caro marcello

ieri ti ho visto.

rivisto dovrei dire.

l’abbonamento al satellite del mio fratello mi ha fatto cadere su un canale dove davano “la dolce vita” e ho deciso di guardarti ancora una volta.

e mentre ti guardavo cercare il latte per il gattino della ekberg, tornare indietro e entrare nella fontana con lei già mi mancavi.

ti guardavo incinicirti e impazzire dietro a un mondo di stelle e stelline di carta che oggi impallidirebbe davanti ai maurizio corona, i berlusconi televisivi e politici, i ragazzini che cercano notorietà litigando in televisione o facendo sesso.

ti guardavo maltrattare la fidanzata dall’animo mediocre e poco ambizioso, che ti sbucciava l’uovo sodo e la banana e ti veniva dietro col fazzoletto in testa.

guardavo la folla rincorrere i bambini dietro alla madonna.

federico fellini era un genio.

quel film è una delle pellicole più belle che abbia mai visto.

la povertà dell’animo umano, del popolino e dei divi che lo incantano è un baratro senza fine.

nel quale ti muovi tu.

con quel tuo viso da persona perennemente fuori luogo e insieme affascinante, la tua voce, che muove il sangue, gli occhiali da sole di notte, un vorrei ma non posso che ti accompagna ovunque.

caro marcello,

se gli uomini ti assomigliassero un po’.

caro marcello,

se potessi incontrare per strada quello sguardo, quella figura, quel sorriso a metà.