A Tripoli continua il braccio di ferro tra il nuovo governo di Ahmed Miitig, che ieri è riuscito a stabilirsi nella sede ufficiale dell’esecutivo col sostegno di elementi armati, e quello guidato dal primo ministro Abdallah al Thinni.
Lo ha riferito il quotidiano Libya Herald, precisando che l’ingresso di Miitig e dei suoi ministri nell’edificio non è stato segnato da violenze o scontri a fuoco.
L’elezione di Miitig il mese scorso con un voto del Congresso generale nazionale (Cgn) è contestata da al Thinni e da una parte delle forze politiche, che hanno presentato un ricorso alla magistratura.
La decisione della Corte suprema sulla ‘legalità’ dell’elezione di Miitig e della fiducia al suo esecutivo è attesa per giovedì.
I sostenitori del neo capo di governo hanno salutato l’entrata di Miitig alla sede dell’esecutivo come una “vittoria simbolica”, mentre per i suoi detrattori si tratta di “un’occupazione” dell’edificio, visto che la giustizia non si è ancora pronunciata.
Altrettanto confusa e instabile è la situazione a Bengasi, capoluogo della regione orientale della Cirenaica.
Almeno 19 persone, tra cui cinque civili, hanno perso la vita in violenti scontri tra gli uomini del generale Khalifa Haftar e milizie islamiste, tra cui Ansar al Sharia.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)