Occhiali scuri. Cappello scuro. Cappotto scuro.
Mi sento un po’ ridicolo, ma è necessario per entrare nel personaggio. Penso sia normale che mi nasconda, voglio che si sappia che c’è qualcuno che indaga sul fatto, ma non voglio che si sappia che sono io.
La primavera di Hof lascia molto a desiderare.
La coltre di nuvole bianche è inframezzata da squarci di nuvole più scure, che annunciano pioggia. Fortunatamente non ci sono fiocchi di neve.
Non resisto più. Devo uscire. Devo vedere, vedere il negozio, gli altri.
Il negozio è la cosa più facile da trovare, è in pratica dietro l’angolo.
Oh, cazzo.
Spero di essermi sbagliato.
Invece no, la via è questa, il numero anche…
E’ diventato un ristorante vegetariano.
Sarebbe stato meglio un ristorante all’americana, tutto hamburger e patatine fritte.
Bah. Bah. Bah.
Meglio andare al parco, a distrarmi un po’.
Non so nemmeno io cosa voglio fare, dove andare, voglio solo camminare e scalciare qualche foglia caduta fuori stagione.
Dove trovare gli altri? Ora non so nemmeno se ho molta voglia. E comunque, non avevo idee su come iniziare.
Mi intrufolo in un bar, vestito come il fratello sfigato di Marty McFly in Ritorno al futuro, e ordino un caffè lungo. Sperando non sia un intruglio.
Origlio una discussione, per passare il tempo.
– Uff, questo sindaco!
– Che cosa ha fatto, adesso?
– Niente, assolutamente niente, si rifiuta di aggiustare il problema parcheggi.
– Bah, bastava non votarlo, no?
– Non è colpa mia se tutta la città era tappezzata con i manifesti “Vota Ralf Hübschman”.
Oh. Questo ha lo stesso nome del mio Ralf. Cerco velocemente un giornale locale, per ritrovarmi il suo faccino sorridente, mentre dà le chiavi della città a non so chi.
Inizio a ridere sguaiatamente, e penso mi noti tutto il bar.
Non perché non lo ritengo capace, anzi. Piuttosto perché ricordo il suo carattere, il suo scomparire tra le discussioni, il suo ridursi a calmo contraltare delle parti.
Mi rivolgo al barista:
- Da quanti anni è sindaco?
- Aspetti, meglio che chieda a Fritz.
Fritz si avvicina con il bicchiere che stava pulendo ancora in mano.
- Fritz da quanti anni è sindaco Hübschman?
- Ormai sono due.
– Capisco. Grazie Fritz.
- Niente.
– Quindi per incontrarlo, gli devo solo chiedere un appuntamento all’ufficio del Sindaco?
– Buona fortuna. Si dice sia un uomo molto impegnato.
– Appunto. Sarà impegnato con me.
Mi infilo gli occhiali e pago. Davanti, ho gli sguardi perplessi del barista e di Fritz che mi sorridono a mezza bocca.
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