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Cantiere Operativo: proposta di RIFORMA del SISTEMA PREVIDENZIALE

Creato il 18 settembre 2011 da Andl @scenaripolitici
Cantiere Operativo: proposta di RIFORMA del SISTEMA PREVIDENZIALE"diamo un futuro ai nostri figli"
Nota per i LettoriFunny King e Martino hanno lanciato una proposta per una riduzione di 200 miliardi di Spesa Pubblica. L’obiettivo mi trova d’accordo, e vorrei dare un contributo, visto che da molti mesi faccio proposte in tal senso, corredate da proposte operative a mio avviso piuttosto serie.   Nel presente post parleremo di Pensioni, e lancero’ un post di Proposta Operativa in tal senso; l’obiettivo non e’ fare un post per deliziare i lettori di Rischio Calcolato e Scenari Politici di una lettura, ma di avere da Voi feed backs e suggerimenti operativi, per cui vi chiedo di commentare il post in termini operativi, e non in termini di massimi sistemi.   Grazie ai commenti piu’ validi, correggero’ il tiro (come gia’ fatto per la proposta operativa sulla casta e sui dipendenti PA, e come intendo fare per altri interventi successivamente) e forniro’ qualcosa di scritto a FK, che a sua volta potra’ arricchirlo ed utilizzarlo come meglio crede. L’articolo e’ lunghetto, ma d’altronde, fare un’intervento della dimensione di 50-60 miliardi, non e’ cosa banale, per cui ringrazio per l’eroica pazienza coloro che riusciranno a leggerlo tutto, ed a commentarlo. Vi ringrazio da subito per il contributo.
 Premesse
 (numeri spaventosi)
-   Solo nel 2009 l’importo complessivo annuo delle prestazioni pensionistiche previdenziali ed assistenziali erogate sarebbe stato di 253.480 milioni di euro: il valore corrisponderebbe addirittura al 16,68% del prodotto interno lordo. A dirlo sono le rilevazioni annuali sui trattamenti pensionistici e sui loro beneficiari condotte dall’Istituto nazionale di statistica assieme all’Istituto nazionale della previdenza sociale.
-   L’incidenza della spesa pensionistica sul Pil nel 2009 e’  per le pensioni di vecchiaia l’ 11,74% del 2009 (quasi 180 miliardi), per le pensioni di invalidità, invalidita’ civile ed accompagnamenti  l’ 1,78% (oltre 27 miliardi), per le pensioni ai superstiti il 2,5% (circa 38 miliardi), il resto pensioni sociali e idennitarie e di guerra.
-   nel 2009 sono state erogate 23,8 milioni di prestazioni pensionistiche (spesso cumulate): circa 12 milioni di vecchiaia/anzianita’, quasi 5 milioni ai superstiti, ed i restanti 6,8 milioni sono prestazioni di invalidita’ o assistenziali. Si fa presente che il 67% delle pensioni a superstiti, di invalidita’ ed assistenziali sono erogate a soggetti che percepiscono e cumulano altri trattamenti
-   il 29,5% dei trattamenti pensionistici sono percepiti da persone con meno di 64 anni
-   se si rapporta il numero dei pensionati alla popolazione occupata, si rilevano 71 pensionati ogni 100 occupati 
-   Vi sono forti divergenze territoriali nell’erogazione delle pensioni di invalidita’ e di quelle assistenziali, con alcune regioni (spesso nelle regioni centrali e meridionali) talvolta con erogazioni quasi doppie rispetto alle regioni benchmark (Piemonte e Lombardia), che non hanno apparente giustificazione
(confronti internazionali)
-   L’Italia spende in pensioni circa un 3-4% in piu’ della media UE, pari ad una cifra equivalente a 50-60 miliardi
-   L’Italia ha il primato negativo Europeo di lavoratori nella fascia d’eta’ 60-64 anni (meno del 20%), contro il 65% della Svezia per esempio. L’eta’ media di pensionamento e’ di 60 anni, quasi 2 anni in meno della media UE, e 4-5 anni meno dei paesi piu’ virtuosi
-   PENSIONI IN EUROPA. Belgio: 65 anni uomini e donne; Danimarca: 65 anni uomini e donne, innalzamento a 67 tra il 2024 e il 2027; Francia: 62 anni uomini e donne, aumento progressivo di quattro mesi l’anno dal 1 luglio 2011 (a regime nel 2018); Germania: 65 uomini e donne per i nati ante 1947, 67 anni uomini e donne con aumento graduale dal 2012 al2019 a partire dai nati nel 1947; Regno Unito: uomini 65 anni, donne, graduale aumento fino a 65 anni dal 2010 al 2020. Previsto un aumento a 68 anni per tutti tra il 2024 e il 2046; Spagna: uomini e donne a riposo a 65 anni. Aumento graduale fino a 67 anni dal 2018 al 2027. Quanto all’ammontare degli assegni corrisposti il sistema Retributivo Italiano e’ uno dei piu’ generosi in Europa, mentre il Contributivo che subentrera’ gradualmente e’ uno dei meni generosi.
