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Caro Letta, adesso ci restituisca Josefa Idem, per piacere!

Creato il 06 novembre 2013 da Tafanus

Curzio-malteseETICA MINISTERIALE A GEOMETRIA VARIABILE - DEDICO L'EDITORIALE DI CURZIO MALTESE A ENRICO LETTA, ANNA MARIA CANCELLIERI, GUGLIELMO EPIFANI

Per i nostri parametri un ministro che ha evaso «soltanto» mille euro (in teoria tremila, ma duemila sarebbero da rimborsare) in tutta la vita, è più che affidabile, è una santa, una martire, e dunque ridateci Josefa Idem. Mille euro, cosa volete che siano? Scritto per esteso fa lo 0,000003 per cento dei 368 milioni di dollari che Berlusconi ha sottratto ai controlli fiscali. È più o meno quanto ci costano ogni mese le cene a sbafo di due consiglieri regionali grillini, questi bei moralisti. 

L’Italia è una democrazia europea soltanto per un paio di mesi ogni cinque anni, durante la campagna elettorale. Quando si tratta di portare a casa i voti, allora la destra vota compatta la legge Severino, il Pd s’impegna a cacciare i funzionari indegni che truccano il tesseramento, i moralisti a cinque stelle si fanno mandare i curricula dai giovani disoccupati di tutta Italia, giurando che li assumeranno al posto dei soliti portaborse raccomandati. Passata la festa e gabbato l’elettore tutto ricomincia da capo. La destra scopre che la Severino è liberticida se applicata a Berlusconi e nel Pd rispuntano i trafficoni. Persino gli eroi anti-casta appena eletti fanno stipendiare a spese dei contribuenti fidanzati e parenti. Una pratica indecente, proibita anche dalla Democrazia cristiana ai tempi di Benigno Zaccagnini, figurarsi. Ammettiamo che non c’è speranza.

Josefa-idem
Il reintegro di Josefa Idem è un atto dovuto. È l’unico ministro che si sia dimesso ammettendo l’errore, non ha accampato scuse ridicole né adombrato oscuri complotti. Un atteggiamento di un’onestà e di una serietà impensabili per molti suoi colleghi. Forse perché è nata e cresciuta in Vestfalia.

Assieme alla Idem, modesta proposta, si potrebbe nominare nel prossimo governo un certo numero di cittadini stranieri, magari tedeschi. Tanto, per prendere ordini da Berlino e Francoforte sul Meno vanno benissimo. Oltre a conoscere la lingua, i ministri tedeschi presenterebbero una serie di vantaggi per i cittadini italiani. Non vanno quasi mai in televisione, concedono un paio d’interviste all’anno, tengono famiglia ma non la fanno assumere dallo Stato, guadagnano meno di un deputato grillino e pagano i ristoranti di tasca propria. Se nominati ministri della Giustizia, si mettono a disposizione dei cittadini incensurati piuttosto che dei latitanti. Ma soprattutto, quando sbagliano, si dimettono e basta. Curzio Maltese

Caro Enrico Letta,
stamattina mi è capitato di ascoltare un'intervista a Josefa Idem, la stessa di cui lei ha prontamente accettato le dimissioni da neo-nominata ministra, rea di aver evaso - sembra - ben 1000 euro di IMU, probabilmente per un errore di imputazione di classe catastale, e certamente sanati grazie ad una legge dello Stato italiano. Come scrive oggi Curzio Maltese, "si tratta "dello 0,000003 % dei 368 milioni di dollari che Berlusconi ha sottratto ai controlli fiscali. È più o meno quanto ci costano ogni mese le cene a sbafo di due consiglieri regionali grillini,
questi bei moralisti".
Non ho niente contro la Cancellieri, ma ancor meno avevo contro la Idem, alla quale nessuno ha mai potuto imputare amicizie strette con famiglie di bancarottieri, evasori, e sospetti di collusioni mafiose.

