I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale per il Piemonte e la Valle d’Aosta hanno recuperato undici pagine miniate provenienti da antichi testi rubati nel 1990 dall’Archivio Arcivescovile torinese. Lo annuncia il Capitano Guido Barbieri, nel corso della conferenza stampa di questa mattina.
L’attività di indagine -diretta dal PM Dr. Giuseppe Ferrando- è stata condotta in collaborazione con la polizia tedesca e la sezione Carabinieri di Polizia Giudiziaria della Procura di Torino. La refurtiva è stata recuperata tra i lotti di beni d’arte proposti da una Casa d’Aste di Monaco di Baviera.
Il clamoroso furto risale al 1990, ma la denuncia fu poi integrata nel 1996, quando ci si rese conto della sparizione di altre pagine miniate. Nel corso degli anni, la refurtiva – considerata dagli studiosi “di elevato pregio storico-artistico”- è stata scoperta prevalentemente all’estero: Regno Unito, Germania e Stati Uniti si sono vesti recapitare richieste di restituzione degli oggetti rubati, scoperti in vendita o esposti in musei.
Il successo più recente riguarda il ritrovamento della “Bibbia di Ludovico da Romagnano”, prezioso manoscritto risalente al XIII secolo, e riconsegnato all’Archivio Arcivescovile di Torino a inizio anno. Questa mattina, gli investigatori del Nucleo TPC, hanno restituito al Direttore dell’Archivio Ecclesiastico -Monsignor Martinacci- undici pagine provenienti dai “Messale e Breviario di Ludovico da Romagnano” e “Antifonario di Giovanni da Desio”, smembrati durabte il furto e ricettati singolarmente.
Nota di colore, l’individuazione di questi undici capolavori si deve alla Professoressa Costanza Segre Montel, docente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. La Professoressa -che non aveva mai perso la speranza di ritrovare la refurtiva e che stamattina è visibilmente commossa- nel corso di personali ricerche, e grazie alla provvidenziale segnalazione della Dr.ssa Dutschke della Columbia University, si è imbattuta nei manoscritti messi in vendita attraverso un portale telematico tedesco. Dopo il tempestivo intervento del Nucleo TPC e alla conclusione di una rogatoria internazionale, le pagine sono finalmente tornate a casa. Le indagini intanto proseguono nella ricerca dei documenti mancanti.
C’è soddisfazione palpabile, ma anche molta amarezza. Amarezza per le pagine che ancora sono disperse e per lo scempio che ne viene fatto dai ricettatori.
Su portali come ebay, infatti, negli ultimi anni è stato segnalato un progressivo aumento di vendite di manoscritti smembrati. Capolavori letteralmente fatti a pezzi – le pagine mancanti da quelli torinesi erano state tranciate di netto con una lametta- e con una base d’asta che può andare dai 500 ai 1000 euro.
E’ don Giovanni Sacchetti, archivista responsabile per la sezione storica dell’Archivio, a riassume questa brutta sensazione: “Non che non sia contento. Ma lo sarei molto di più se questi manoscritti non fossero stati rubati. E qui ci sarebbe da capire perchè non si è investito in sicurezza, in prevenzione, perchè il personale non ha ricevuto una formazione più opportuna. Questi sono interrogativi molto seri e gravi.”
Articolo e Foto di Giulia Pescara.