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Cantante libertaria dissolve i fanatismi

Creato il 11 novembre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Era il 1972 quando Mina cantava questa canzone non tra le più famose, benché ancora parte di alcune raccolte, tuttavia fra le più brillanti. Un andamento ritmico sinuoso, jazzato e capace di rallentamenti e accelerate per assecondare il fraseggio: il testo poi, interpretato in modo simile, fa sognare. C’è qualcosa di libertario, di anarchico ma non ostile e attraente nelle Farfalle della notte: “Amo la gente com’è” recita il testo, “chiedo solo un mazzo di fior”. L’autore è Pino Massara, nato a Vigevano nel ’31 e mancato l’anno scorso a Padova (http://it.wikipedia.org/wiki/Pino_Massara).

Dove sia finito questo spirito libero e allegro, spensierato e sereno è difficile in mezzo ai radicalismi fanatici di oggi. Se la libertà sentimentale canta chiaramente, oggi si sente gridare, si vuole imporre, vietare, giudicare le unioni fra le persone. Questo è matrimonio e questo no, questo va bene e questo no. Circola un modo di pensare retrivo, angusto, chiuso, gretto, disperato. La felicità è un’altra cosa e anche la vita è incontenibile dallo spirito delle leggi come sono intese dei fanatismi, cioè come imposizioni violente. Il dibattito sulle unioni civili, a Cremona, è qualcosa di soffocante, catacombale, stregonesco. Si sente da lontano ancora l’odore dei roghi, la minaccia dell’inferno, il veleno dell’ideologia contro una forma socievole di libertà sentimentale. Tra l’altro la Costituzione sta con le Farfalle della notte, farà sorridere ma i Padri Costituenti avevano voglia di libertà anche loro, non di isteriche inquisizioni.


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