(le riforme fatte)
-   Chi e’ attualmente pensionato, l’ha fatto col sistema RETRIBUTIVO, un sistema generoso, che elargisce una pensione pari al 70-80% dell’ultimo trattamento; chi andra’ in pensione entro il 2015 godra’ dello stesso trattamento. I criteri di accesso alla pensione sono tali che a 60 anni si va in pensione. Chi si pensionera’ nel 2015-35 lo fara’ col sistema MISTO, che assicura trattamenti del 50-60% e lo fara’ di fatto a 62-65 anni , e dal 2035 tutti col sistema CONTRIBUTIVO, con assegni del 40-50% e pensione con eta’ vicine ai 70 anni.
-   La Riforma DINIdel 1996 prevedeva il mantenimento del generosissimo sistema retributivo a ci aveva 18 anni di contributi in quell’anno, ed un sistema Contributivo (tanto versi, tanto ricevi) per chi iniziava a  lavorare all’epoca; chi stava nel mezzo un sistema Misto. La riforma era azzeccata, ma con entrata a regime incredibilmente lunga, di fatto condannando le generazioni giovani a pagare enormi ammontari per le pensioni dei padri giovani pensionandi, ed a loro volta a pensionarsi vecchi e con pensioni bassissime.
-   Le ultime Manovre prevedono che parta in anticipo di due anni l’adeguamento del requisito d’età alla speranza di vita (prima fissato al 2015). Questo significa che dal 2013 ci sarà un aumento di tre mesi (è già stabilito dalla legge) dell’età per andare in pensione. Poi ogni tre anni ci sarà uno scatto, con aumenti stimati in 3-4 mesi per volta. Risultato: nel 2050 ci vorranno 3 anni e 10 mesi in più di lavoro per andare in pensione rispetto a ora, dice la relazione tecnica al decreto. Se a questo ritardo aggiungiamo la «finestra mobile» decisa l’anno scorso, che vale 12 mesi di attesa per i lavoratori dipendenti (18 per gli autonomi), vediamo che mentre per andare in pensione di vecchiaia nel 2013 ci vorranno 66 anni e tre mesi (61 anni e tre mesi per le donne) nel 2030 saremo già a quasi 68 anni e nel2050 a circa70. L’aggravio sarà particolarmente pesante per le giovani lavoratrici, che dal 2020 subiranno anche la seconda novità della manovra: l’aumento graduale dell’età per la pensione di vecchiaia, che arriverà a 65 anni, come per gli uomini, nel 2032.
Proposta Operativa
 A) PENSIONI DI VECCHIAIA ED ANZIANITA’
-   Per coloro che avevano 18 anni di contributi nel 1996, si conserva il diritto di pensionarsi col sistema RETRIBUTIVO, ma tale diritto viene confermato solo al raggiungimento dei 67 anni di eta’, oppure con 45 anni di contributi e 64 anni d’eta’ (parametri soggetti comunque all’adeguamento al requisito d’eta’ alla speranza di vita triennale) e 45 anni di contributi e 60 anni d’eta’ per i soli lavori usuranti; stesso criterio per chi aveva tra ZERO e 18 anni di contributi nel 1996, conservando conserva il diritto di pensionarsi col sistema MISTO.
-  Restano in vigore le norme attualmente previste di pensionamento (40 anni contributi, o 35 anni contributi e 62 anni d’eta’ o 65 anni d’eta’), che verranno comunque adeguate come previsto triennalmente, ma unicamente col sistema CONTRIBUTIVO.
-   Eliminazione delle “eccezioni” alla regola: i presenti criteri varranno per tutti (inclusi i politici)
Le presenti disposizioni, consentiranno a coloro che sono prossimi al pensionamento di mantenere la possibilita’ di pensionarsi a breve, a circa 60 anni, ma col regime Contributivo (tanto ho versato, tanto prendo) e quindi con pensioni pari a circa meta’ dell’ultima retribuzione, e non il 70-80%. Se vorranno la “ricca” pensione, dovranno restare al lavoro altri 5 anni.
E’ verosimile pensare che una quota tra il 50% ed il 70% restera’ al lavoro, ed una quota tra il 30% ed il 50% andra’ in pensione (ma con pensione tagliata di 1/3).
Entro 5 anni, l’eta’ media di pensionamento salira’ da60 a63 anni (ed in seguito salira’ ancora per l’adeguamento dei coefficenti).
Annualmente si pensionano per anzianita’ e vecchiaia circa mezzo milione di Italiani, per ammontari di pensioni erogate di circa 10 miliardi, che in 5 anni fanno 50 miliardi.  Con le presenti disposizioni, e con le ipotesi fatte, i nuovi pensionamenti in 5 anni saranno pari ad un’equivalente di 15 miliardi, con un risparmio di 35 miliardi; prudenzialmente stimiamo in 32 miliardi i risparmi annui ottenibili tra 5 anni, che diventeranno 40 tra 7 anni.  
  
