> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="314" width="223" alt="Carlotto, Igort: Dimmi che non vuoi morire >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-29714" />Dietro il titolo “Dimmi che non vuoi morire“ [1] , citazione dal titolo di una canzone italiana (di Vasco Rossi/Curreri), si cela l’ultima fatica letteraria di Massimo Carlotto, coadiuvato, in questo caso, dai pennelli di un autore gia’ di culto, Igort.
La graphic novel, dopo una prima edizione del 2007 per Mondadori – Strade Blu, viene ristampato per Coconino Press/Fandangp; si tratta per certi versi di un’opera del tutto innovativa per Carlotto, anche se e’ allo stesso tempo un qualcosa di “conosciuto”.
La storia narra le vicende del famigerato “Alligatore“, all’anagrafe Marco Buratti, ex galeotto e investigatore senza licenza a tempo perso, creatura, parto del genio di Carlotto, gia’ passata attraverso diverse avventure ed altrettanti romanzi di successo. Questa volta pero’ (ed e’ questa la grande novita’ per il pure eclettico autore) ai lettori non viene proposto un “semplice” romanzo, ma una vera e propria graphic novel (e a chi consulta il nostro sito non sara’ il caso di spiegare cosa significa questo termine). Ai pennelli, come detto, Igor Tuveri, Igort per gli amanti del fumetto, artista altrettanto eclettico (come il creatore del personaggio ha trascorsi come autore di teatro, e nella musica, per esempio) che si e’ occupato della parte grafica del romanzo.
Proprio dalla voce di Igort raccogliamo le prime indiscrezioni sul libro, che merita attenzione per piu’ motivi. In primis, ed era gia’ noto da tempo, non si tratta di un romanzo adattato “a fumetti” e ne’ sara’ mai raccontato in prosa: e’ stato concepito e scritto esclusivamente per la realizzazione “a fumetti”, in un cross-over mediatico che salta dal romanzo al fumetto mantenendo come protagonista lo stesso “charachter” della fortunata serie di libri dello scrittore padovano.
Addirittura esiste, “compatibilmente con gli impegni di entrambi“, ci confessa Igort, la volonta’ degli autori di portare avanti le storie del Buratti (e dei suoi compagni di avventure e bevute) in questa forma narrativa, evitando quindi di riproporre l’Alligatore come personaggio di narrativa ma facendolo diventare a tutti gli effetti un personaggio dei fumetti.
Sempre il disegnatore di origini sarde conferma la volonta’ di Carlotto stesso: “Dice che scrivera’ L’Alligatore solo se io lo disegnero’“.
La storia di “Dimmi che non vuoi morire” e’ ambientata ai nostri giorni e, da questo punto di vista, rappresenta una bella novita’ per quel che riguarda Igort; lo stile di scrittura di Massimo Carlotto, inoltre, ha necessitato di un taglio grafico decisamente piu’ realistico, per poter rappresentare in maniera efficace ma anche e soprattutto precisa quanto raccontato dallo scrittore.
Ancora dalla voce di Igort:
“Il taglio e’ realistico, piu’ realistico del solito per me. Sono stato fedele allo sguardo di Massimo, che e’ molto preciso. Quindi certi locali o armi o auto, etc. sono riconoscibili e chiaramente identificabili“.
Un volume frutto quindi di un lungo lavoro e di una lunga collaborazione di circa tre anni che ha portato come risultato il libro cosi’ come lo troveremo in libreria. Dal trailer de “The making of L’Alligatore” si puo’ infatti notare come lo studio degli esterni (nel caso delle strade di Parigi, ad esempio) sia stato attento e rigoroso.
teaser de L’alligator di presquejamais
Gli scenari delle avventure narrate nel libro sono Cagliari, Parigi e il Nord Est; ovvero la Sardegna (dove Carlotto vive e dove Igort e’ nato), la capitale di Francia (dove Carlotto ha vissuto e Igort vive) e quel Nord Est sfondo di molte storie di Carlotto nelle quali ha cercato di spiegare come, sotto la piu’ “normale” quotidianita’, si celi l’immoralita’ ed il marcio che all’apparenza non si vede.
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="340" width="242" alt="Carlotto, Igort: Dimmi che non vuoi morire >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-29715" />La storia e’ quella di una sosia [2] o meglio, come ci racconta ancora Igort, e’ il racconto della storia di “un personaggio vuoto, quasi metafisico. Una persona assente, convinta di vivere appieno la vita“. Il genere, come quello di tutti i libri dell’Alligatore, e’ il cosiddetto “noir mediterraneo”, che, traslato nel fumetto, diventa quasi una primizia.
“Disegnandolo“, ci sottolinea Igort, “mi sono reso conto che il noir mediterraneo non esisteva nel fumetto“.
Bella sfida per il cosmopolita autore sardo (sempre in movimento fra Italia, Francia, Giappone…) quella di dare finalmente un volto ad un personaggio della narrativa italiana noir decisamente molto amato, affrontata con una bicromia azzurra lavorata con i mezzitoni della grafite.
L’autore confessa di essere giunto al termine del libro attraverso “un lavoro lungo e faticoso, un’esperienza narrativa nuova. Mi pare di avere imparato cose nuove e messo a frutto cose che avevo imparato nel corso della mia esperienza giapponese“.
Abbiamo parlato di:
Alligatore: dimmi che non vuoi morire
Massimo Carlotto, Igort
Coconino Press/Fandango, maggio 2011
160 pagine, brossurato, bicromia – 17,50€
ISBN: 9788876181092
Bibliografia de l’Alligatore
I romanzi della serie sono pubblicati da Edizioni e/o.
La verita’ dell’Alligatore (1996)
Il mistero di Mangiabarche (1997)
Nessuna cortesia all’uscita (1999)
Il corriere colombiano (2000)
Il maestro di nodi (2002)
Riferimenti:
Trailer lavorazione “Dimmi che non vuoi morire”: www.dailymotion.com/swf/adwZU2i7TvR9dadoW
Sito di Massimo Carlotto: www.massimocarlotto.it
Sito di Igort: www.igort.com
Blog di Igort: igort.blogspot.com
Coconino Press: www.coconinopress.com
Note:
- Il romanzo “Arrivederci, amore ciao” di Massimo Carlotto prendeva il titolo dal “refrain” di “Insieme a te non ci sto piu’”, canzone degli anni ’60 con il testo di Paolo Conte. [↩]
- Solo per la cronaca riportiamo che il personaggio e’ visivamente ispirato alle fattezze della cantante della canzone citata nel titolo, Patty Pravo. [↩]