Non capita tanto spesso di assistere ad una vera santificazione del libro. Ancor più raramente, che la stessa, appassionata, celebrazione del mondo letterario provenga dai ragazzi: ovvero da chi, a torto, è considerato per eccellenza detrattore della letteratura, in nome di una multimedialità esasperata. Così, anche per smentire i luoghi comuni, a Rimini è andato in scena Mare di Libri – Festival dei Ragazzi che leggono: una tre giorni dedicata agli autori ed ai lettori del caro, vecchio, libro, con copertina e carta, che resiste, nonostante tutto, alle spallate di tablet ed e-book. E la notizia, come detto, è che la manifestazione è stata condotta ed organizzata, in maniera impeccabile, da un centinaio di volontari dagli 11 ai 18 anni, che hanno riempito le vie del centro romagnolo, gli stand e le numerose mostre in programma. Gestendo in prima persona il servizio d’ordine degli spettacoli, le biglietterie, la vendita dei libri, e con un unico, simpatico privilegio: per tutti gli eventi in programma, le prime file sono state riservate ai ragazzi. La giornata conclusiva del Festival ha avuto un epilogo prestigioso: un happening letterario-musicale che ha visto esibirsi, sul palco del Teatro degli Atti, l’attore Fabio De Luigi, accompagnato dai Just Mode, band musicale formata interamente da teenager. Tema del recital, il romanzo Alta fedeltà di Nick Hornby, sintetizzato nei passaggi più divertenti, scanditi dalle note dei piccoli musicisti ed impreziosito dalla mimica facciale e dalla contagiosa ironia dell’attore romagnolo, perfettamente a proprio agio nel condividere il palco con i giovani artisti.
Un appuntamento preceduto, nel pomeriggio, dall’evento a sorpresa della manifestazione: la presentazione de Il sogno di volare, ultima fatica letteraria di Carlo Lucarelli, a tre anni di distanza dall’ultimo romanzo pubblicato. Un incontro che è stato preziosa occasione per conoscere l’autore e parlare di noir, genere molto apprezzato anche fra i giovani. Ed anche per spiegare il lungo silenzio dello scrittore emiliano: «Sentivano in molti la mancanza dell’ispettore Grazia Negro, già protagonista di Almost Blue e Un giorno dopo l’altro. Ma quando si scrivono romanzi seriali, capita, anche all’autore, di chiedersi… e adesso che succede? E di ritenere obbligate delle pause di riflessione, utili anche per evitare ripetizioni narrative. In realtà, avevo in testa la nuova avventura del mio personaggio da quattro anni, ma in mezzo c’è stata la TV, il cinema, il romanzo L’ottava vibrazione. Ed Acqua in bocca, un divertente e riuscito esperimento letterario condotto con Camilleri». Esilaranti i retroscena del romanzo epistolare scritto a quattro mani con l’autore siciliano: «Nacque per gioco, nel corso di un’intervista, poi incoraggiata da un editore, l’idea di riunire nella stessa opera i nostri personaggi più famosi: Grazia Negro e Salvo Montalbano. Come rendere una simile storia efficace se non immaginando una corrispondenza epistolare tra i due poliziotti? Uno scambio di lettere che avvenne davvero tra me e Camilleri, che nascose i primi messaggi all’interno dei cannoli che mi inviava. Io, dal canto mio, rispondevo con vassoi di tortellini. Difficilissimo scrivere un testo a distanza, senza un confronto immediato, ed ancor di più se si divide l’opera con Andrea, un vero mostro sacro a cui è impossibile, ad esempio, suggerire una correzione nel testo».
D’obbligo, a questo punto, svelare alla giovane platea la storia del personaggio di Grazia Negro: «Il romanzo ed i suoi protagonisti nascono sempre da spunti, talvolta casuali. In particolare, mi capitava nel corso della mia attività di cronista di frequentare procure e commissariati, e di incontrare tante donne agenti di polizia: da lì nacque l’idea della cacciatrice di serial killer. A cui occorreva, però, dare un nome ed un volto. Ci sono persone a cui rubi qualcosa, altre che entrano nel romanzo quasi senza volerlo: così, Grazia Negro esiste davvero, in carne ed ossa, ed è una ragazza che conobbi a Bologna. Non fa il poliziotto ma è una brava musicista, suona la tromba ed è, tra l’altro, la moglie di Roy Paci». Le note ritornano spesso, nei romanzi di Lucarelli, veri melting pot musicali. A ciascuno di essi è associata, curiosamente, una canzone, sin dal titolo: «Alcune canzoni riescono a strutturare ed inquadrare perfettamente un racconto. Accadde con Almost Blue di Chet Baker ed Un giorno dopo l’altro di Luigi Tenco. Questa volta, ad ispirarmi è stato un testo del cantautore Andrea Buffa, che racconta di un incidente sul lavoro occorso ad un operaio extracomunitario. Una canzone, Il sogno di volare, che mi ha colpito subito, trasmettendomi sensazioni forti ed è diventata il titolo del libro». La chiusura è dedicata a noi di Dietro le Quinte, ed è una curiosità che riguarda i luoghi del noir, ed in particolare Bologna, città di ambientazione del romanzo, onnipresente nei racconti di Lucarelli: «Bologna è una città particolare, con una conformazione, ormai, da megalopoli, che accoglie gente da tutta la regione: da noi si usa dire che la gente lavora a Bologna, dorme a Modena e va a ballare a Rimini. Ma diventano noir, probabilmente, tutti i luoghi in cui avvengono delitti importanti. E non dimentichiamo che nel 1980 Bologna è stata il teatro di una strage».