Un paio di settimane fa l’Italia cestistica sognava le Final Four dell’Eurolega: la spaventosa crisi finanziaria e il netto calo d’interesse che hanno avvinghiato il movimento nazionale inducevano anche molti dei tanti detrattori dell’Olimpia Milano ad augurarsi un imminente ritorno delle Scarpette Rosse sui palcoscenici più prestigiosi del Vecchio Continente. Una grande Emporio Armani protagonista in un evento mondiale al Forum di Assago: un gustoso antipasto per l’anno più rovente e controverso del capoluogo meneghino! Peccato che David Blatt, Ricky Hickman, David Blu e Alex Tyus – oltre al resto del Maccabi Tel Aviv – avessero idee leggermente diverse; gli dei del basket hanno punito i primi brividi dell’Olimpia e hanno trasformato una serie dai due volti in un thriller di tre minuti.
Lo psicodramma di Gara 1 ha cancellato i sogni dei tifosi e ha riportato sulla terra il basket italiano, ma la saggezza popolare del Bel Paese insegna da sempre che gettare via il bambino insieme all’acqua sporca non è cosa buona e giusta; la stagione dell’EA7 ha regalato emozioni sontuose e ha aperto prospettive interessanti, che potrebbero assumere le ambite sembianze di un Tricolore che manca da diciotto lunghissimi anni.
BAROMETRO DA TARARE – L’Olimpia ha offerto al suo pubblico partite esaltanti, ma ha sempre sofferto le avversarie capaci di metterle qualsiasi tipo di pressione: il Panathinaikos duro a morire della Top 16, il Banco di Sardegna Sassari in versione Lazzaro sparatutto della Coppa Italia e l’Acqua Vitasnella Cantù in forma-derby dei due match di campionato hanno mostrato i piccoli interstizi d’aria che si nascondono dietro la solida facciata di una squadra armoniosa e compatta. La corazzata che ha annientato il Barcellona e l’Olympiacos non ha retto alla prova del barometro: quando il Maccabi ha fatto salire la tensione e ha messo qualche dubbio nella psiche collettiva dell’Olimpia, le Scarpette Rosse hanno perso colore e si sono smarrite in un coro stonato di personalismi. Langford è tornato il mancato salvatore della patria che lo staff di Tel Aviv aveva giubilato senza rimpianti, Melli si è ricordato dell’anagrafe, Samuels e Lawal hanno faticato a decifrare i pick-n-roll avversari, Jerrells è andato alla disperata ricerca di un colpo del KO che non poteva arrivare, mentre Hackett ha capito “quanto sa di sale lo pane” d’Europa. David Blatt ha seminato sabbia negli ingranaggi di Luca Banchi e la sua squadra ha dominato le ultime due partite; Hickman e Rice hanno completato il delitto perfetto con un blitz micidiale in Gara 1. 3-1 e tripudio giallo: che sarà dell’Olimpia?
UN PROGETTO SANO – L’eliminazione europea non deve cambiare i piani di Milano: Livio Proli e Luca Banchi hanno costruito una squadra competitiva e, per la prima volta dal 2004/2005, hanno formato un gruppo capace di remare nella stessa direzione per più di due minuti alla volta. Se l’Armani Jeans di Lino Lardo andò oltre i suoi stessi limiti e sfiorò lo scudetto, l’EA7 del coach Campione d’Italia ha tutte le carte in regola per dominare i Playoff (primo posto matematico nella regular season già raggiunto, non succedeva dal 1991) e creare un ciclo vincente: i giocatori sono giovani e motivati, Milano è una grande piazza, la proprietà sembra garantire una certa solidità finanziaria e il roster non ha debolezze strutturali. Nessuna avversaria ha le armi per battere l’Olimpia in una serie di sette partite: se Banchi riuscirà a regolare il barometro e a non far esplodere i nervi dei suoi ragazzi, la Madonnina riabbraccerà il Tricolore e potrà continuare a sognare l’Europa dei canestri. I prossimi due mesi saranno decisivi: soltanto un successo netto potrà convincere Armani a investire ancora per cercare di trattenere i pezzi più pregiati di una rosa profonda e competitiva; soltanto un trionfo offrirà a Hackett e a Langford le motivazioni per restare a Milano e continuare a cercare la corona continentale. Lavoro, fatica, sudore: queste semplici ricette metteranno da parte i fantasmi di Diener e gli incubi di Hickman. Se le Scarpette Rosse sono tornate per davvero, le loro suole dovranno squittire forte tra maggio e giugno!