In ritardo sull'uscite ma mai sulle vostre pubblicazioni, in questa nottata di luglio mi trovo costretta a riprendere in mano "Z" l'album d'esordio di SZA, che segue i già bellocci ep "See.SZA.Run" e "S". SZA è l'unica donna all'interno della Top Dawg Entertainment, etichetta dove divide il tavolo di lavoro con gente come l'uomo del 2013 Kendrick Lamar, Jay Rock e Schoolboy Q. Solana, in arte SZA, è del 1990 (voglio morire ora soffocata dalla polvere del ventilatore posizionato perpendicolarmente al letto, grazie.) di madre cristiana e padre musulmano, cresce secondo un'educazione di tipo musulmana, lontana dalla mondanità, dalla TV e dalle cose cool che fanno i suoi compagni di scuola. Ecco. E fino a qua, permettetemi, sembra propria la mia infanzia priva di film dei fratelli Vanzina, di MTV e dei panini alla Nutella. Ma si sa, proibire qualcosa ai figli non fa altro che accrescere in loro il desiderio di FARLO DI BRUTTO. Infatti, come io sono riuscita a scoprire e ad assaporare Nutella e MTV, anche la dolce Solana impara a conoscere la musica, ma nel modo che solo noi figli del proibizionismo conosciamo: completamente caso. Nasciamo e cresciamo privi di input musicali ed estetici da parte dei nostri genitori, MA assetati di qualsiasi forma di musica esistente su questo pianeta. Una bulimia musicale quella che mi accomuna alla più fortunata SZA, più fortunata perché mi sembra già chiaro chi delle due abbia trovato nella tavoletta di cioccolata l'invito alla fabbrica di Willy Wonka e chi no. SZA si ribella alla dittatura musicale imposta dal padre (solo jazz o a letto senza cena) e viene introdotta dai suoi coetanei al mondo della musica: scopre -ahimè- i Red Hot Chilli Peppers e Macy Gray, va fuori di testa quando si imbatte in Common, in Bjork e nei Wu Tang Clan. E qui, mi spiace Solana dato che sei anche più piccola di un anno, sono costretta a rammentarti che c'ero già io. Peccato che Dio si sia premurato di donarle giusto qualche talento in più, tipo una voce magnetica, eterea e il trovarsi nel continente giusto al momento giusto.
Qui non si strilla, non si rompono bicchieri ma si tira su un sacco di polvere, una voce vaporosa e rotonda che si avvicina con enorme naturalezza a qualsiasi appiglio musicale le venga lanciato da chi sta dietro al vetro dello studio musicale. R&B, chiaro, un nu-soul fuso con una chillwave deliziosa e autunnale come in "Sweet November", ai cori e alla sacralità strumentale di "Babylon" con il collega e mentore Kendrick Lamar, al trasformarsi di un pezzo come "Warm Winds" con il compagno d'etichetta Isaiah Rashad, pezzo capace di passare da una lasagna di tracce vocali nascoste a una preghiera a occhi chiusi e mani congiunte. Uno smoothie pop fatto dalla ragazza della porta accanto aiutata anche dalle manine di uno di quei ragazzi della porta accanto che tanto amo, come Toro Y Moi che produce il pezzo "HiiiJack". Se non vi bastasse l'idea di ascoltare qualcosa che racconta più una favola che una storia, allora non nascondiamo il fatto che SZA è stilosissima: look da tomboy, SZA è un'Erykah Badu in miniatura, con enormi capelli ricci e lentiggini sparse per tutto il viso. Poco che rosico perché lei è super cool e io no. Poco davvero.
Comunque, per ridimensionare la visione che ora avrete di SZA e non di me, diciamolo: come album "Z" non è nulla di indimenticabile, ma è decisamente piacevole.