Il piacere della lettura inizia da bambini, ancor prima di imparare a leggere, quando qualcuno legge per noi. Spesso la stessa fiaba, riletta ogni sera: un appuntamento fisso, la gioia rassicurante della ripetizione.
Così, da tempo innumerevole, la buona notte dei bambini è fatta di lupi che mangiano nonne, sorellastre e matrigne, belle principesse che sposano principi. Ma cosa accadrebbe se una sera, all’improvviso, i protagonisti delle fiabe rompessero le righe e cambiassero le carte in tavola?
Anche Rodari ci aveva pensato, con le sue Favole a rovescio, recitando «C’era una volta/ un povero lupacchiotto,/ che portava alla nonna/ la cena in un fagotto./ E in mezzo al bosco/ dov’è più fosco/ incappò nel terribile/ Cappuccetto Rosso,/ armato di trombone/ come il brigante Gasparone». Non contento, Rodari continuava raccontando che «Biancaneve bastona sulla testa/ i nani della foresta,/ la Bella Addormentata non si addormenta,/ il Principe sposa la brutta sorellastra» (Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra).
Bruno Munari, altro grandissimo autore della letteratura per l’infanzia, scrittore poliedrico, designer, grafico, artista a 360°, ha un’altra idea geniale e un po’ irriverente: cambiare tinta alla monocroma (e ormai monotona) mantellina di Cappuccetto Rosso.
Ecco allora Cappuccetto giallo, amica dei canarini, con un panierino di plastica gialla colmo di limoni, pompelmi e una bottiglia di olio del Garda. Cappuccetto Bianco, invece, va dalla nonna Candida, per portarle latte e zucchero, avvolti in un tovagliolo bianco. La nonna Candida, però, è andata nell’Africa nera, allora Cappuccetto Bianco diventa un po’rosso per la sorpresa e un po’verde per la rabbia.
Ma non finisce qui. Ci sono anche versioni ultramoderne della fiaba: per esempio, una Cappuccetto Rosso killer, che fredda il lupo con una pistola automatica (James Thurber, La notte degli spiriti e altri racconti) oppure la Caperucita en Manhattan di Carmen Martín Gaite, , pubblicata in Italia da Mondadori con il titolo: Cappuccetto Rosso a Manhattan. Che dire poi, della vera versione della storia, raccontata dal lupo? (Lief Fearn, Tecniche di animazione). Pare proprio che Cappuccetto Rosso fosse una bambina odiosa e insopportabile.
E voi, di che Cappuccetto siete? Ce n’è per tutte le fantasie.
Lara Cappellaro
Bruno Munari, Cappuccetto rosso verde giallo blu e bianco, Einaudi Ragazzi, euro 8,50