reportage. È un’ottima alternativa economica alla 5D Mark III solo in questi casi elencati, a mio parere.
Per il resto è molto simile alla 5D Mark II se non superiore in molti aspetti.
Anche se le dimensioni della 6D sono più piccole rispetto a quelle di una 5D Mark II o 5D Mark III (e leggermente più piccola anche della 7D), comunque la fotocamera calza abbastanza bene (preciso che non ho le mani molto grandi), ma soprattutto è leggera.
Secondo i dati sulla carta, la batteria, con un singola carica, permetterebbe di fare poco più di 1000 scatti, quindi per ora, penso che il battery grip non mi servirà.
Il corpo macchina non è completamente in lega di magnesio, solo la parte superiore è in policarbonato, ma per coloro che sono fissati su questa cosa, dico che la differenza non si nota più di tanto.
Manca il flash pop-up ma anche questo, almeno per me, non è un problema. Sulla 450D non l’ho mai usato.
Le linee della Canon EOS 6D sono eleganti e si discostano da quelle della 5D Mark II, mentre sono prossime a quelle della Mark III.
Il display è grande tre pollici ed è un Clear View, e non un Clear View II come su qualche sito viene riportato erroneamente.
La risoluzione è di 1.040.000 punti. Al primo impatto l’ho trovato un pelino scuro, ma avrò modo di approfondire meglio più avanti e magari regolarlo a mio piacimento tra i menù.
Non troviamo il piccolo joystick come nella 7D, però in compenso, c’è il pad a 8 direzioni, simile a quella implementata sulla 60D. Probabilmente è più scomodo rispetto al joystick (che tra l’altro si colloca in una posizione molto ergonomica) però penso che non sia un grandissimo dispiacere.
Lo scatto ha un suono molto delicato e quasi privo di vibrazioni. Ho provato anche la modalità silenziosa che attenua ancora di più il rumore, molto utile quando si fanno gli scatti in chiesa per esempio. Che dire? Spettacolare.
Dando una veloce sfogliata al menù ho notato che c’è la possibilità di ridurre automaticamente l’aberrazione cromatica prodotta dalle lenti.
Inoltre, si può personalizzare il range di ISO che la macchina può utilizzare con l’impostazione AUTO ISO attiva. Allo stesso modo si può anche dire alla macchina qual’è la soglia di tempo di esposizione minima preferita, da utilizzare in priorità di apertura.
Il sistema AF
Una delle prime cose che ho controllato è l’autofocus, in particolar modo quelli laterali in quanto quello al centro è praticamente un cecchino (in grado di operare anche a -3EV).
La EOS 6D ha solo 11 punti AF di cui solo uno (quello centrale) è a croce.
Tuttavia, dalle prime prove non mi è sembrato così tragico il limitato numero dei punti e devo dire che anche quelli laterali funzionano molto bene.
Con la vecchia EOS 450D e con il 50mm f/1.8 alla massima apertura non riuscivo mai a scattare (nemmeno con il punto centrale) perché sbagliava spesso. Invece, con la 6D questi problemi ancora non li ho riscontrati.
Domande?
Se avete domande sulla fotocamera, chiedete pure, lasciando un commento alla fine dell’articolo. Cercherò di rispondervi (sempre se sono di mia competenza).
Mi raccomando, continuate a seguirmi per leggere i prossimi aggiornamenti che scriverò sulla Canon 6D.