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Capitolo 14- sole

Da Vampirieco
Capitolo 14-  soleValentina. Allora era lei? Il suo odore,quello che avevo sentito a casa di Charlie,erano gli stessi.
“Allora? Avete perso la lingua?”chiese lei,sfidandoci. Sentivo di non poter fare niente. Mi concentrai con tutta me stessa sul mio scudo. Improvvisamente Edward si scostò da me,cercai di mantenere lo scudo,ma spesso e volentieri ne perdevo il controllo e lo sentivo tornare indietro,con violenza.
“No. Per la verità vorremmo parlare con te. Solamente parlare.”le disse Edward,con calma. Improvvisamente si spostò da un ramo ad un altro. Tra le fronde degli alberi potei riconoscere un paio di occhi cremisi. Non si fidava di noi al punto di farsi vedere.
“Valentina?”chiese Edward.
“Chi diavolo ti ha detto il mio nome?!”urlò lei. Indietreggiai istintivamente,sentii lo sguardo di Edward addosso mentre il mio era totalmente puntato su Valentina.
“Non è la cosa maggiormente importante al momento. Ti prego,ti dispiacerebbe seguirci?” Edward continuava ad essere cortese,mentre lei,ad ogni parola di lui,non faceva che diventare più scontrosa.
“E lei? Non parla?!”chiese Valentina rivolgendosi a me. Sentii qualcosa nel petto. Un tonfo o qualcosa del genere. Lo scudo tornò immediatamente indietro. Dovevo stare più attenta,non potevo di certo permettermi di rischiare così tanto. Edward avrebbe potuto prevedere ciò che lei pensava,ma sarebbe stato veloce quanto la mente della nuova ragazza dei Volturi?
“Potresti seguirci,per favore?”continuò Edward,non considerando la domanda di lei.
“Che cambia? Preferite che vi uccida in qualche altro posto?”
“Cosa ti fa pensare che tu possa riuscirci?”chiese Edward,sfidandola.
Successe tutto nel giro di qualche secondo. Vidi un masso sotto un albero prendere il volo,seguii la sua traiettoria con lo sguardo,ma al momento sbagliato notai che il suo obbiettivo era Edward. Mi precipitai verso di lui,ma Valentina non me lo permise. Mi si scagliò addosso,puntando dritta al collo. La presi per i capelli e cercai di spostarla,ma era mille volte più forte di me. Era una neonata. Avrà avuto al massimo sei mesi. E anche se avesse avuto più di un anno,sarebbe comunque stata più forte di me. Vidi Edward,al suolo,raggomitolato,come se stesse cercando di riacquistare le forze. Presa da un’improvvisa rabbia mi avventai sul suo collo,pronta a staccarle la testa.
“Bella.”Sentii dire a Edward dietro di me. Stava bene allora? Se gli avesse torto un capello,l’avrei fatta a pezzi con le mie stesse mani. “Lasciala stare. È solo una ragazzina.”continuò Edward. Mi alzai di scatto. Guardai Edward con la massima attenzione. Sembrava stesse bene. Mi strinse a sé. Provai un senso di odio verso me stessa. Non ero riuscita a controllare lo scudo. Eppure Alice aveva visto che sarebbero arrivate solo l’indomani. O forse Valentina aveva cambiato idea all’ultimo momento?
“Non mi sottovalutate. Potrei uccidervi!”sradicò un tronco dal terreno con il solo pensiero e lo scagliò contro di noi.  Il tronco rimbalzò sul mio scudo tornando indietro. Non colpì  Valentina,che invece di provare a schivarlo era rimasta immobile.
“Allora?”le disse Edward.
“Cosa?”chiese scontrosa,lei. Continuava a fissarci con quello sguardo rabbioso.
“Vieni con noi o preferisci lanciare qualche altra cosa?”continuò Edward. Valentina annuì più rassegnata che altro. Sembrava quasi sconfitta. Edward le fece segno di proseguire. Lei scosse la testa. Non si fidava di noi,preferiva che procedessimo per primi. Di certo nemmeno noi potevamo dire di fidarci di lei. Ci aveva appena dimostrato che con lei bisognava guardarsi le spalle,la  faccia,il petto eccetera. Aspettammo che proseguisse ed infine si incamminò davanti a noi.