B) PENSIONI DI REVERSIBILITA’
-  Per coloro che attualmente sono gia’ in pensione restano in vigore le norme attualmente previste (composite, ma che sostanzialmente prevedono che il coniuge prende il 60% della pensione del defunto), con pero’ una penalizzazione dell’1,5% annuo nel calcolo, per ogni anno d’eta’ di differenza tra i 2 coniugi (per esempio se una persona di 80 muore, ed il coniuge ha 80 anni questo prendera’ il 60%, ma se ha 70 anni prendera’ il 45%); Eliminazione della Reversibilita’ per matrimoni contratti oltre i 70 anni, con persone sotto i 50 anni (norma anti-furbi)
-   Per coloro che ancora devono andare in pensione, all’atto del pensionamento verra’ richiesto al Pensionando (analogamente a come accade in talune previdenze private), se optare per il pensionamento senza “reversibilita” (con mantenimento pensione come da sezione A), o con “reversibilita’” (in tal caso l’ammontare della pensione verra’ riparametrato in base all’eta’ del coniuge)
-   In caso di morte in eta’ di Lavoro, il coniuge percepira’la Reversibilita’,ma ricolcolata in base alla differenza d’eta’ col deceduto, ed in base al reddito che il coniuge stesso percepisce.
Le presenti disposizioni, consentiranno un risparmio sul previsionale in 5 anni pari a circa 3-4 miliardi all’anno, e pari e 5 miliardi dopo 7 anni.
  
