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Caro Babbo Natale,
sono le 23:01 e tra pochissimo andrò a mettermi il pigiama, prima però ti scrivo, sperando che non sia troppo tardi, ma non credo visto che giusto ieri ho incontrato in cartoleria una mamma che stava comprando la carta da lettere per scrivere proprio a te: IERI!
Caro Babbo Natale,
tolto questo preambolo, inizio la mia lettera come le ho iniziate ogni anno: tutto sommato penso di essere stata una brava piccola donna quest'anno, anche se sono stata più irascibile e schietta del solito e, in certi frangenti, ho eliminato tutta la proverbiale diplomazia dei bilancini. Ho litigato come una pazza e ne sono proprio contenta. Sì, lo so che dobbiamo essere buoni, ma non tanto da passare sempre da tonti, perciò sono orgogliosa dei rapporti finti che oggi non ho più e di quelli nuovi, che in quest'anno sono nati. Ti chiedo di non farmi perdere la mia vena polemica e di aiutarmi a tirarla fuori magari con più calma, senza panico e sudorazioni. Caro Babbo Natale, potresti portarmi, ad esempio, la capacità per uscire fuori bene dalle situazioni, se tu potessi portarmi un regolatore di emotività te ne sarei grata. Mi farebbe comodo un aggeggio con un pulsante da schiacciare per far smettere le lacrime di uscire, ché certe volte proprio non servirebbero. Grazie.
Caro Babbo Natale,
dammi un punto su cui focalizzarmi. Quest'anno compirò 25 anni, l'età che mi sono sempre data come punto di vero inizio della mia vita adulta, ma che adulta sarò? Se non mi trucco (e non mi trucco quasi mai) mi danno 18 anni, c'è ancora chi mi chiede se vado a scuola, forse la mia aria da svampita con la testa tra le nuvole accentua un po' la cosa, ma quella non farmela perdere, né quest'anno né mai. L'unica cosa che mi manca per essere una venticinquenne realizzata credo sia un po' d'intraprendenza, un po' di coraggio, la forza per prendere in mano un sogno e trasformarlo in un obiettivo su cui mettere la faccia.
Caro Babbo Natale,
regalami la costanza. Portami la voglia di tornare a scrivere ogni giorno una storia a metà, come facevo una volta, e la curiosità di non fermarmi alle cose che già so. Caro Babbo Natale, gradirei tu mi portassi la bacchetta magica per incastrare tutto alla perfezione, per non lasciarmi schiacciare dalla monotonia di un lavoro che vorrei continuasse, ci mancherebbe altro, ma con il quale devo ancora fare i conti. A proposito di 25 anni e vita adulta, penso sia il mio primo vero lavoro, quello da otto ore al giorno tutti i giorni, arrivato un po' per caso a stravolgere tutti i miei progetti dicembrini, arrivato forse nel momento in cui ero più pronta, più consapevole del fatto che ho compiuto delle scelte per cui devo imparare ad agire di conseguenza. Fammi rinnovare il contratto, Babbo Natale, una due magari dieci volte, non lo so. E fammi non avere paura della monotonia. Dei cambiamenti. Degli orari diversi.
Caro Babbo Natale,
portami tanti libri belli e fammi ascoltare tante storie. Caro Babbo Natale,
fammi innamorare meno frequentemente di meno persone, portami un uomo, uno, che renda la mia vita più bella, che non mi annoi, che non mi stufi dopo due giorni. Lo so che sono esigente e complicata e asociale e solitaria e poco incline ai rapporti superficiali e poco portata per le cose mediocri, lo so che voglio tutto o niente, che vedo bianco o nero, lo so che non mi accontento e non mi lascio andare al primo che passa solo perché è il primo che è passato. Se tu potessi rendermi un po' più malleabile e meno intransigente sarebbe utile forse, ma nel caso fosse troppo complicato ti do delle indicazioni per quell'uno che vorrei trovare sotto l'albero, oppure a passeggio o in mezzo a un campo o in un locale o a Ferragosto: dove vuoi tu. Potresti ispirarti, per esempio, a Luca Argentero, magari a De Niro, Elio Germano, Flavio Insinna. Dai, ispirati a Flavio Insinna. Un uomo senza pancia è come un cielo senza stelle e io, quell'uomo, lo amo follemente. Dai, Babbo Natale, concorderai con me che non ti ho chiesto il più fighissimo di Holliwood, no? Vedi quello che puoi fare, non mi deludere.