CARA PAROLA, CURA
poesie di Maria Teresa Carcano
Editrice ZONA 2010
"Sa sedurre la carne la parola, prepara il gesto, produce destini... È martirio il verso, è emergenza di sangue che cola e s'aggruma ai confini del suo inverso sessuato, controverso." (Patrizia Valduga)
Per quattro sezioni:
I Da “Cara parola, cura”
1
Cara parola cura
benché morbo
un corpo ossesso che concresce
in corpo
mefisto che trasmuta in esorcista
se indemoniato infuria e in ogni pista
scortica
e scava
e sgretola
e rovista
e stana l' io stonato il nichilista
io
che appostato sta
sì come un corvo
2
voglio (vorrei) l’abbaglio lo smagliante
f l a s h
che mi brilli e sbrigli ma nei geni
ho questo calcestruzzo di fonemi
una muraglia
per giocare a squash
e mi ci scaglio contro finché
c r a s h
rotta all’impatto slitto sgrigliolante
giù
nella faglia stretta della mente
*
II Da “Il poco di materia”
1
ciò che ci è attorno ciò che ci è presenza
ha un lasso -lungo o breve- di scadenza
un morso un altro morso ed ecco è torso
il frutto che era torso già nel seme
e tornerà alla terra la sublime
cattedrale che svetta
è l’insolenza
della iattura che affattura il gene
niente
nessuno
ne rimane escluso:
ci spetta solo un comodato d’uso
2
l’amore sta ai poeti come un vizio
luculliano
oh trastullo lezioso di delizie
come ogni cosa si fa presto vana
si insipida la zuppa quotidiana
e lise le pezzuole
e l’accozzame
di fiche e cazzi, e i frizzi i lazzi i lai
arredi obsoleti di un interno
(inferno)
in cui si muore sempre soli
uomini/pantegane
negli scoli
*
III Da “Il tempo detto vita”
1
altro che nostro, il tempo -detto vita
è di madama e senza usucapione
e gli amori i dolori la partita
coi giorni
sono una masturbazione
soltanto un tragicomico espediente
per distrarre madama
e il nostro niente
2
ahi quanto assai amai
le spine uncine
le fitte
infitte al cuore e le becchine
dita
che ti rovistano il costato
e il rito
di imbandirmi su un altare
e offrirmi come
un cristo sporzionato
(testo in concorso al Premio Turoldo 2010)
*
IV Da “L’amor scortese”
1
e d’amore in amore
- in amore d’amore - l’amor morte
quanti morbi m’ha infetto e quante volte
dall’aggroviglio delle arterie intorte
ho sbarbicato radiche rimorte
quante volte risorte
queste mie spoglia spoglie
e storpie
e storte
pregano a spaccaudito quell’ordito
di pene
che s’intrami nelle vene
che mi dia vita insieme
a quella morte
2
amore mattatore incantatore
bello e sparviero
come un tamerlano
destro all’inganno
che in tua astuta mano
portenti e meraviglie mostri mentre
l’altra mano -l’arcana- nella mente
infilzi, afferri i fili del pensiero
e li tiri li slacci li sfilacci
e poi voilà in un gioco di prestigio
tutti li hai già intrecciati a tuo capriccio
*
o sto al mio io contratta
a lui coatta
ineluttabilmente sua consorte
unita a vita
e in buona e in malasorte
sempr'io con io perdio senza un'opzione
né un respiro di pausa o un' evasione
attanagliata, stretta come un cargo
punito con la pena dell' embargo
(testo in concorso al Premio Turoldo 2010)
*
si va
come i somari al loro andare
bestie da basto
e con il passo
zoppo
si va, sognando prati da galoppo
si va sciancando a stento con la schiena
stremata e stretto il morso sotto il mento
la bocca aperta appena giusto il tanto
a rotolare un rantolo
o a ragliare
(testo in concorso al Premio Turoldo 2010)
opera di Maria Teresa Carcano
NOTE BIOGRAFICHE
Maria Teresa Carcano vive ad Alatri, un’ antichissima cittadina in provincia di Frosinone.Insegnante, cura da tempo un laboratorio teatrale nella scuola primaria di Fiuggi. Si è avvicinata alla poesia in qualità di autrice da pochi anni e ha pubblicato i suoi primi componimenti in alcuni siti di scrittura. Nel 2009 ha partecipato con una silloge inedita al Premio Nazionale di poesia Quaderni di Linfera. Selezionata tra i finalisti, è stata inserita nell’antologia del premio. “Cara parola, cura ” è la sua prima raccolta di versi.
opera di Maria Teresa Carcano
NOTE BIOGRAFICHE




