Era mezzogiorno. E in via Bagutta il termometro segnava 44 gradi.: un centinaio di aspiranti giornaliste bivaccavano ancora all’angolo con piazza san Babila , pronte a chiedere una raccomandazione all’emiro Alì Monta nel caso fosse passato con la sua turbo bicicletta.
Il portiere al numero 28 stava leggendo l’interessantissimo articolo di Stenio Solinas sul Giornale dell’Islam : “Il mito di Thule tra le mucche da latte in sud Tirolo” quando nell’afrore di agosto, nella strada deserta, comparve un signore dai capelli bianchi, con una macchina da scrivere Olivetti 22 a tracolla come borsello, il monocolo all’occhio destro, in guanti neri di caprino, malgrado il caldo africano: no, non era Vittorio Sgarbi, ma piuttosto…il portiere si passò una mano sudata sulla fronte: se ne veniva avanti rivestito da una tipica giacca tirolese in tessuto loden verde, con martingala e bottoni in corno, abbinata a un camicione invernale, con pantaloni in fustagno perfettamente in tinta. Un dandy tirolese. A seguirlo passo passo, c’era un enorme micione nero , vestito anch’esso in una giacca tirolese, stavolta rossa, pantaloni in tessuto denim con taglio jeans a vita alta e mocassini classici con fiocchetto.
“Fiiii, Philippe…vieni” disse il dandy in loden. E il micio di nome Philippe, dietro.I due si sedettero sul marciapiede di fronte all’entrata del quotidiano di via Bagutta , deserto e infuocato , ma già transennato per evitare che le aspiranti stagiste aumentassero di numero e assaltassero il 28.Il dandy meditò , si alzò, si tolse il suo loden che fece svolazzare per strada, la porta sbarrata del 28 si aprì e seguito dal micio entrò e pose il suo bigliettino da visita al portiere, guardandolo fisso negli occhi..Questo, allibito, sbiancò quando lesse:“Dott. Lapo Elcani, illusionista”
Il gatto Philippe, subito sgattaiolando nell’atrio, afferrò la cornetta del telefono al portiere , non maigolò affatto ma subito annunciò: “ Lapo ha comprato il Papier. Voglio subito Signorini capo redattore alla cultura…”“ Signorini, Chi?” balbettò il direttore Fabrizio , capo redattore Cultura che era accorso al clamore.Ed ecco, inspiegabilmente, che Fabrizio avvertì una vampa di calore.Malgrado il caldo, anche il direttore del papier era vestito con aplomb: indossava un pesante tessuto di lana cardata, ordita e pressata, con un caratteristico trattamento che gli conferiva un pelo pettinato nel dritto e una capacità altamente idrorepellente. Indossava dunque in pesante cappotto con una tradizionale linea con le maniche aperte alle ascelle, un collo senza solino, tasche oblique e un lungo piegone al centro dietro. Contemporaneamente, arrivò la stagista Alina Suchianova dall’Ufficio Opinionisti, salutò il portiere, dette sbadatamente una carezza all’enorme micio che stava sdraiato nell’atrio lucidato a specchio del Papier ,si sedette su una delle monumentale poltrone Frau che soggiornava nell’atrio , aprì Donna e Diva, sfogliò Visto e subito dichiarò al portiere, ma come assente, soprapensiero..“Vi sono 405 modelli differenti di Loden. Fu indossato dall’Imperatore austriaco Francesco Giuseppe come dal duca di Windsor. E’ un capo estremamente pratico ed elegante …Pubblico domani una inchiesta sulle pagine della cultura .Ma il Loden è di sinistra o è di destra? “
( nella foto, papa Francesco, dimissionato dai frati antagonisti di Assisi)
Anche la Suchianova era coperto da un pesantissimo Loden di lana alpaca.Il portiere si asciugò il sudore che colava sulla fronte:perché nello stesso istante il duo Alesina Giavazzi stavano scendendo dall’imponente scalinata che portava al piano nobile del Papier e discutevano appunto se il loden fosse di destra o di sinistra, tema di una prossima inchiesta . Erano però vestiti da stilizzati capitani di yacht . Una vocetta stridula saliva dal basso e una zampa artigliata toccò la gamba di Polito:“Permettete? Loden deriva da una antica parola germanica che significa “pelo”.E il gatto Philippe si rivoltò sul marmo per rinfrescarsi la schiena.“E’ di destra, di destra, cosa ti avevo detto…” opinò Alesina.“E’ esistito il loden di sinistra,eccome…” sentenziò Giavazzi “Lenin era in loden a Zurigo…E lo stesso Togliatti ,quando andava a sciare a saint Mortiz in incognito con Nilde Jotti, venne fotografato con un Loden confezionato da un sarto anarchico di Salisburgo…”Poi il portiere si guardò intorno..L’atrio era deserto. Era sparito Alesina e Giavazzi e pure il direttore del Papier …Ma una decina di splendide pin up uzbeche, cecene, moldave, bielorusse, albanesi , curde e bulgare premeva per entrare al Papier.” Lapo, nuovo padrone del Papier , installato su una delle poltrone Frua leggeva intanto l’editoriale di Claudio Magris sul concorrente quotidiano Repubblica:“Quando il loden era di sinistra…”“Fin dal medioevo il panno di Loden era prodotto dai contadini delle Dolomiti e del Tirolo che filavano e tessevano nei loro masi, il colore era grigiastro come la lana grezza delle loro pecore (pecora tirolese). Si può far ricondurre l’origine del Loden sino al XI secolo, dove si hanno tracce del suo utilizzo. Divenne un tessuto di destra solo quando la fabbrica di Loden Mössmer (originaria di Campo Tures e fondata nel 1882) confezionò un mantello bianco per l’imperatore Francesco Giuseppe, così da panno di contadini, con l’aggiunta di lana merinos, divenne tessuto per abiti da caccia e montagna per la nobiltà austroungarica”.