C) PENSIONI DI INVALIDITA’ ed ASSISTENZIALI
-  Tutte le pensioni di Invaldita’ ed Assistenziali verranno ricontrollate da apposite commissioni mediche, con controlli incrociati conla GDF; 
-  I criteri di attribuzione dell’invalidita’ ed accompagnamenti verranno irrigiditi
-  Le commissioni mediche che attribuiranno invalidita’ ed accompagnamenti che nei controlli si riveleranno “false”, verranno sciolte, ed i membri delle stesse multati per l’ammontare della frode ricevuta dallo stato (se recidivi Licenziati i membri)
Le enormi differenze territoriali nelle erograzioni non sono giustificate (non si comprende per esempio la ragione dell’erogazione del doppio delle pensioni di invalidita’ in Umbria o in regioni meridionali rispetto a Piemonte e Lombardia, considerate berchmark). L’obiettivo e’ raggiungere in 3 anni una situazione con una distribuzione di tali pensioni omogeneo, e comunche proporzionale alla popolazione (anziana) ivi presente.
Le presenti disposizioni, consentiranno un risparmio sul previsionale in 5 anni pari a circa 5 miliardi all’anno.
D) PENSIONI ESISTENTI
-  Pensioni di vecchiaia/anzianita’/reversibilita’ fino a 25.000 euro all’anno: per tutte le pensioni erogate, l’INPS o l’ente di riferimento, ricalcolera’ in base ai contributi versati, quanto sarebbe l’ammontare col sistema contributivo, a parita’ di rivalutazione. Per tutte le pensioni, ove l’ammontare percepito (retributivo) supera del 20% l’ammontare che si sarebbe percepito col sistema contributivo, non verra’ attuata per 1 anno la Rivalutazione (adeguamento all’inflazione), e di un ulteriore anno per ogni 10% di differenziale (es. differenza 30%, 2 anni di blocco). 
 -   Pensioni di vecchiaia/anzianita’/reversibilita’ tra 25.000 e 50.000 euro all’anno: per tutte le pensioni erogate, l’INPS o l’ente di riferimento, ricalcolera’ in base ai contributi versati, quanto sarebbe l’ammontare col sistema contributivo, a parita’ di rivalutazione. Per tutte le pensioni, ove l’ammontare percepito (retributivo) supera del 20% l’ammontare che si sarebbe percepito col sistema contributivo, non verra’ attuata per 2 anni la Rivalutazione (adeguamento all’inflazione), e di un ulteriore anno per ogni 5% di differenziale (es. differenza 30%, 4 anni di blocco).  
 -   Pensioni di vecchiaia/anzianita’/reversibilita’ tra 50.000 e 100.000 euro all’anno: per tutte le pensioni erogate, l’INPS o l’ente di riferimento, ricalcolera’ in base ai contributi versati, quanto sarebbe l’ammontare col sistema contributivo, a parita’ di rivalutazione. Per tutte le pensioni, ove l’ammontare percepito (retributivo) supera del 20% l’ammontare che si sarebbe percepito col sistema contributivo, non verra’ attuata per 3 anni la Rivalutazione (adeguamento all’inflazione), e di un ulteriore anno per ogni 5% di differenziale (es. differenza 30%, 5 anni di blocco).  
 -   Pensioni di vecchiaia/anzianita’/reversibilita’ oltre i 100.000 euro all’anno: per tutte le pensioni erogate, l’INPS o l’ente di riferimento, ricalcolera’ in base ai contributi versati, quanto sarebbe l’ammontare col sistema contributivo, a parita’ di rivalutazione. Per tutte le pensioni, ove l’ammontare percepito (retributivo) supera  l’ammontare che si sarebbe percepito col sistema contributivo, non verra’ attuata piu’ alcuna Rivalutazione, per il numero di anni necessario a far coincidere pensione percepita Retributiva e pensione che si sarebbe percepita col Contributivo.
Le presenti misure, possono apparire “feroci”, ma in realta’ non prevedono altro che una (tardiva) restituzione (tramite il non adeguamento all’inflazione) di una piccola parte di quanto percepito in eccesso rispetto a quanto non si e’ versato. E’ chiaro che saranno colpiti dal provvedimento, la quasi totalita’ dei pensionati, comunque in modo differenziato, nel rispetto sia dell’ammontare percepito, che di quanto la pensione sia maggiore rispetto ai contributi effettivamente versati.
Le presenti disposizioni, consentiranno un risparmio sul previsionale in 5 anni pari a circa 12 miliardi all’anno.
  
