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Caro editore, perché allora usi i DRM?

Da Marcofre

Con i libri che ho acquistato di recente, ho preso anche la rivista “Il Libraio”, edita dal gruppo editoriale Mauri Spagnol. Tra l’altro, è disponibile in tutte le librerie (gratis).

Nell’editoriale, Stefano Mauri a un certo punto scrive:

So che da quando è esplosa Internet, nonostante i contenuti gratuiti disponibili, si sono venduti sempre più libri.

E’ una grande notizia, si capisce. Ovviamente, ci si riferisce a quelli cartacei. Resta da capire perché nonostante Internet, la catastrofe non si presenta puntuale all’appuntamento.

Ha dato buca ai discografici; eppure Napster avrebbe spedito sul lastrico Rolling Stones e Bob Dylan (oltre a impedire la nascita di nuovi cantanti e band).

Non è andata affatto così.

Coi libri sarebbe andata persino peggio, perché nel nostro Paese, i lettori sono pochi, e quei pochi col cavolo (scusate il francesismo), che avrebbero continuato a comprare libri.

Non è andata affatto così.

I DRM sono tra di noi. Su IBS.it la sezione dedicata ai libri elettronici presenta titoli in epub (il formato ormai più popolare per la lettura sui dispositivi elettronici come iPad o il recente Leggo IBS), col lucchetto digitale.
Si dirà: i pirati informatici sono una realtà, e le reti peer to peer o torrent, godono di ottima salute.

Parliamoci chiaro: se uno vuol craccare un libro o un programma, non saranno certo questi mezzucci a fermarlo. La mia proposta (che non è mia, ma è dettata dal buonsenso): rilassatevi.

Cari editori, create un’esperienza di vendita priva di lacci e lacciuoli. Semplice e intuitiva. Imparate dagli errori commessi dai discografici. I Rolling Stones e Bob Dylan non sono finiti sotto un ponte, e abbiamo Lady Gaga. I DRM sui brani in vendita su iTunes sono stati eliminati. E agire diversamente, conduce a risultati ridicoli.

Come questi. Il libro è gratis, però ha il DRM, e richiede un software specifico per la sua lettura. Perché caricare il lettore di due fardelli inutili? Chiunque, con un briciolo di esperienza, può aggirare: non perché disonesto.
Bensì perché se una cosa è mia, se l’ho comprata oppure mi è stata regalata (quel gratis significa appunto: regalo), nessun altro a parte me, può dirmi cosa posso farne. Se decido di regalarla, la regalerò. Se la voglio dare via, lo farò. Farei la stessa cosa con un libro cartaceo.

Però l’editore (consigliato male), mette il DRM per proteggere l’opera; col bel risultato di far arrabbiare il lettore onesto (che ha comprato l’ebook), costretto a una serie di operazioni bislacche se desidera leggerlo per esempio sull’iPad. E costui ci penserà due volte prima di ripetere l’esperienza dell’acquisto; vuole essere libero di gestire come vuole i suoi ebook.

Questo genere di problema non affligge il pirata informatico: sa cosa fare per ottenere ogni cosa, senza troppa fatica. Il risultato finale? Non si blocca la pirateria, e si scontentano gli onesti. Contenti voi (editori)…


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