Una azione ,quella dell’amnistia,che possiamo considerare coraggiosa ma necessaria per ridurre lo stato di sovraffollamento delle carceri italiane. Il monito del Presidente della Repubblica ,Giorgio Napolitano, intervenuto nei giorni scorsi ad un convegno dei radicali italiani si è basato sulla necessità di agire immediatamente,nelle sulla mera realtà : “il peso negativo-ha detto Napolitano- di oscillanti e incerte scelte politiche e legislative, ha determinato tendenze di indirizzo che vanno dalla depenitenzia rizzazione alla ciclica ripenalizzazione, con un crescente ricorso alla custodia cautelare ed un’abnorme estensione della carcerazione preventiva”. Valutando che la centralità del problema stia proprio nella abnorme utilizzazione della custodia cautelare e della carcerazione preventiva cerchiamo di vedere lo stato delle carceri italiane al 31 luglio del 2011. In Italia ,a tale data ,su 207 istituti di pena troviamo un totale di detenuti presenti di 66.942 che si contrappongono ad una capienza regolamentare di 45.681 posti,in pratica l’esubero carcerario italiano si attesta in 21.261 posti. Le celle dei penitenziari italiani con una capienza di 4 posti in pratica ne contengono ben 6 con un aumento standard di circa il 20%. Un sistema che andrà al collasso fra qualche tempo perché tutta l’organizzazione carceraria costituita da detenuti, agenti di polizia penitenziaria ,educatori assistenti sociali,infermieri,medici ,Psicologi ed altro, si troverà in misura impari rispetto alle esigenze del sistema, il personale di polizia penitenziaria oggi intorno alle 42.000 unità non riuscirà a gestire al meglio le innumerevoli attività carcerarie. Un aspetto non meno rilevante quello sanitario che oggi non riesce a gestire al meglio tutte le esigenze preposte al sistema con manifestazioni molte volte al limite di ogni ragionevolezza da parte dei detenuti. Oggi il sistema carcerario italiano deve cambiare dando al detenuto la possibilità di svolgere un’attività lavorativa anche fuori dalle case circondariali nell’ambito di attività pubbliche produttive come costruzione di strade,manutenzioni comunali ed altro. La Romania nazione che soffre della sua latente povertà è riuscita a risolvere il problema creando un sistema di autogestione delle carceri. Le carceri in Romania in totale sono circa 50. Il detenuto che può svolgere attività lavorativa nella sua giornata ,lavora in varie aziende comunali o statali producendo per il sistema carcerario reddito che a sua volta viene ridistribuito nel 70% per la gestione delle carceri, mentre per il 30% và nelle tasche del detenuto. La famiglia quando presente aiuta direttamente il detenuto fornendo gran parte del vettovagliamento(lenzuola ed altro). Occorre,quindi che l’Italia cambi rotta e si allinei a questo tipo di filosofia. Altro esempio sono gli stati uniti dove molte carceri sono private e rappresentano in alcuni casi dei piccoli gruppi industriali di produzione attiva. La risoluzione del problema sovraffollamento parte sicuramente dall’Amnistia e non dall’Indulto che nel 2006 in seguito alla legge 241/06 ha prodotto solo una chimera,i detenuti,infatti, presenti nel luglio 2006 erano 60.170,mentre nel settembre 2006 dopo l’entrata in vigore della legge la popolazione penitenziaria era di 38.326,solo dopo un anno e mezzo siamo ritornati ad una popolazione di 60.000 unità. Dati che ripropongono ad oggi l’inefficienza di tale atto.
Di Maurizio Cirignotta-----------------------------
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Una azione ,quella dell’amnistia,che possiamo considerare coraggiosa ma necessaria per ridurre lo stato di sovraffollamento delle carceri italiane. Il monito del Presidente della Repubblica ,Giorgio Napolitano, intervenuto nei giorni scorsi ad un convegno dei radicali italiani si è basato sulla necessità di agire immediatamente,nelle sulla mera realtà : “il peso negativo-ha detto Napolitano- di oscillanti e incerte scelte politiche e legislative, ha determinato tendenze di indirizzo che vanno dalla depenitenzia rizzazione alla ciclica ripenalizzazione, con un crescente ricorso alla custodia cautelare ed un’abnorme estensione della carcerazione preventiva”. Valutando che la centralità del problema stia proprio nella abnorme utilizzazione della custodia cautelare e della carcerazione preventiva cerchiamo di vedere lo stato delle carceri italiane al 31 luglio del 2011. In Italia ,a tale data ,su 207 istituti di pena troviamo un totale di detenuti presenti di 66.942 che si contrappongono ad una capienza regolamentare di 45.681 posti,in pratica l’esubero carcerario italiano si attesta in 21.261 posti. Le celle dei penitenziari italiani con una capienza di 4 posti in pratica ne contengono ben 6 con un aumento standard di circa il 20%. Un sistema che andrà al collasso fra qualche tempo perché tutta l’organizzazione carceraria costituita da detenuti, agenti di polizia penitenziaria ,educatori assistenti sociali,infermieri,medici ,Psicologi ed altro, si troverà in misura impari rispetto alle esigenze del sistema, il personale di polizia penitenziaria oggi intorno alle 42.000 unità non riuscirà a gestire al meglio le innumerevoli attività carcerarie. Un aspetto non meno rilevante quello sanitario che oggi non riesce a gestire al meglio tutte le esigenze preposte al sistema con manifestazioni molte volte al limite di ogni ragionevolezza da parte dei detenuti. Oggi il sistema carcerario italiano deve cambiare dando al detenuto la possibilità di svolgere un’attività lavorativa anche fuori dalle case circondariali nell’ambito di attività pubbliche produttive come costruzione di strade,manutenzioni comunali ed altro. La Romania nazione che soffre della sua latente povertà è riuscita a risolvere il problema creando un sistema di autogestione delle carceri. Le carceri in Romania in totale sono circa 50. Il detenuto che può svolgere attività lavorativa nella sua giornata ,lavora in varie aziende comunali o statali producendo per il sistema carcerario reddito che a sua volta viene ridistribuito nel 70% per la gestione delle carceri, mentre per il 30% và nelle tasche del detenuto. La famiglia quando presente aiuta direttamente il detenuto fornendo gran parte del vettovagliamento(lenzuola ed altro). Occorre,quindi che l’Italia cambi rotta e si allinei a questo tipo di filosofia. Altro esempio sono gli stati uniti dove molte carceri sono private e rappresentano in alcuni casi dei piccoli gruppi industriali di produzione attiva. La risoluzione del problema sovraffollamento parte sicuramente dall’Amnistia e non dall’Indulto che nel 2006 in seguito alla legge 241/06 ha prodotto solo una chimera,i detenuti,infatti, presenti nel luglio 2006 erano 60.170,mentre nel settembre 2006 dopo l’entrata in vigore della legge la popolazione penitenziaria era di 38.326,solo dopo un anno e mezzo siamo ritornati ad una popolazione di 60.000 unità. Dati che ripropongono ad oggi l’inefficienza di tale atto.
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