“Ma è ferragosto….e chi mai interessa il loden?” osò chiedere il micio a Lapo . Lapo si sentiva smagrito.. …..Indossava un magnifico loden Hubertus , un classico austriaco “Hubertusmantel”, con una folta fodera di pelliccia. Se lo sfilò con una abile mossa da torero e restò in giacca di alpaca tirolese e pantaloni di cervo , guardò la Suchianova, accarezzò l’enorme micio che s’era seduto sulla Frau .
Il micio Phlippe divorava dalla sua ciotola croccantini al pesce e fegatelli. L’enorme felino , avvolto in un peplo di gatto d’angora lavorato all’uncinetto da Isabella Bossi Fedrigotti si asciugò la bocca con il pelo della zampa sinistra , si stirò i baffi e prese a leggere l’articolo che aveva appena redatto la Suchianova. Si firmava Pussy Loden : lesse mentre con la zampa apriva una nuova scatoletta di manzo e patè di Migliorgatto.Era l’ora fatale della riunione di redazione di mezzogiorno. Si fece avanti rispettosamente come un sommelier i nuovo proprietario del Papier ,Lapo e sorrise al direttore :ì“ scoppia la moda del loden al Leoncavallo e al centro sociale Cantiere” “ Bel servizio, facciamolo subito prima che ci copi Repubblica “ declamò il gatto. “Poi ho commissionato una inchiesta..” fece Lapo .“ La dica, su…” ordinò il felino.“Va ancora il loden tra i punkabbestia?“ “Giusto… freghiamo quelli dei Fatto quotidiano” commentò benevolo il direttore Ferruccio Bortoli. E annunciò euforico il titolo del suo fondo a Lapo : “Anche Che Guevara portava il loden…” “Il deserto dei Loden “ di rimando declamò il titolo del suo primo editoriale Lapo Elcani . “Il cachemire è all’angolo “ rispose Ferruccio leggendo i titoli degli articoli che aveva composto il computer centrale: “La Grecia non perda tempo per passare al Loden “ “I No Loden danno battaglia in val Susa ..”
Il piano di battaglia del quotidiano era pronto.Philippe arruffò il pelo, allungò la zampa, s’ingozzò di crocchette di tacchino e sgraffignò al direttorela stmapata degli articoli, si rotolò sul tappeto, strusciandosi con la schiena. Poi si accese un sigaro, si versò da bere , trangugiò viskas con pollo bio e anguilla e con le quattro zampe all’aria e la schiena contro il tappeto si immerse in un bel fondo di Lele Mora, il pensatore mitteleuropeo strappato alla Voce della Speranza, la free press di san Vittore , ed ora neo capo redattore agli Spettacoli. Mentre il micio Philippe leggeva il fondo, i capi desk , i videdirettori, i guardiamarina, Enesto Signorini in loden bianco con la croce di Giovanna d’Arco d’oro e le spalline di capitano di marina della Costa crociere si accostarono a Lapo .Signorini indietreggiò, smarrito : si trovò vis a vis con Alina , vestita da crocerossina di Emergency , cappellino da gelataia , stella rossa e seno scoperto con lo stereoscopio in mano : la Suchianova, in procinto per partire per Roma prese subito sottobraccio il , lamentandosi a voce bassissima, oscillando sulle zeppe : “ non sopporto più quel l’orribile gatto … se ne sta accovacciato tutto il giorno a mangiare croccantini al fegatello …è lui che imposta tutti gli editoriali…sai, Fabrizio non conta niente”
“ Ah, non è il direttore che …” “ Macchè, Fabrizio sta rinchiuso tutto il giorno nel suo ufficio … e delega tutto a Lapo il quale delega a sua volta a quel maledetto gatto, lo vizia con Migliorgatto e Viskas, .e .il felino fa ciò che vuole, ha imposto a tutti il saluto Romano con la scusa di omaggiare l’ambasciatore Sergio , c’è l’alzabandiera all’alba davanti al 28,.. e poi non sa cosa dice, quando sente parlare Giavazzi dell’ euro salta su a dire che bisogna chiudere Eurodisneyland, ……ma se io ci ho portato i miei due fratellini è un posto bellissimo..” “ Il micio odia Pluto ”spiegò infine la Suchianova con flemma da lord inglese al Signorini.