LA CANCELLIERI STORY: ALCUNE LUCI, TANTE OMBRE - Attenti alle date:

Nel gennaio 2012, in qualità di ministro, ha rinnovato il contratto settennale (2012-2018) tra Viminale e Telecom Italia per il sistema di controllo a distanza per detenuti agli arresti domiciliari e una serie di servizi elettronici, questione sulla quale il 13 settembre 2012 la Corte dei Conti si è pronunciata con parere negativo. 

Il 26 settembre 2012, il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso già direttore generale della società privata Fondiaria Sai, viene nominato alto dirigente del
settore Administration, Finance and Control di Telecom Italia. Ci chiediamo se sia un caso.

Precedentemente il figliolo della Cancellieri era uscito da un'azienda del gruppo Ligresti, dopo appena 14 mesi di lavoro, con una liquidazione di di tre milioni e seicentomila euro per un incarico di dodici mesi. Sarà anche un genio, questo Piergiorgio Peluso, ma credo che sette milardi e duecento milioni del vecchio conio per 220 giornate lavorative (pari a 32.700.000 lire  al giorno o - se preferite - a 4.091.000 lire all'ora, cioè più di 68.000 lire al minuto, non le guadagnino nemmeno i premier dei paesi del G8 sommati. E meno male che a febbraio dell'anno scorso la Cancellieri era finita sotto le luci della ribalta per questa bellissima dichiarazione (che però si applicava solo ai figlioli altrui):

"...Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà..."

