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Capalbio: un paese per V.I.P. (Very Important Pirla)

Da Leragazze

Capalbio: un paese per V.I.P. (Very Important Pirla)Vabbè che lo sapevamo; Capalbio è un paese per V.I.P.

Ma pensavamo che V.I.P. stesse per Very Important Person, non per per Very Important Pirla.

La scorsa settimana sono tornata a Capalbio dopo qualche tempo che mancavo. Per me è un posto così familiare! Sono tanti anni che vado in vacanza in Toscana e Capalbio è sempre stata una meta frequente delle nostre gite, che, dopo il giro in paese e un passeggiata intorno alle mura si concludevano sempre con una bella mangiata al ristorante locale: grandi abboffate di bistecche, paste e fagioli e soprattutto acqua cotta, una minestra a base di verdure, pane raffermo e uovo. Il tutto a prezzi accettabili.

Qualche settimana fa eravamo in Toscana e il Cognato lancia l’idea di andare a vedere una mostra fotografica in una piccola galleria locale. Nonostante la pioggia ci siamo imbarcati verso Capalbio e più precisamente presso la Galleria  “Il Frantoio”: in un vetusto palazzetto a due piani, quello superiore era una sala adibita a Mostre temporanee (oltretutto inesorabilmente chiusa: il fantastico e intelligentissimo orario di apertura era 18-23!) e quello inferiore era un bar-ristorante, di quelli un po’ fichetti. Non solo. All’interno c’era un angolo libreria, una piccola gastronomia con prodotti artigianali e una boutique di abbigliamento.

Fico! Dai, sembra carino, entriamo! Il Cognato si prende un bicchiere di vino al banco e lo sguardo ci va sul tabellone dei prezzi dove vediamo delle cifre decisamente più alte della norma. Per fare un esempio, un aperitivo (Spritz, Mojito, Caipirinha…) costava 10.00 €. Vabbè, penso tra me. E’ vero che a Roma costano la metà, ma il posto è carino, pago volentieri un po’ più del normale per sedermi in un locale un po’ modaiolo. E no! Errore. Perché leggiamo una piccola scritta in fondo alla lavagnona che ci fa notare che “i prezzi si riferiscono alle consumazioni al banco. Per ordinazioni ai tavoli subiscono un aumento del… 100 %

Centopercentooooo????

Ma siamo matti? Un cocktail costa 20 €? 40.000 lire? Come una bistecca fiorentina? Sarà pure modaiolo ‘sto posto, ma spendo meno se la Caipirinha me la vado a bere a Copacabana!

Via! Evitato il pericolo del Bar continuo il mio giro e mi avvicino allo scaffale di prodotti alimentari. Quasi quasi mi compro un barattolino di marmellata di more. Perché è vero che in genere le marmellate me le faccio in casa, ma le more sono davvero rare! Chiedo i prezzi (rigorosamente non esposti!) e la signorina mi dice che il barattolo da 250 g costa 10.00 €! 20.000 delle vecchie lire! Via! Scappo anche dallo scaffale degli alimentari e vedo cosa ci offre la boutique: uscire da un negozio senza neanche un acquisto piccolo piccolo non è proprio da ALicE! Sicuro che almeno una magliettina riesco a comprarla! Nella stanza c’è un bancone pieno di T Shirt, sciarpette e accessori e uno stand con degli abiti di maglina. Spicy mi fa notare una sciarpina caruccia. Di cotone. Prezzo: 79 €! Allora guardiamo gli altri cartellini: le T shirt (semplici, tinta unita, sempre di cotone, nulla di ché in quanto a taglio) partono da 100.00 € e arrivano fino ai 150.00 €. Ho detto magliette, non cappotti! Vestitini di maglina, credetemi, assolutamente anonimi, a partire dai 179.00 €!!!! Ma con cosa cavolo erano fatte? Con la paglia d’oro del Nano Tremotino? Poi noto delle orrende ballerine di cuoio, tutte spampanate, anche un po’ rovinate ma assai  radical chic a… 190 €! Neanche fossero di Prada!!!

Allora mi sono detta che i ricchi sono scemi! Almeno i ricchi di Capalbio. Perché una cosa è avere i soldi, un’altra è essere preso per i fondelli da chi si permette di vendere dei prodotti banali, che a Roma non troveresti nemmeno in una bancarella a prezzi proibitivi solo perché ti trovi in un paese per VIP.

Avendone la possibilità, posso anche scegliere di andare a mangiare nel MIGLIOR RISTORANTE DI ROMA pagando un conto con uno zero in più del solito. Posso comprare un carissimo TAILLEUR DI ARMANI che per quanto è perfetto sembra cucito proprio addosso a me. Ma queste sono scelte fatte in base a quello che acquisti, non dove lo acquisti. Mi irrita invece pensare che l’aumento del prezzo non dipenda dalla qualità che compri ma dalla propensione alla spesa che hanno i tuoi clienti appartenenti, a quanto dicono le cronache mondane, all’intellighenzia sinistrorsa. Questo a casa mia si chiama presa per i fondelli.



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