Recenti studi sull’incidenza di tumori e patologie cardiache associate al consumo di carne confermano quanto già risultato da studi precedenti: carni rosse e carni processate (salumi, insaccati) possono avere un effetto cancerogeno sul nostro organismo.
I nuovi dati vengono dallo studio, che ha coinvolto 10 paesi e oltre 400,000 tra uomini e donne, dello European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) e rivelano un’associazione moderata positiva relativa a consumo di carne processata e mortalità.
Su una media di 12 anni, l’alto consumo di carne processata ha evidenziato quasi il doppio di rischio di mortalità rispetto ad un basso consumo. Si è osservato un rischio più alto del 43% per quanto riguarda la mortalità associata al cancro e del 70% per morte dovuta a cause cardiovascolari in persone che consumavano 160g/giorno di carne processata rispetto a individui che hanno consumato dai 10 ai 20 g/giorno.
Un aumento di mortalità si è visto anche nei consumatori di carne rossa in generale, ma il rischio è molto più ridotto e sembra associato solamente a una maggior mortalità per patologie tumorali ma non con morte per patologie cardio vascolari, del tratto digestivo, o altre patologie.
Questo può essere spiegato, come ai più è noto, dalla presenza di grassi saturi e colesterolo, i quali sono stati positivamente associati con un aumento della concentrazione di colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e il rischio di malattie coronariche.
Oltre ai grassi nelle carni processate, vi è la presenza additivi considerati carcinogeni o precursori di processi carcinogeni; sembra anche che un alto tasso di ferro (soprattutto di ferro derivante dall’emoglobina, di cui le carni sono ricche) sia correlato con la formazione endogena di composti N-nitrosi nel tratto gastro intestinale che a loro volta sembrano poter esser un fattore di rischio nel cancro al colon.
I partecipanti allo studio, tra i 35 e i 69 anni, non avevano avuto precedenti patologie cardiache o tumorali e per ognuno si è avuta una completa conoscenza delle abitudini alimentari, dell’attività fisica, dell’indice di massa corporea e dello stile di vita.
Un totale di 26,344 partecipanti allo studio (11,563 uomini e 14,781 donne) sono morti durante i 12 anni di follow up; 5556 di patologie cardiovascolari, 9861 di cancro,1068 di patologie respiratorie, 715 di patologie riguardanti il tratto digestivo e 9144 di altre cause.
I ricercatori hanno inoltre considerato che il 3,3% delle morti poteva essere prevenuto se tutti i partecipanti avessero consumato un quantitativo di carni processate inferiore a 20g/giorno
A fronte dei numerosi studi posti all’attenzione della possibile cancerogenicità della carne, diverse organizzazioni mediche invitano a limitare il consumo di carne a 500-600 grammi alla settimana.
Articolo di Olga Anna Furchì.
Foto The Consortium, licenza CC BY-SA, modificata