“Edward. Ti prego perdonami. Non so come io abbia potuto essere così maldestra! Hai sofferto molto?”pensai. Lui mi sorrise,scompigliandomi i capelli. Quel gesto,piccolo ma intenso mi riportò alla mente ricordi passati. Sfocati,confusi ,ma ricordi. Quei ricordi vennero spazzati via,velocente proprio come erano arrivati. Mi voltai velocemente. Un rumore alle nostre spalle. Non poteva essere un’animale. Ma nemmeno un uomo. Riconoscevo l’odore. Sorrisi. Quando mi voltai nuovamente Valentina non c’era più. Sentii qualcuno alle mie spalle.
“Jane! Su che aspetti?! Attaccali!”disse Valentina. Vidi la cattiveria negli occhi di Jane e per qualche secondo la paura annebbiò il mio cervello. Con la coda dell’occhio fissai Edward. Fissava intensamente Jane. Lei gli stava parlando. Allargai lo scudo. Ero terribilmente in crisi. Il mio istinto diceva “Proteggi anche Jane” ma il cervello aveva qualche dubbio.
“Ah!”urlò Valentina,accasciandosi a terra.
“Jane! Basta!”disse Edward. Valentina rimase a terra,agonizzante. Mi avvicinai a lei con cautela. Si alzò improvvisamente e scappò insieme a Jane nel bosco scuro.
“Edward scusami veramente ..io non volevo “gli dissi con un po’ di tristezza. Volevo che sapessi che anch'io potevo proteggerlo.
“Bella....”mi sfiorò la guancia,cosi lo potei guardare negli occhi. Era da molto tempo che non mi chiamava cosi di solito usava :amore o tesoro ,sopratutto da quando ero diventata la signora Cullen. Poi continuò:“Non serve che tu mi protegga,lo sai che sono io quello che deve proteggere te “Edward tolse la mano dalla mia guancia. E  poi mi sussurrò :“Volevo dartelo in camera , ma questo mi sembra il momento più adatto per farlo.”mise la mano in tasca,cerco quella cosa per un minimo secondo ,e poi mi chiese di chiudere gli occhi.“Spero ti piaccia” Edward sapeva che non doveva farmi regali, ma bene o male, era sempre riuscito a regalarmi qualcosa.Apri gli occhi lentamente,Edward mi guardava ,col suo magnifico sguardo che ogni volta mi lasciava incantata. Mi si avvicino,assaporammo ogni singola cosa,profumo o carezza e mi baciò. I baci che sa dare solo lui,quelli che ogni volta mi facevano arrossire davanti a tutti ,quando ancora ero umana. Mi staccai da Edward .L'occhio mi cadde al collo. Senti un peso lungo la scollatura della maglia. Appesa c era una collana fatta a cuore,considerando che il regalo era di Edward le iniziali “E” e “B” erano rigorosamente tempestate da diamanti.“Aprila su ..e li che sta la sorpresa”Edward mi stava incitando.Presi delicatamente la collana la apri. Dentro trovai una foto di famiglia:della mia famiglia. Accanto alla foto trovai un altra lettera contornata da diamanti ,ma adesso compariva una “R”. Se avessi potuto piangere l’avrei fatto,questo era il regalo più bello che avessi mai ricevuto. Non perché fosse tempestato di diamanti ma perché rappresentava me e tutto ciò che era importante nella mia vita. Esattamente come il cuore che mi aveva regalato Edward e il lupo in legno che mi aveva regalato Jake. Quei piccoli oggetti rappresentavano loro. Questo era ciò che rappresentava me
“Ti piace?”me lo chiese ma sapeva già quello che provavo cosi sorrise. “pensavo che fosse perfetto per ricordarti la tua vita”
“Il cuore è …” Tentai di dirgli ciò che pensavo,ma le parole mi rimanevano bloccate in gola. Come se stranamente mi vergognassi. Ormai avevo da tempo superato il periodo in cui esprimere i sentimenti per me era un’impresa titanica. Eppure mi sembrò di essere tornata indietro.