Cancellieri-annamaria
Certo, signora, certo... difficile per i nostri normali figlioli (la famosa generazione da mille euro in regime di perfetto precariato), fare a meno di mamma e papà... Certo... se potessero guadagnare tutti i mesi cioè che il suo figliolo guadagnava dal pregiudicato Ligresti ogni 29 minuti e 40 secondi, sarebbero stati molto più intraprendenti e indipendenti, non trova?
Nel marzo 2009, da prefetto di Genova affermò che nel capoluogo ligure non esistevano evidenze di infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale ligure e quindi fosse inutile procedere ad indagini. Tali dichiarazioni vennero poi smentite da numerose inchieste della magistratura e dagli arresti nel luglio 2011 di numerosi referenti della ndrangheta a Genova, tra cui Domenico Gangemi.
Anna Maria Cancellieri da commissario del teatro Bellini di Catania alla fine del 2009 venne indagata dalla procura etnea per abuso d'ufficio. Il pm Alessandro La Rosa le contesta consulenze inutili e costose per i bilanci del teatro.
Quando era ministro dell'interno il ministero è stata condannata per mobbing e comportamento vessatorio nei confronti di una persona poi morta per le conseguenze subite, cosicché costretta a risarcire 91.000,00 € ai familiari della vittima. La Cancellieri, non accettando la sentenza, fece ricorso contro contro i famigliari della defunta, perdendo la sua causa in Cassazione.
Nell'ottobre 2013, un ufficiale del corpo della polizia di stato venne condannato a pagare 20.000,00 € perché responsabile di una serie di truffe che conseguentemente danneggiarono l'immagine del corpo di polizia. Il ministro Cancellieri non accettò la sentenza, facendo ricorso contro il Tribunale del lavoro.
LA CANCELLIERI "POTEVA NON SAPERE" CHI FOSSE LIGRESTI? - Difficile... Ligresti è da decenni una star delle cronache giudiziarie, e per sapere chi sia e da quanto tempo lo sia, non c'è bisogno di assumere la figlia di Tom Ponzi. Basta digitare "Salvatore Ligresti" su Wikipedia. Prendiamo fior da fiore:
IL SEQUESTRO DELLA MOGLIE - Il 5 febbraio 1981 Bambi Susini, moglie di Ligresti, venne rapita dai mafiosi Pietro Marchese, Antonio Spica e Giovannello Greco fedelissimo di Stefano Bontate. Il sequestro si risolse un mese più tardi senza conseguenze per la Susini, che venne rilasciata a Origgio grazie al pagamento del riscatto di seicento milioni di lire. I tre autori del sequestro dopo essere stati individuati sono stati ritrovati morti ammazzati. Antonio Spica in una discarica di Bollate alle porte di Milano, Pietro Marchese nel carcere dell'Ucciardone, mentre Giovanni Greco è scomparso nel nulla. Nel 1984 Ligresti è stato oggetto di un'inchiesta della procura di Roma e poi nel 1985 di quella di Milano per questi fatti ma entrambi i fascicoli non portarono a nulla.
LO SCANDALO DELLE AREE D'ORO - Nel 1986 Ligresti è protagonista dello scandalo delle cosiddette "Aree d'oro". Il 18 marzo 1986 l'assessore all'Urbanistica Carlo Radice Fossati fece approvare una delibera con cui il Comune di Milano acquistò dei terreni agricoli di Ligresti a 5000 lire al metro quadro. In ottobre una giornalista informò Radice Fossati che la precedente giunta di sinistra aveva già concordato l'acquisto di quei terreni a prezzi molto più bassi: 500, 800 e 1000 lire al metro quadro. L'assessore allora, fatta una ricerca negli archivi comunali, trovò le lettere di impegno, firmate dal suo predecessore Mottini e da Ligresti. Come conseguenza di questo scandalo si dimise la giunta socialista, presieduta dal sindaco Carlo Tognoli, e la magistratura aprì un'inchiesta che terminò in un'archiviazione.
TANGENTOPOLI - Nel 1992 venne arrestato nell'ambito dello scandalo di Tangentopoli, accusato di corruzione per aggiudicarsi gli appalti per la costruzione della Metropolitana di Milano e delle Ferrovie Nord. Trascorse 112 giorni presso il carcere di San Vittore e fu condannato a due anni e quattro mesi ma con l'affidamento ai servizi sociali e lavoro per la Caritas Ambrosiana al posto del carcere. La condanna definitiva del 1997 comportò la perdita dei requisiti di onorabilità richiesti per ricoprire incarichi in Premafin e Fondiaria-Sai. Per questo motivo i figli gli subentrarono negli incarichi operativi.
IL CASO UNIPOL-FONSAI - Dopo anni di cattiva gestione Fonsai, Milano Assicurazioni e Premafin, le principali società della famiglia Ligresti, sono profondamente indebitate e sull'orlo del fallimento. Nel 2011 i Ligresti sono costretti a cederne il controllo su pressione di Mediobanca, storico partner di famiglia, alla Unipol. Per evitare il fallimento delle tre società il management di Mediobanca, che da un simile evento rischierebbe di perdere oltre un miliardo di euro, propone a Unipol la fusione con esse. A partire da questa vicenda sono stati avviate due inchieste dalle Procure di Milano e Torino.
L'INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO - Viene aperta nel 2012 allo scopo di indagare Ligresti per il reato di aggiotaggio in relazione a due trust esteri titolari del 20% di Premafin riconducibili a Don Salvatore; un secondo filone d'inchiesta riguarda la bancarotta delle holding immobiliari di famiglia. Nel maggio dello stesso anno Ligresti e l'a.d. di Mediobanca Alberto Nagel vengono indagati in merito ad un patto occulto in cui il primo si impegnava a non ostacolare la fusione Unipol-Fonsai in cambio della concessione da parte di Nagel di una lunga lista di privilegi.
L'INCHIESTA DELLE PROCURA DI TORINO - L'inchiesta viene aperta nell'estate del 2012, sulla scorta dell'indagine milanese, per falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza. Il 17 luglio 2013 Ligresti viene arrestato dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Torino per il reato di falso in bilancio e manipolazione di mercato. La magistratura ritiene che Ligresti, agli arresti domiciliari per via dell'età avanzata, abbia nascosto la carenza di 600 milioni di euro nella riserva sinistri, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato un grave danno per le scelte degli investitori. Nell'ambito della medesima inchiesta vengono arrestate le figlie Giulia e Jonella mentre il figlio Paolo, diventato cittadino svizzero da soli 21 giorni (...quando si dice il caso... NdR), trovandosi nella sua abitazione sul lago di Lugano evita l'arresto.
PARTECIPAZIONI IMPRENDITORIALI - Evitiamo di riprendere il lungo elenco. Vogliamo ricordare, fra le più inquietanti, la partecipazione del 5,3% e un posto in CdA di  Rcs MediaGroup, società editrice del Corriere della Sera. Sempre attraverso Premafin, la famiglia Ligresti partecipava al patto di sindacato che controllava la società editrice.
ATTIVITA' IMMOBILIARI - Salvatore Ligresti è stato coinvolto nei più rilevanti interventi urbanistici di Milano (Expo, Fieramilanocity e Garibaldi-Repubblica), di Firenze (Castello e Manifattura Tabacchi), di Torino. A seguito della crisi immobiliare e della finanziaria di famiglia Ligresti è stato costretto ad abbandonare questi progetti.
ANNA MARIA CANCELLIERI: UNA RAGAZZA FORTUNATA -  Nasce nel 1943 e a 19 anni, appena diplomata, trova un impiego "alla Presidenza del Consiglio". Le cronache non dicono con quale incarico e con quale stipendio, ma poichè sappiamo che un semplice usciere alla Camera guadagna quanto un manager di una media azienda... Il resto è storia nota: "servitrice" dello Stato, multi-prefetto, commissario straordinario ad acta di qua e di la, amicizie di vecchia data con personaggi dal curriculum giudiziario non proprio immacolato (Ligresti, Bettino, Silvio), incrocia la famiglia Ligresti negli anni '70 a Milano. E da allora è amicizia vera. Anche dopo che - a partire dal 1981 - il curriculum giudiziario dei Ligresti comincia ad assumere le dimensioni della Treccani. Sono passati più di trent'anni, nel frattempo la Cancellieri è diventata ministra, ma gli "amici", si sa, sono come i figli: sò piezze 'e core...
HO FATTO PER I LIGRESTI CIò CHE AVREI FATTO PER CHIUNQUE -  Che impegno, signoramia... Leggiamo con attenzione questa "cronologia" pubblicata da "Internazionale":

