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Cardinale Bagnasco: “Si abortisce per motivi economici”. E se non fosse così?

Creato il 02 gennaio 2013 da Cagliostro @Cagliostro1743

Cardinale Angelo Bagnasco

Attacco del presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco ad eutanasia ed aborto che possono essere proposti con «motivi umanitari a parole» ma cercati «temo per motivi economici».
Il cardinale Bagnasco non specifica quali siano i motivi economici per cui una donna potrebbe ricorrere all’aborto. Una donna potrebbe abortire perché priva di entrate per sostenere il figlio oppure – situazione opposta – per non essere ostacolata durante la carriera: entrambi sarebbero dei diversissimi motivi economici. Perciò sarebbe utile che Bagnasco fosse stato più preciso altrimenti le sue parole possono essere interpretate in modi totalmente diversi.
Se il presidente della Cei avesse letto la relazione 2012 del ministero della Salute sull’aborto avrebbe avuto le idee più chiare sulle caratteristiche delle donne che ricorrono all’aborto.
Dal rapporto emerge che a ricorrere meno all’aborto sono le donne più istruite, le occupate e le coniugate anche grazie ad una maggiore competenza in materia di sessualità.
Nello specifico il 3,3 per cento delle italiane che hanno abortito nel 2010 non aveva nessun titolo di studio o solo la licenza elementare (11,4 per le straniere), il 41,7 per cento la licenza media (48,2 per cento tra le straniere), il 45,5 per cento la licenza superiore (34,7 per le straniere) e solo il 9,6 la laurea contro un 5,6 tra le straniere che hanno fatto ricorso all’aborto.
Per quanto riguarda l’occupazione il 48,5 per cento delle italiane che hanno abortito era laureato (questa percentuale è del 45,1 tra le straniere), il 14,3 era disoccupato (24 per cento fra le donne straniere), il 23 per cento delle donne italiane ed il 25,8 delle donne straniere che hanno abortito svolgeva la professione di casalinga ed il 14,1 era una studentessa (5,1 tra le straniere).
 
Nel 2010, l’88 per cento delle donne che hanno fatto ricorso all’IVG ha dichiarato di non aver mai avuto aborti spontanei nel passato: tutto ciò smentisce molte voci provenienti dal mondo cattolico secondo cui la legalizzazione dell’aborto nel nostro Paese avrebbe portato ad una sessualità meno responsabile. Invece – come si legge nella relazione – l’unico fattore collegato ad una sessualità più responsabile (anche in materia di contraccettivi) è il livello d’istruzione.
L’aborto rappresenta nella gran parte dei casi una extrema ratio e non la scelta d’elezione ed il ministero ricorda che «la promozione della procreazione responsabile costituisce la modalità più importante per la prevenzione dell’aborto».
L’assenza della mancata educazione sessuale tra le giovanissime sono evidenti. Infatti ben l’8,3 per cento delle donne che ricorrono all’aborto hanno tra i quindici ed i diciannove anni ed il 18,4 hanno tra i venti ed i ventiquattro anni: segno che con una corretta educazione sessuale questa percentuale potrebbe diminuire ulteriormente.

Perciò a prescindere dai “timori” del cardinale Bagnasco secondo cui si abortisce per motivi economici dai dati del ministero della Salute emerge che sono proprio le donne occupate ed istruite in materia di sessualità a ricorrere in misura minore all’aborto.

Cardinale Bagnasco: “Si abortisce per motivi economici”. E se non fosse così?

 


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