“E’?” chiese Edward sorridendo. Tentai altre due o tre volte di dire ciò che custodivo nel cuore,ma niente. Edward fece un gesto che mi fece tornare ai tempi del liceo. Quando ero ancora umana. Mi arruffò i capelli e si mise a ridere,proprio come dicevo qualcosa che per lui era assolutamente assurda. Forse per lui era assurdo che mi vergognassi a dire ciò che pensavo. E non aveva tutti i torti! Perciò pensai che la cosa migliore da fare fosse aprirgli la mia mente. Nel giro di pochi secondi la sua espressione ironica si trasformò. Non riuscii immediatamente a recepire che cosa volesse significare. Era un misto di dolcezza,amarezza… perché?
Era arrivata ormai la sera. Edward mi prese per mano e senza dir nulla mi scortò verso casa. Appena entrammo  tutti erano intenti nel fare qualcosa. Quasi nessuno si accorse che eravamo arrivati,tranne Esme che come sempre mi abbracciò forte. Sentii le risate di Rosalie,probabilmente, stava pettinando Nessie. Emmet guardava la televisione assorto.
Con la coda dell’occhio notai Alice e Jasper entrare dalla finestra, molto probabilmente erano andati a fare una passeggiata nel bosco.
Mi girai verso Edward ,capii che c’era qualcosa che non andava. I suoi occhi erano esatto dipinto del terrore. La paura mi prese e non riuscii più a pensare. Edward notò che ero nel panico e mi cinse i fianchi.
“Amore che c’è?”disse preoccupato cercando di leggermi nella mente.  I suoi occhi erano  sempre più impauriti dalla mia reazione. Era strano non sapevo niente, eppure ero certa che stava per succedere qualcosa di terribile.“Sto bene”Quando la mia mente tornò quella di prima,Edward aveva già capito tutto e mi abbraccio. Quel momento di buio mi era sembrato un eternità ,invece erano passati pochi minuti. Edward scambiò un veloce sguardo con Alice,aveva avuto una visione.“Edward dobbiamo prepararci”Alice era tesa e io volevo sapere cosa stava succedendo. Non fece altro che annuire.“Emmett dobbiamo avvertire tutti!”Edward stava prendendo il telefono e digitava il numero di Jake.“Pronto Jacob?”“Ehi nonno dimmi!”Jake sembrava calmo e come al solito allegro.“Valentina ci vuole tutti morti!”sussurrò. Non ne capii il motivo. Forse non voleva far sentir nulla a Nessie. “Cosa?chiamo il branco”Jake era passato da calmo a iperteso nel giro di pochi secondi; se c' era qualcosa che importava a Jake era la famiglia,e non solo la sua.  Sopratutto adesso che Renesmee era entrata nella sua vita.La chiamata fini la e quando Edward riattaccò,il suo viso aveva cambiato espressione. Era come tornare nel passato. Al momento in cui  Victoria voleva uccidermi. Quel giorno…era stato così strano,pieno di flashback…non sempre piacevoli. Mi riportarono a momenti cupi,ormai confusi,della mia vita. Ma per quanto confusi fossero,li ricordavo e facevano ancora male.
Jake arrivò subito e con lui c era il branco al completo. L a famiglia si radunò insieme ma...noi non sapevamo ancora cosa ci aspettava.
Parlammo per ore ed ore. Nessuno disse a Nessie della venuta di Jacob. Perché avremmo dovuto giustificare il motivo per il quale fossero presenti tutti gli altri del branco. L’unico che sembrava tremendamente calmo e rilassato era Gabe,il cugino di Jacob. Dal’ultima volta che l’avevo visto era molto più alto. Si era accomodato accanto a me ed Alice,mentre Sam,Edward,Jake e Carlisle discutevano dei turni per sorvegliare il territorio. Alice era decisamente adirata. Era così strano vedere quell’espressione sul suo viso. “Troppi lupi”,continuava a ripetere. Non poter vedere il futuro era davvero insopportabile.
Gli altri del erano in cucina insieme ad Esme,che preparava alla velocità della luce cibi di vario genere. L’odore che veniva dalla cucina mi dava la nausea.
“Allora,signora!”disse Gabe,il quale sapeva quanto odiassi essere chiamata così.