  • Il 17 luglio Giulia Ligresti viene arrestata insieme a suo padre Salvatore (che però viene messo agli arresti domiciliari) su richiesta della procura di Torino nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione del gruppo assicurativo Fondiaria Sai.
  • Lo stesso giorno Anna Maria Cancellieri chiama Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti. Nella telefonata Cancellieri si dice dispiaciuta per l’arresto dei Ligresti. Cancellieri è amica di famiglia di Ligresti, e suo figlio Piergiorgio Peluso è stato direttore generale di Fonsai dal maggio del 2011 al 2012.
  • Il 2 agosto Giulia Ligresti chiede di patteggiare la pena.
  • Il 5 agosto arriva alla psicologa del carcere la prima segnalazione di un “peggioramento delle condizioni di salute” di Giulia Ligresti.
  • Il 6 agosto il giudice per le indagini preliminari respinge l’istanza di scarcerazione.
  • Il 18 agosto il fratello di Salvatore Ligresti, Antonino Ligresti, telefona alla ministra della giustizia Anna Maria Cancellieri per due volte, ma non riceve risposta e lascia un messaggio in segreteria.
  • Il 18 o il 19 agosto la ministra Anna Maria Cancellieri ha chiamato i due vicecapi dell’autorità penitenziaria Francesco Cascini e Luigi Pagano per “sensibilizzarli” sulla vicenda e “perché facessero quanto di loro stretta competenza”.
  • Il 22 agosto il procuratore Vittorio Nessi ascolta Anna Maria Cancellieri sulla vicenda.
  • Il 28 agosto Giulia Ligresti ottiene gli arresti domiciliari, dopo una perizia del 26 agosto che certifica la sua malattia.
  • Il 31 ottobre viene pubblicata l’intercettazione di una telefonata tra Anna Maria Cancellieri e Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti.
  • Il 5 novembre la ministra Cancellieri riferisce in parlamento sulla vicenda. Cancellieri ha già offerto due volte le sue dimissioni, ma il presidente del consiglio Enrico Letta le ha respinte.

