Photo credit: Luxor81. (B. Barbey) / Foter / CC BY-SA
Ancora caos in Egitto. Ieri ci sono stati oltre 50 morti nei duri scontri che hanno visto contrapposti i sostenitori pro Morsi, il presidente deposto dal colpo di stato dei militari e le forze dell’ordine. I feriti sono invece stati 268, mentre sono stati fermati 423 sostenitori dell’ex leader islamista. Le violenze e gli scontri sono avvenuti proprio nell’anniversario della guerra del Kippur, contro Israele, di cui ricorre il 40esimo anniversario. Ci sono state parate e celebrazioni, ma anche proteste di strada, con i sostenitori pro Morsi contrapposti alle forze dell’ordine, ma anche ai sostenitori dell’esercito che hanno organizzato contro manifestazioni. Gli scontri e il caso in Egitto sono durati per ore nel pomeriggio, quando i dimostranti hanno sparato con proiettili a pallini e lanciato bombe incendiarie contro la polizia. Questa ha risposto con proiettili veri e gas lacrimogeni. La polizia nella zona di piazza Tahrir ha tentato di impedire che gli islamisti entrassero nella piazza, dove i sostenitori dell’esercito stavano festeggiando l’anniversario. Anche oggi si registra alta tensione in tutto il Paese e una serie di attacchi contro le forze di sicurezza. Un’autobomba è esplosa in un cortile interno della sede della sicurezza si Stato di Al Tour, capoluoo del Sinai del sud, uccidendo due agenti e lasciando ferito anche il direttore della sicurezza Hatem Anim.
L’attentato ha fatto alzare il livello di sicurezza e scattare l’allerta della polizia, data la vicinanza con località turistiche sul mar rosso come Taba e Sharm el Sheikh e anche su tutti i porti lungo il canale di Suez. In mattinata un veicolo militare è stato raggiunto dal colpi di arma da fuoco nella zona tra Sharkiya e il delta del Nilo, lungo il canale di Suez, il bilancio parla di almeno sei soldati uccisi. All’alba poi un’infrastruttura di telecomunicazioni al Cairo è stata colpita da dei razzi. Il ministero dell’interno però, tramite sue fonti, ha fatto sapere che l’attacco non avrebbe causato gravi danni e che questi non hanno avuto effetto sulle comunicazioni internazionali. Il caos in Egitto è quindi ancora molto alto, anche se rimane la speranza che la situazione di transizione cessi e il Paese possa presto tornare ad abbracciare una situazione di tranquillità.