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Capitolo 26

Da Blackvinylblues @blackvinylblues

3 Febbraio 1984

Dopo quello che è successo, ho pensato sia meglio che scriva su un diario tutto quello che succede.
E’ bello fare qualcosa che mi piace, finalmente.
Due settimane fa, Ralf mi accolse dicendomi:
- Sei il ragazzo adatto per questo posto.
Il sorriso fu contagioso anche per Florian. Marty, invece, era distaccata, infastidita dai sorrisi.
Oggi, ho capito il perché.
Mentre aggiustavo i nuovi arrivi, sentii dall’altra stanza:
- Penso solo che dobbiamo informarlo. – disse Marty.
- Sì, ma se lo viene a sapere, o spiffera, o è dentro. – disse Florian.
- Allora è dentro.
- E se fosse una spia? – disse Ralf.
- L’hai visto bene? – disse Marty.
- Infatti. Comunque dobbiamo fidarci, come abbiamo fatto per assumerlo. – disse Florian.
- Va bene.
Tornarono. Dopotutto è normale, qui, avere paura, soprattutto per quello che si sente, di spie infiltrate per trovare i fuggitivi dell’Est.
Florian si avvicinò e mi disse:
- Ormai sono due settimane che sei qui. E’ tempo che tu sappia. Dietro la facciata di un negozio di dischi, contrabbandiamo verso l’Est.
- Cosa?
- Dischi, ovviamente. Non lo facciamo per soldi, ma solo per portare un briciolo di libertà in quella zona, con dei dischi non filtrati dal regime.
- Capisco.
- Ora puoi scappare e metterci nei guai, oppure sei dentro.
- Che domande! Sono dentro.
- Bene, allora quando ci arriverà l’ordine dal nostro contatto, tu ti occuperai della gestione dei nuovi dischi.
In quel momento mi sembrò tutto normale. Era come se sentissi già dentro di me che doveva accadere, che dovevo in qualche modo diffondere musica.
- Non mi sembri sconvolto, ragazzo.
- Non lo sono, infatti.
- Sicuro che non sei una spia?
- Pensi davvero ti risponderei se la fossi?
- Già.
Era ora di tornare. Prendemmo i nostri cappotti lunghi, e uscimmo.
Tornai a casa, camminando molto attentamente per non scivolare sulla neve ghiacciata.
Vedendo il mio piccolo monolocale, capisco che se volevo questo, è perché ho bisogno di un sogno, di qualcosa di speciale per andare avanti.
Il fatto di essere contrabbandiere era un po’ un sogno, soprattutto se fosse stato vero che non lo avrebbero fatto per soldi.



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