Quindi, ad occhio, sembrerebbe destituita di fondamento la notizia che la Giustizia (che - come è noto - E' Uguale Per Tutti) abbia fatto il suo corso "a prescindere"...
CHE EFFICIENZA, RAGASSI! - Il 5 Agosto la psicologa del carcere, e il 6 agosto il GIP, negano i domiciliari alla Ligresti; il 18 agosto Antonino Ligresti chiama la ministra; il 18 o il 19 agosto la ministra Anna Maria Cancellieri chiama i due vicecapi dell’autorità penitenziaria Francesco Cascini e Luigi Pagano per “sensibilizzarli” sulla vicenda; il 28 agosto Giulia Ligresti è fuori. Quando si dice l'efficienza dello Stato! E dire che a me sono stati necessari 11 (undici) mesi, e alcune minacce di avvio di azioni legali, per ottenere un normale rinnovo di patente di guida...
COSI' FACCIO CON TUTTI - Parola di ministra. Chiunque abbia un problema può telefonare alla Onlus "AnnaMariaCancellieri.it", qualunque cognome porti. Anna Maria "risolve problemi". Così, tanto per verificare, e testimoniare questa cosa ai malpensanti, ho visitato il sito del Ministero della Giustizia, per cercare il numero privato della Cancellieri. Non l'ho trovato. Il massimo del contatto diretto che ho trovato è stato il numero del centralino del Ministero:

Ministero della giustizia
via Arenula 70 - 00186 Roma
telefono +39 - 06 68851 (centralino)

Purtroppo, non ho sottomano un "caso umano" da sottoporre all'attenzione della Ministra, e quindi non mi sono prodotto in una telefonata alla Ministra (che certamente il centralino mi avrebbe passato subito). Ma lo farò appena io stesso, o qualcuno dei miei amici, potrà segnalarmi un "caso umano" da segnalare alla ministra.
Fino ad una settimana fa c'era anche un indirizzo email (di posta certificata... chi non ha un indirizzo di posta certificata, al giorno d'oggi, specie fra i familiari dei detenuti?) che faceva riferimento alla Segreteria della Ministra. Ma da una settimana - e cioè da quando il Popolo è stato informato che la Ministra si occupa di TUTTE le segnalazioni, la email della sua Segreteria è stata inopinatamente disattivata. Ora si può inviare una email (certificata, of course...) solo all'ufficio protocollo, che archivia diligentemente la pratica, non senza aver prima assegnato un numero di protocollo alla segnalazione. Abbiate fede: Annamaria "risolve problemi". Massimo dieci giorni.

Cancellieri-contatti

P.S.: IMPORTANTE! ho provato a girare al ministro Cancellieri, sul suo nuovo indirizzo ministeriale di posta certificata, la segnalazione del "caso umano" riportato in un commento di Annarosa. Ecco il testo della mia email, indirizzata correttamente a [email protected], dal mio indirizzo di POSTA CERTIFICATA. Questo il testo della mia email:


Gentile Ministro Cancellieri,

le segnalo attraverso questo link un caso umano, forse più grave di quello della Signora Ligresti. Sono certo che vorrà intervenire tempestivamente, anche per mettere a tacere coloro che straparlano di "legge uguale per tutti", ma per alcuni più uguale che per altri". Le sarei garto se volesse tenermi aggiornato sugli sviluppi della situazione. Grazie.

Antonio Crea


http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/roma-detenuto-malato-e-in-dialisi-ma-non-si-chiama-ligresti

Ed ecco il risultato della mia segnalazione:

Cancellieri-postacert

Ho riprovato, Ministro. Ho riprovato tre volte. E - mi passi il francesismo - non è successo un cazzo.


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