“Dimmi”dissi con tono insofferente.
“Dov’è la piccola?”
“Nessie?”chiesi. Non appena nominai il suo nome,negli occhi di Gabe vidi una…scintilla? Eh no…no,no,no e NO! Un licantropo che si innamora di mia figlia non mi era già andato a genio,ma due?! No. Non era possibile.
“Dorme.”risposi secca.
“Posso sbirciare?” “eh? Come? Ed io avrei dovuto far entrare un mezzo sconosciuto nella camera di mia figlia,per permettergli di guardarle mentre dorm…”non finii nemmeno di pensare che notai una certa somiglianza con qualcosa già accaduto. Notai la testa di Edward alzarsi dalla cartina geografica e subito dopo lo vidi girarsi verso di me,con il mio sorriso sghembo sulle labbra. “No,non può aver sentito.”pensai.  Lo vidi annuire e solo allora notai che per la tensione avevo allargato lo scudo per tutto il salone. Ops. Mentre rideva si rigirò,tentando di tornare serio. Le sue risate aveva distratto Jake che lo guardava con sguardo stranito.
“No! Ma che dici?!”dissi io,infuriata. Strano che Jacob non avesse detto niente. Forse non aveva sentito. Meglio così.
“Ma che diavolo…”sentii dire. Mi voltai verso la scala e vidi la mia piccola,con il pigiama addosso che si stropicciava un occhio. Improvvisamente notai le guancie di Nessie diventare sempre più rosse. Un urlo le uscì dalle labbra e velocemente scappò dalla nostra vista. Dopo qualche secondo di silenzio tutti scoppiarono a ridere.
Andai a vedere se stesse bene. Non avevo afferrato la sua reazione. Da dietro la porta le sentii dire “Cavolo! In pigiama! Ero in pigiama! Mi hanno vista TUTTI in pigiama,merda! Che vergogna! Non uscirò più da camera mia! Che cavolo! Solo a me possono succedere cose del genere! Oddio! E la faccia di Jake! E chi la dimentica più! Sembrava fosse rimasto pietrificato…e chissà che avranno pensato di me! La bimba piccola con il pigiamino rosa con gli orsetti. Uffa!!!” bussai alla porta.
“Chiunque tu sia,non puoi entrare!” disse Nessie. Ignorai il suo ordine ed entrai.
“Nessie,piccola?”chiesi dolcemente.
“Ah,sei tu…”  
“Speravi che fosse Jake?”chiesi ironica.
“NO! Jacob no! Non lo voglio più vedere! Anzi,lui non vorrà vedere più me!” mi misi a ridere. Cercai di trattenermi,capivo come si sentisse,insomma era un’adolescente!
“Oh certo…solo per un pigiama?”
“Un pigiama?! Quello non è UN PIGIAMA quello è il pigiama che urla BIMBA !!!”
“Nessie! Su… non fare così!” si buttò improvvisamente sul letto. Mi avvicinai a lei.
“Quindi…saresti disposta a non vedere Jacob per tutta la vita?”
Rimase ferma qualche secondo,sconcertata. “Ehm… no.”
“Ecco vedi! Basta solo..”
“Aspettare che lui si dimentichi questo fatto. Credo che una decina di anni basterà.” La guardai rassegnata. Sentimmo bussare.
“Faccio io.”dissi. “Di sicuro sarà Edward”pensai. Aprii la porta e mi trovai faccia a faccia con un sorriso smagliante. Chiusi istintivamente la porta. Rimasi a fissare le venature del legno.
“Mamma. Ti faccio notare che hai sbattuto la porta in faccia a qualcuno!”disse Nessie spaventata dalla mia reazione. Si mise velocemente un paio di pantaloni ed una maglietta rossa. Cercò di spostarmi,ma con scarsi risultati. Mi spostai e mi sedetti sul letto.
“Ehi Ness.” Disse Gabe.
“Oh,ehm…ciao.”disse Nessie arrossendo. “Scusa per prima.”
“Ehi… tranquilla!” avvicinò le sue labbra all’orecchio di Nessie ed io sentii qualche cosa salire dallo stomaco. Rabbia! Allo stato puro! Povero Jake!