E) ACCORPAMENTO ENTI PREVIDENZIALI
-  Si procedera’ all’accorpamento degli Enti Pubblici vari nell’INPS, generando efficienza e riduzione personale. Non quantifichiamo nel presente post i risparmi, che riteniamo siano gia’ contabilizzati nel post sul personale della PA.    
Conclusioni
L’insieme di queste misure consentiranno una riduzione della spesa pubblica rispetto al tendenziale di 52 miliardi in 5 anni, e 62 in 7 anni, e se adottate immediatamente si passera’ da una spesa previdenziale pari a quasi il 17% sul PIL nel 2011, al 14% nel 2017 e 13% nel 2019. Tale ammontare restera’ costante negli anni a venire, grazie agli adeguamenti triennali di coefficienti ed eta’ pensionabili.
Le attuali riforme, invece, prevedono invece che per altri 35 anni la spesa previdenziale restera’ ampiamente sopra il 15%, scendendo sotto tale livello solo verso il 2050.
  
Link utili
http://www.istat.it/it/archivio/31595
http://www.futurolibero.it/?p=601
http://www.linkiesta.it/pensioni
http://www.corriere.it/economia/11_luglio_17/marro_trentanni-in-pensione-settanta_b2820db8-b045-11e0-b0ea-f35f7bc4068c.shtml
http://www.blitzquotidiano.it/economia/pensioni-accompagnamento-reversibilita-costi-tagli-945753/
http://www.oggi.it/attualita/attualita/2010/05/20/pensioni-di-invalidita-tutti-i-numeri/
 

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COMMENTI (1)

Da Mercurio2
Inviato il 19 settembre a 00:51
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buongiorno And

dopo aver letto il suo "sforzo" legislativo , devo proprio affermare che il "trattato", oltre ad avere un taglio reazionario , ha intrinseca un'ignoranza tecnica probabilmete dettata da incompetenze in materia previdenziale al di là del condimento "luoghi comuni".

Togliendo il pensiero soggettivo , vorrei farle rilevare qualche incongruenza sul Merito delle questioni da lei sollevate:

La prima cosa che non capisco , è del perchè si debba sempre mischiare il bilancio dello Stato con il bilancio dell’INPS??! Lo Stato ha un debito pubblico del 120% e lo sappiamo , l’INPS ha un attivo di bilancio che è staccato dal debito pubblico. Il debito pubblico del 120% esula dall’attivo dell’INPS,l’istituto non partecipa in minima parte a questo debito!! Si scordi pure i “BUCHI”o "DEBITI" provenienti dalla Previdenza INPS , si concentri con le spese dello Stato!! Sono le casse dello STATO ad avere un DEBITO perchè le entrate IRPEF IVA & varie non bastano a coprire le spese Pubbliche,lasci stare le casse INDIPENDENTI dell'INPS , quelle basta e avanzano per pagare le Pensioni di chi ha versato il 33% per avere una pensione. L'INPS ha delle entrate distinte che si chiamano "Contributi Previdenziali" , l'INPS ha un'indipendanza economica in ATTIVO ,…NON PARTECIPA AL DEBITO PUBBLICO come si vuol far credere!! Non confonda la M*A alla Cioccolata perfavore! Le uscite della Spesa Pubblica vengono pagate in maggiorparte dall’IRPEF dall’IVA & varie tassazioni. Le uscite della Previdenza vengono pagate SOLO ed esclusivamente dai versamenti CONTRIBUTIVI equivalenti al 33% del salario.(punto) Legga, è l’ultimo bilancio 2010: http://www.inps.it/docallegati/Mig/Doc/Informazione/rapportoannuale/Rapportoannuale2010/4-CAPIII.pdf

