Magazine Cinema

Capitan Harlock – La recensione

Creato il 05 gennaio 2014 da Drkino

A distanza di 30 anni, ritorna Capitan Harlock, qui rivestito da abiti sfarzosi e da un look tutto nuovo, ma incapace di sorreggere da solo un racconto poco appassionante…

49973
In un futuro lontanissimo o in un passato remoto, l'umanità è dispersa nello spazio, impossibilitata a raggiungere la Terra. Essa è infatti controllata dalla Coalizione Gaia, unità governativa impegnata nella salvaguardia del pianeta, ritenuto elemento sacrale. Capitan Harlock e la sua ciurma, a bordo della nave Arcadia, sono le fiaccole anarchiche che si oppongono al regime. Ad essi si aggregherà Yuma, ragazzo sballottato qua e là dagli eventi e alla ricerca di libertà, verità e giustizia.

Giunto in occidente tempestato di plausi e di entusiasmo, Capitan Harlock ha suscitato curiosità e scalpore fin dai primi trailer in cui si è mostrato, rilucendo per un'animazione in computer graphics curatissima e per il ritorno di uno dei miti dell'infanzia degli anni '70. Ponendosi come seguito della serie (manga e anime), il nuovo capitolo del Capitano pone alle sue basi un discorso di palingenesi. L'obiettivo di Harlock è infatti quello di azzerare il tempo sciogliendo i nodi temporali dell'universo, rimediando così agli errori dell'umanità (e ai propri). La disperata ricerca di una rinascita e di una catarsi è dunque il discorso preponderante che sorregge il film, capace di mostrarsi anche tramite un confronto generazionale tra l'eroico protagonista ed il giovane Yuma, quest'ultimo incaricato di prendere tra le mani il testimone e con sé la fiaccola della giustizia. Peccato che il messaggio di Aramaki e Matsumoto (rispettivamente regista e sceneggiatore) debba passare attraverso quella selva caotica che è la sceneggiatura, così precaria e flebile da aspirare tutta l'anima al film. I personaggi sono tutti, indistintamente, piatti, privi di motivazioni, fascino e carisma. Non li si comprende, li si vede passare sullo schermo e basta. Sono macchiette detestabili, tra le quali Harlock diventa tanto fuori posto da essere praticamente accantonato. Dalle loro bocche escono solo discorsi posticci e attaccati con lo scotch, pervasi però da quella presunta serietà (incredibilmente ed involontariamente ironico è l'utilizzo

Space_Pirate_Captain_Harlock_CG_movie

 

dei termini scientifici) che rovescia le carte e ridicolizza ogni cosa. L'errore più grande nel quale sembrano essere incappati gli autori, sembra essere quello di aver voluto dire troppe cose, non considerando però la propria abilità nel farlo. Nelle quasi due ore dell'opera l'un

ica cosa che arriva  allo spettatore sono le battaglie navali e gli scontri fisici, tra l'altro anch'essi ripetitivi, stiracchiati e poco ispirati. 

Delle grandi aspettative che l'hipe generale aveva creato, Capitan Harlock riesce a colmare solo quella dell'aspetto visivo. Spettacolare ma vuoto, il suo è un guscio che non riesce ad entrare nel cuore del pubblico. Un'opera finta e sfarzosa, della quale probabilmente neanche i nostalgici fan degli anni '70 sentiranno il bisogno.

 

AVVENENTE GUSCIO VUOTO

Elia Andreotti

Regia: Shinji Aramaki – Cast: Shun Oguri, Haruma Miura, Miyuki Sawashiro, Toshiyuki Morikawa – Nazione: Giappone – Anno: 2014 – Durata: 115'

(32)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :