Finalmente i media sembrano essersi accorti che la crisi economica paurosa che sta rimontado non è solo un fatto greco, ma che può coinvolgere anche l’Italia, sotto attacco dall’agenzia internazionale di rating Moody’s che nei PIGS o PIIGS non la mette “alla pari di Spagna e Irlanda” come si affannano a dire in un delirio di menopeggismo quasi tutti i media nazionali, ma esattamente allo stesso livello del Portogallo, in fondo alla classifica, un pelo sopra la Grecia. Il che non è una grande soddisfazione. Ma almeno un po’ di realtà, perdiana!
Piuttosto il fatto politico sotteso più rilevante del giovedì nero, quello se lo dimenticano o lo relegano nelle pagine interne senza dargli dignità nel titolo. Di che cosa si tratta? del fatto che ieri a sentire il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti (che almeno ha ammesso che la situazione è grave e che il nostro paese NON è immune dal contagio dei mercati) che riferiva in Parlamento c’erano circa 50 deputati, meno del 15% degli eletti. Come dire, care lettrici e cari lettori, che ai nostri politici che il paese vada in malora non gliene frega poi molto, così come gli fa un baffo la manovra economica correttiva annunciata da Tremonti in quella sede per 25 miliardi in due anni. per chiarire un salassetto di altri 416 euro dalle tasche di tutti gli italiani, neonati, ottuagenari, disoccupati e inoccupati compresi. In passato su manovre economiche di questa portata sono traballati, se non caduti, governi. Oggi il Parlamento, e i media, la ingoiano come due tagliolini al dente. Il che la dice lunga su chi sono i veri committenti dei giornali, a pagamento, free press o online che siano. Il primato della politica (o dei politici?) non solo sull’economia ma anche sui media e sulla realtà è ormai incontrastato.
Tutti i media, invece, hanno riportato le straordinarie opinioni del capo (Silvio) che ci informava gentilmente che quelli di Moody’s sono dei cialtroni che andrebbero fermati. Il che può anche avere qualche fondamanto, ma naturalmente, non ha fatto un baffo alle Borse mondiali, non ha impedito a quella di Milano di avere la peggiore performance fra i già disastrati mercati europei e, tutto sommato, non ha disturbato neppure Moody’s, che incassa invece il sostegno della stampa economica americana nel picchiare giù duro sull’economia italiana.
Sarà un caso che il principale giornale economico americano (e mondiale), il Wall Street Journal sia di Rupert Murdoch, il magnate dei media che a Berlusconi non ha ancora perdonato la sovratassa sulla pay Tv che in Italia penalizza la sua Sky?
A pensar male…