“Passiamo al piano B, al matrimonio del detenuto Berlusconi allo Spielberg ” ordinò annoiatissimo il micio “Caroline di Monaco…dunque..sposerà Silvio?” chiese a tale Ludmilla, capo redattore Matrimoni e Nobiltà che era arrivata accompagnata da Emanuele Filiberto e da Pupo.Ludmilla chinò il capo , costernata, “Nein… nein… si è rifiutata di sposare il cavalier Berlusconi…” “Dunque non sarà first lady”chiese il gatto, e arruffò la coda, afferrò una confezione di sheba al patè e gamberi. decise infine di puntare per i rilancio delle vendite del Papier sul piano B: far sposare Berlusconi con la centenaria Daniela Buongiorno, ex di Mike.Il micio s’infilò una unghiaccia nel naso : “E’ la firs lady ideale., ha lottato per ritrovare la cara salma del marito Mike.… mica come la signora Veronica che ha detto..” “Perché cosa avrebbe detto?” osò interromperlo Fabrtizio “Che dopo l’esposizione in piazzale Loreto del suo ex suo marito Silvio, lei avrebbe chiesto subito la cremazione, onde evitare incresciosi furti della bara “ spiegò compito il direttore del Papier. Si rimise la feluca in testa, e salutò i colleghi.
.Lapo intanto sogghignava oscenamente sul sellino posteriore della Harley Davidson Schuttle guidata dal suo amico Corona , per via Bagutta .”Addio Papier Diplomatique” sibilò. La mitica Harley si lasciò dietro una scia di rotoloni che non finiscono mai . “E’ la stampa igienica, bellezza”sibilò Lina Sotis alla Alina Suchianova, mettendosi un bocca un cioccolatino Bon Ton: aveva visto la scena all’angolo tra via Bagutta e Montenapo.
Prima Comunicazione incominciò a insinuare dei dubbi sulle riprese delle vendite al Papier, acquistato dalla maison di Lapo Elcani. E accaddero altri avvenimenti eclatanti : Berlusconi andò a giuste nozze, come era logico, con la Santanchè. Alfonso Signorini fu spostato alla Settimana Enigmistica e le liste Gabibbo , delle Jene e del teledisturbatore Paolini dettero filo da torcere a Akbar Fonzi nelle primarie del Fronte Islamico. E poi che successe ancora? La Lacoste ebbe un’idea brillante e incominciò a mettere sul mercato, ma solo all’ Outelet di Serravalle, i suoi Loden multicolore con la griffe del coccodrillino: e così la Moncler ,che propose i suoi Loden con imbottitura di piumini d’oca. Poi la Guardia Scelta a cavallo del Leoncavallo, i Vigili del fuoco di Milano , i No Tav in val di Susa e infine anche Fabriio Bertoli scelsero come capo il Loden di Aspesi in lana consapevole thailandese, e così via via i punkabbestia , i black block e i metalmeccanici di Pomigliano, tanto che il pratico loden sostituì a poco a poco l’eskimo e la cannotta di Bossi . E il capo amato da Monti, da Daverio, e da Oscar Giannino e dai bocconiani finì per essere associato alla keifah , alle Clarks, e i No Loden sopravvissero solo a Casa Pound. Passarono altri mesi, e la Hobby & work lanciò sul mercato il software YouPadellaro, che permetteva anche ai ragazzi di pubblicare inchieste giornalistiche , già impostate dal motore di ricerca. La Mattel rispose con Cicero, un software che preparava articoli di fondo, mentre la Chicco Giochi propose per la prima infanzia Giornalopolis , le prime pagine dei quotidiani preimpostate per 365 giorni. La Travaglio Media Informatic sfondò in seguito con il sofware Dura lex, che dava la possibilità a chiunque di intercettare le conversazioni telefoniche , e con l’applicazione Jus primae noctis, che permetteva di indagare qualsiasi cittadino. Con la successiva app. YouDiPietro Multipista della Nintendo , gli editori resero superflui i giornalisti giudiziari nei quotidiani: seguirono i fatti, e il primo ad esserne vittima fu appunto il quotidiano Il fatto , che venne chiuso. Gli sviluppi della computergrafica furono notevoli e dunque si preferì sempre di più seguire le guerre sulle consolle dei video giochi , con programmi virtuali: e tutti gli inviati di guerra vennero esodati.
E dunque a Prima Comunicazione s’incominciò a insinuare che Lapo Elcani stesse per vendere Il Papier a una banca di Teheran…Fabrizio si connesse con la Mattel di Calcutta e innestò l’app. YouMassimoRobotti Multiplayer .Il buon uomo trascorre un’ora o due per cercare di aprire il suo multipista Chicco- Ipad , finchè gli viene appetito , si gonfiò di Macpanini e poi finì a letto con la Suchianova..L’avrebbero mantenuto direttore , i pasdaran di Teheran?pensava.
La Suchianova partì l’indomani per Roma : doveva mandare un articolo al giorno.Lei era l’unica inviata vivente e scrivente rimasta nella stampa in Italia.