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Carlo Mazzone (by Bruce Wayne)

Creato il 14 marzo 2013 da Simo785

Carlo Mazzone

Roma, classe 1937. Come calciatore non era decisamente un gran che, ma come allenatore non si può negare che sia un pezzo di storia patria. Perché Carlo Mazzone non ha trofei alle spalle, e l’incarico più importante – e da lui più desiderato – che ha ricevuto è stato quello alla Roma a metà anni Novanta. Ma è uno di quei maestri del calcio ai quali non è richiesto vincere per scrivere una pagina di storia. Perché Mazzone sapeva correre sotto la Curva Sud giallorossa il giorno in cui la Lazio di Zeman veniva sonoramente sconfitta con un 3-0, durante il campionato ’94-95. E perché sapeva prendere un Bologna su cui nessuno avrebbe scommesso un soldo e portarlo a risultati dignitosissimi, sfruttando anche i lampi di genio di Roberto Baggio. O perché, a Brescia, seppe mettere in piedi un gruppo capace di condurre un campionato a buoni livelli (anche lì in tandem con Baggio).

Carlo Mazzone (by Bruce Wayne)

Insomma: Mazzone non è stato un grande tecnico. Non aveva la competenza – spinta fino alla maniacalità – di Arrigo Sacchi né il serafico “metodo sperimentale” di Nils Liedholm. Molti dei pochi suoi detrattori parlavano di un suo “non gioco”. Ma aveva le caratteristiche del buon padre di famiglia, che sa essere severo e generoso, esuberante e rigido. Non sapeva passare sopra alla droga, di cui un campione come Caniggia faceva uso. Ma sapeva trattare i suoi giocatori con una tale umanità che Josep Guardiola, dopo aver vinto da allenatore la Champions League col Barcellona, decise di dedicarla a Paolo Maldini e a Carlo Mazzone, che lo aveva allenato a Brescia.

Forse il suo erede più diretto può essere Serse Cosmi. Stessa umanità, stessa tenacia. E c’è da sperarlo, perché da quando Mazzone si è ritirato il calcio corre il rischio di essere sempre più tecnica e sempre meno cuore.


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