“Io dormivo ancora con l’orsetto fino a qualche mese fa. Poi mi sono trasformato e ho trovato la sua testa sotto il letto.” Nessie si mise a ridere. Certo che lui l’aveva saputa tirar su di morale.
“Allora scendi?”chiese,accarezzandole il braccio.
“Ehm…si. Cioè,che ho detto?” lui le sorrise e se ne andò. Rimasi basita. Guardavo Nessie sconcertata.
“Che c’è?!”
“Oh niente. È solo che stavi facendo la civetta con il cugino del tuo ragazzo!”
“Eh?! Ma che dici!” si mise a ridere e corse via. Rimasi seduta sul suo letto per qualche altro minuto,poi anche io mi avviai verso il salone. Assorta fra i miei pensieri scesi le scale,andando a sbattere contro Jake e cadendo dalle scale per tre o quattro scalini.
“Ehi! Bella! Non mi avevi detto di essere tornata la solita,sbadata umana.  Come hai fatto?”
Io stessa mi sorpresi. Ero caduta? Da quando ero diventata una vampira non ero più caduta. Strano.
“Beh,non ne ho la più pallida idea. Ci rifletterò un po’ su e poi ti faccio sapere,eh?” allungò una mano verso di me e mi aiutò ad alzarmi,nonostante non ne avessi bisogno.
“Hai visto Nessie?”chiese lui.
“Non era con voi?”
“No. Pensavo fosse in camera sua.” All’unisono dicemmo :”Gabe”.
“Ehi? Che…cosa…ehm…perché hai pensato proprio a lui?”
“Per il semplice fatto che da quando siamo tornati a Forks non fa altro che cercare di rubare tutto ciò che è mio!” Lo guardai stranita per qualche secondo.
“Che intendi dire?” si sedette su uno scalino e cominciò a parlare:
“La mia camera,i miei amici,mio padre… la mia ragazza! È come se piano piano stesse cercando di impadronirsi della mia vita. Non fraintendermi, gli voglio molto bene! È come mio fratello… anche io facevo così.”
“Rubavi i cosmetici a Rachel?”chiesi io scherzando.
Lui mi diede un “delicato” pugno sulla spalla e disse. “No! Certo che no! Ma verso i tredici anni ho cominciato a…come dire,cercare l’attenzione delle amiche di Rachel. Diciamo che le intrattenevo.” Lo guardai sconcertata per qualche secondo.
“No! Che pensi?! Dico solo che le facevo ridere,cose così… alcune erano molto carine,sai?”
“Oh,ma davvero? E quindi mi stai dicendo che distraevi le amiche di tua sorella da lei?”
“Esattamente. Quindi capisco in un certo senso Gabe. È nuovo e si vuole ambientare. Ma cavolo non così!”
“Dai Jake. Scendiamo giù. Non possiamo passare la serata a parlare. C’è un emergenza in corso! Ricordi?”
“Già…e tu ricordi quante ore passavamo così? Io e te…nel mio garage.” Lo ricordavo. E ricordavo quanto fosse stato difficile quel periodo. E quanto Jacob fosse stato fondamentale per me. Estremamente fondamentale. Probabilmente senza di lui,non ne sarei uscita.
“Si ricordo Jake. Dovremmo farlo qualche altra volta sai! Mi manca parlare con te. Ma sembra che il branco ti stia succhiando il sangue dalle vene.”
“No,eh no. Noi non beviamo sangue! Le sanguisughe siete voi!”disse scherzosamente.
“Oh davvero?! Beh,resta il fatto che il mio migliore amico non ha più tempo per me.”dissi con un filo di tristezza nella voce. Mi mancava. Tutto mi mancava di lui. Eppure il bisogno che da umana sentivo nei confronti di Jacob era sparito. Non era più quel bisogno quasi maniacale. Come se fosse una droga. Certo,stargli lontana mi rattristava,ma il mio affetto per lui era sano,puro.
Sentii una specie di liberazione nel pensarci. Forse non ci avevo mai realmente riflettuto. L’avrei sempre voluto accanto a me. Lui una volta era il mio sole, adesso che il mio corpo era freddo e immutabile,del sole non avevo più realmente bisogno se non per puro egoismo.


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