La situazione patrimoniale netta dell`Istituto al 31 dicembre presenta un attivo di 43,5 miliardi!! L’INPS ha entrate DISTINTE e indirizzate alla Previdenza che nulla hanno a vedere con le spese PUBBLICHE Statali. Si lo sò , mi verrà a dire che però lo Stato trasferisce 84 miliardi ogni anno all’INPS!! Le dico che è vero , ma le dico anche che sono dovuti questi trasferimenti , per il semplice fatto che l’INPS eroga prestazioni ASSISTENZIALI prelevando soldi dalla PREVIDENZA pagata dai lavoratori a titolo di Pensione . E' l'INPS che si fa carico di una parte d'ASSISTENZA pagando con i soldi dei lavoratori. L'ASSISTENZA dovrebbe e DEVE essere pagata dall'intera collettività non con i soldi dei Contributi Previdenziali. Capirà quindi che il vecchio problema della SEPARAZIONE fra Previdenza & Assistenza è tutt’ora valido e preponderante al Bilancio dell’INPS. Su 280 miliardi di uscite annuali , solo il 60% va in Pensioni di Vecchiaia & Anzianità , il restante 40% viene elargito a titolo di pensioni di Invalidità , inabilità , reversibilità indirette e Sociali così come leggiamo sull’ultimo rapporto di bilancio INPS 2010. Se togli dai 280 miliardi TOTALI spesi dall'INPS nel 2010 , il 40% delle uscite , vedi che solo 168 miliardi sono uscite per PENSIONI VERE , mentre il restante 112 miliardi sono uscite di carattere assistenziale vario.(compreso Cassa integrazione & mobilità)

http://img163.imageshack.us/img163/4549/spesainps.jpg

L'istituto Previdenziale INPS ha bilanci in attivo da 5 anni consecutivi ,ha un patrimonio , e ha una solida e stabile tenuta finanziaria alla luce delle molteplici modifiche legislative fatte negli ultimi anni, è confermato dal trend economico nonchè dal presidente Mastrapasqua che ne ha il pieno titolo e responsabilità

Un’altra cosa : l’erogazione delle Pensioni è al Lordo delle trattenute IRPEF , quindi ai 280 miliardi erogati dall’INPS c’è da togliere la tassazione IRPEF che ritorna magicamente nelle casse dello Stato.(40 miliardi ritornano allo Stato) E’ ancora daccordo che il problema sono le pensioni di Anzianità??

All’interno dell’istituto previdenziale , saprà che ci sono comparti “felici” & “infelici”: Saprà che il comparto dei Dipendenti ha un attivo di 10 miliardi!?Così come quello dei Parasubordinati , e che il fondo lavoratori dipendenti eroga pensioni medie annue di 11.107 euro. Poi abbiamo comparti come quello dei coltivatori diretti con passivo di 4 miliardi , quello degli Artigiani con passivo di 5 miliardi , poi quello degli Elettrici con passivo di 2 miliardi , poi quello dei Trasporti con passivo di 1 miliardo , poi quello del Clero con passivo di 2 miliardi c’è anche quello dei Dirigenti (ex Inpdai) con passivo di 2 miliardi anno ma nonostante questo l`importo medio delle pensioni erogate dal fondo Inpdai è poco lontano dai 150.000 euro!! http://www.inps.it/docallegati/mig/Doc/Bilanci/repository/information/P1726707909/06.00TomoIIIexINPDAI_C09.pdf

Che dire poi in merito all’età del pensionamento Italiano: Il riferimento che è uso fare è sempre quello legato alla Germania ma ci si dimentica di dire alcune cosette che potrebbero far cambiare opinione. Secondo l’ultima rilevazione (2011)riferita ai dati del Rentenversicherung Tedesco l’età pensionabile l’anno scorso è passata dai 63,5 anni ai 63,8 di media per gli uomini e da 62,9 ai 63,3 anni di media per le donne a partire dal 1993 quando è iniziata la rilevazione statistica. http://www.finanzaediritto.it/stampaarticolo.php?idarticolo=9177

La legge prevede per i pensionati Tedeschi a partire dal 2012 l’incremento di oltre un mese di lavoro in più per ogni anno fino al 2029, così da raggiungere l’età dai 65 anni attuali ai 67 anni futuri,spalmando cosí l’intero processo sull’arco di 17 anni. http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=46482&Edizione=3&A=20070310

