Magazine Europa

Carillon e automi. Meraviglie di meccanica e arte

Da Veronica Addazio @SvizzerAmo

Al confine occidentale della Confederazione, in Canton Vaud nella regione dello Jura svizzero, Sainte Croix è una località famosa per la sua splendida posizione panoramica sul Lago di Neuchâtel, il Lago Lemano e su tutte le Alpi. Un vero balcone esposto a Sud dove la vista spazia e domina su tutte le montagne. È il corso del sole a dettare l’elenco delle cime, sorgendo dietro le tre grandi dell’Oberland Bernese: Eiger, Jungfrau e Monch e tramontando dietro il Monte Bianco, passando nel suo moto apparente dietro Diableret, Cervino e Rosa e tante altre a chiudere l’orizzonte…

Il museo delle sorprese

Sainte-Croix è una località conosciuta per le sue piste da sci da fondo e per le passeggiate nella natura, un luogo veramente bello che noi di SvizzerAmo abbiamo apprezzato molto durante il nostro ultimo viaggio. C’è però un’altra cosa che la rende unica: un museo. il CIMA un acronimo che sta per Centre Internationale de la Mécanique d’Art, (www.musees.ch) dove si racconta la storia delle Boîtes à music, quelli che noi chiamiamo i carillon. Una storia che inizia nel 1796 per opera dell’orologiaio ginevrino Antoine Favre e che continua anche ai nostri giorni. Il CIMA è un museo da ascoltare, per questo tre volte al giorno da martedì a domenica ci sono visite guidate (anche in italiano, su prenotazione) che oltre a mostrare come nasce una scatola musicale ne fanno anche sentire il suono. Sul canale YouTube di SvizzerAmo ne troverete alcuni esempi.

Il nonno di compact disc e jukebox

Si può tranquillamente affermare che le scatole musicali fossero gli antenati dei CD. Il perché è molto semplice: il moderno CD è un supporto in plastica dove sono registrati una serie di numeri 0 e 1 che costituiscono il codice binario che viene letto dal laser e ricostruito dal computer. La Boîte à music funziona grazie a una serie di coppiglie (da 800 a 12’000) infilate su un cilindro metallico che, girando su se stesso grazie a un motore a molla, giunge a pizzicare una lamella metallica, mettendola in vibrazione e producendo il suono. Queste lamelle sono disposte a pettine, sono accordate come la tastiera di un pianoforte e ce ne possono essere fino a 130. A seconda di come sono disposte le coppiglie si riproduce una musica, più o meno lunga a seconda della dimensione del cilindro. Alcuni di questi cilindri contengono addirittura più melodie (fino a 18) alla fine di un brano un meccanismo sposta quasi impercettibilmente il cilindro di modo che siano altre coppiglie a toccare la tastiera.

Capolavori di ebanisteria e meccanica

Nel museo sono esposti parecchi esemplari, tutti funzionanti, dai quali si vede precisamente come funziona il meccanismo e la bellezza dei mobili che li ospita. Alcuni sono dei veri capolavori di ebanisteria finemente intarsiati; altri mobili di grandi dimensioni che pesano quasi 100 chili. Altri ancora hanno numerose complicazioni, come tamburelli, campanelli, effetti tipo mandolino o fisarmonica creati da canne ad ancia, tipo organo, azionate da mantici.

Le scatole musicali sono anche l’antenato del jukebox. Alcuni modelli erano pensati per luoghi pubblici, avevano cilindri intercambiabili e funzionavano a moneta. Il CIMA ospita anche altri capolavori di meccanica applicata alla musica. Il cilindro non era il solo sistema per fare funzionare le Boîtes à music. Un altro sistema, sviluppato in Germania, adoperava dei grandi dischi in metallo traforati dove la posizione e la grandezza del taglio indicava l’altezza della nota e la sua durata. Una sala è dedicata ai grandi strumenti da concerto adoperati fino al dopoguerra nelle sale da ballo o nelle fiere al posto dell’orchestra, il cui funzionamento era dato da una serie di schede di cartone traforato posizionate l’una dopo l’altra in un caricatore e si poteva così facilmente scegliere sia il programma che la durata dello stesso.

Automi che sembrano vivi

Il CIMA ha anche un’altra sezione dedicata agli automi. Dopo una breve presentazione, la guida spegne la luce centrale focalizzando l’attenzione su due capolavori: Colombina e Pierrot, due splendidi automi, del XIX Secolo. La prima è in grado di scrivere un messaggio al suo amato Pierrot, con bella calligrafia mentre il secondo, rimane romanticamente estasiato con la penna a mezz’aria incapace di rispondere alla luce della lampada a petrolio. Vicino un Mozart meccanico suona la sua musica e poco oltre una gabbietta metallica finemente lavorata ospita due uccellini meccanici, perfetti nelle loro fatture e coperti di vere piume colorate e in grado di riprodurne il canto.

Il percorso di visita termina con la bottega della Reuge, l’ultima fabbrica rimasta a Sainte-Croix dove sono in mostra pezzi di design (splendidi e costosissimi) e curiosità come le scatole musicali disegnate sui modellini di astronave di Guerre Stellari che ne riproducono la colonna sonora.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :