Oggi voglio segnalarvi un interessante articolo di Carlo Petrini di Slow Food uscito su Repubblica.it: Contadini: ecco i ragazzi che trasformeranno la terra in oro.
In un periodo come questo, in cui l’Italia necessita di un rilancio dell’economia, Petrini ci ricorda che “l’agricoltura ha bisogno di giovani, i giovani hanno bisogno di lavoro. Dovrebbe risultare logico e immediato che la prima preoccupazione della politica oggi dovrebbe essere quella di facilitare l’accesso dei giovani (ma anche dei quarantenni e cinquantenni che stagnano da anni in cassa integrazione o che si ritrovano senza un lavoro fino a poco tempo fa considerato “sicuro”) in agricoltura.”
Petrini porta degli esempi italiani di “nuova economia” partendo da alcuni giovani laureati che stanno cambiando il modo di fare agricoltura. Scrive Petrini: “fanno rete, chiedono formazione e informazione, usano i vicini di casa o i social network, ma alla fine riescono a capire perché non dovevano potare quando hanno potato o non dovevano lavorare il pane in quel modo lì. E soprattutto sanno tante cose diverse: hanno formazioni in campo umanistico, ambientale, politico, economico. E decidono di darsi all’agricoltura, portando in dono quel che sanno e ricevendo quel che chiunque vorrà insegnargli.”
E conclude: “Oggi a zappare ci vanno, ci vorrebbero andare, quelli che studiando hanno capito che è a partire dal cibo che si cambia il mondo, e si migliora l’ambiente, la salute, la qualità della vita di tutti. La società civile ha capito bene che, come giustamente titolava un sito di settore qualche giorno fa, è ora di salire in agricoltura. È ora che lo capiscano, anzi sono già in grave ritardo, istituzioni, politica e banche.”