Ma il sistema Tedesco ha altre regole che possono far anticipare l’età di pensionamento , per citarne alcune come i lavori usuranti o la contribuzione massima che possono ridurre di 5 anni l’età al pensionamento.Anche le donne hanno uno “sconto” di 3 anni per ogni figlio che nasce!! Si può andare in pensione avendo raggiunto i 35 anni di contribuzione ma avere un disincentivo del 3,6% ogni anno che manca a raggiungere i 65 anni!! Comunqe sia , il parametrarsi alla Germania ha di per se un grave errore di valutazione basilare: Il dipendente Tedesco versa per contributi Previdenziali il 19,2% del suo salario.(Francia 16,35%) In Italia il lavoratore dipendente versa in contributi previdenziali la bellezza del 33% del suo salario. Mi spieghi il perchè si dovrebbe parificare la condizione previdenziale a queste condizioni?? La si smetta di confrontare l'inconfrontabile , si fanno figure meschine e demagogiche.

Ma al di là di questo , le vogli rammentare le condizioni ATTUALI che danno diritto al pensionamento Italiano: Pensione di Vecchiaia 65 anni + 1 anno di finestra Mobile per i dipendenti e 1,5 anni in più per gli autonomi. = 66 anni Pensione di Anzianità dal 1/1/2013 (fra 1 anno) quota 97 ovvero 63 anni d’età + 1 anno di finestra Mobile = 64 anni Pensione di Anzianità Contributiva 40 anni + 1 anno di finestra mobile + 3 mesi = 41,3 anni di versamenti indipendentemente dall’età Pensione delle donne 60 + 1 anno di finestra mobile , a salire fino a 66 anni nell’arco di 10 anni (verrà sicuramente modificata ) Direi che siamo molto vicini alle condizioni della Germania , pur versando il 70% in più di trattenute previdenziali rispetto ai Tedeschi. Rispetto al pagamento contributivo del 33% in 41,3 anni , riparametrando , ho i miei dubbi che valgano la metà del trattamento pensionistico , altrimenti mettiamo in discussione anche la matematica!!

Se l’ultima rilevazione Istat vede il 71,9 per cento dei pensionati non superare i 1.000 euro mensili. Tra l’altro, secondo l’Istituto di statistica, il 45,9 per cento delle pensioni ha importi mensili addirittura inferiori a 500 euro, mentre il 26 per cento ha importi mensili compresi tra 500 e mille euro , capirà che il problema delle Pensioni è casomai inverso !! Si spende poco per la maggiorparte dei pensionati Italiani , ma si preferisce omettere la situazione delle vergognose pensioni “d’oro” erogate con cifre vicine ai 1000 €uro al GIORNO!! Può un ‘istituto nato per dare possibilità alle persone di poter vivere dignitosamente DOPO l’attività lavorativa permettersi di erogare “ricchezze” incompatibili con la peculiarità dell’istituto previdenziale?? Ecco , credo la partenza sia proprio da indirizzare sull’istituzione di un Tetto massimo di erogazione per l’assegno pensionistico. Se un problema esiste , è quello dei nostri giovani: Pagano per 41,3 anni il 33% del loro salario , e per causa dei coefficienti di calcolo percepiranno il 50% del loro salario così da rendere indignitosa la loro vecchiaia !!Sarà daccordo , matematicamente , che verseranno assai di più di quanto percepiranno !?Quale sarebbe il beneficio per i giovani se gli alziamo pure l’età per poter andare in Pensione?? Mi pare sia l’ennesima mortificazione che i “nostri giovani” devono subire a titolo di non sò cosa!!

Mi son sentito di scriverle perchè non ne posso più di leggere articoli provenienti dai più disparati giornalisti e “esperti” ,che replicano luoghi comuni senza approfondire la discussione. non mi sento personalmente padrone della “verità” , le cose le vorrei confrontare e magari capirle. Sono sempre disposto a rivedere la mia posizione se mi si spiegano le cose fino in fondo…..così dall’esserne consapevole, vorrei essere smentito se ha dati VERI .

La si smetta di rapportare il PIL con la spesa Previdenziale , questa è un'aberrazione storica priva di conoscenza economica usata a spot strumentalmente e volutamente per volere di poteri forti.

Probabilmente non ho detto tutto quello che potrei dire , ma si accontenti di questi appunti serali.

Grazie per l'attenzione cordialità Angelo Rossi