Sono sempre stato un grande amante di zombie e morti viventi affini, ma devo anche ammettere che negli ultimi anni, il filone, è stato invaso da centinaia di prodotti che hanno, più o meno, declassato il genere, finendo per trasformarlo in una parodia di se stesso.
E, come contraddizione vuole, il corto che vi presento oggi parla proprio di zombie.
Spesso, nelle pellicole con protagonisti i cari e vecchi morti deambulanti, i concetti alla base sono sempre gli stessi: sangue, armi da fuoco, morti inutili e insensate e un sacco di violenza. Ecco, Cargo, pur rientrando in questa categoria, riesce, grazie anche ad una costruzione pressoché perfetta, a ritagliarsi un angolino tutto suo.
Il pathos che si crea con lo spettatore è indiscutibile, il tutto senza nemmeno una parola di dialogo. Immagini, emozioni che servono solo a portare avanti una trama semplice ma al contempo articolata e molto riflessiva.
Il protagonista è un uomo, che si ritrova suo malgrado a dover lottare per la sopravvivenza sua e della sua piccola, in seguito ad un incidente stradale in cui ha perso la vita sua moglie.
Il cammino di questo uomo lo porterà inevitabilmente a dover compiere delle scelte, nella speranza che servano ad aiutarli, se non per lui almeno per la figlia.
Diretto da Ben Howling e Yolanda Ramke, si presenta con una costruzione solida e una realizzazione ineccepibile. Anche il comparto sono è adatto e si incastra alla perfezione nell’ambientazione.
Insomma, un grande cortometraggio, che mantiene le promesse e rivaluta un genere forse un po’ troppo abusato.
Da vedere.