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Caro Renzi, qualche dubbio, ma buon lavoro

Creato il 17 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Caro Matteo Renzi,
ti seguo da cinque o sei anni ormai, quando eri solo il sindaco di Firenze, quando ancora pochi ti conoscevano, quando la tua parlantina (ora tanto criticata e condannata -sei sempre stato così!-) provocatoria e un po’ arrogante passava inosservata nei salotti televisivi.
All’inizio condividevo la maggior parte delle cose che dicevi, apprezzavo la tua coerenza tra il dire e il fare (un tempo, non molto lontano per la verità, era così) e ammiravo quella tua voglia di correttezza e trasparenza che poco erano, sono e saranno (sempre e per sempre?) presenti in politica. Pian piano ti sei fatto spazio, determinato e ambizioso. Era chiaro che puntavi in alto.
Poco chiara, al contrario, è stata la tua appartenenza politica-ideologica quando sei andato a trovare a casa il signor B. –non nominare il nome di Dio (tuo di Renzi?!) invano- (dicembre 2010) e quando hai detto di stare con un certo Sergio Marchionne (gennaio 2011) circa un referendum-ricatto (un vero condottiero di sinistra secondo me avrebbe preferito stare con il suo popolo, alias gli operai).
Nonostante questi incidenti di percorso (chiamiamoli differenze d’opinione e d’azione per usare termini più diplomatici) ho continuato a seguirti, ascoltarti e leggerti (non sempre si può essere d’accordo al 100 per cento su tutto) e così per le primarie del PD (dicembre 2012) ho votato te (anche se lo ammetto, hai vinto per una manciata di voti il mio ballottaggio personale RENZI-VENDOLA). Una persona carismatica, giovane e nuova. La persona che gli italiani, stufi dei soliti vecchi politici corrotti e venduti , volevano -ne siamo, siete, davvero sicuri?-. Ma che non hanno votato, snobbandolo, per il vincitore Bersani -chi l’avrebbe mai detto eh?-, un giovane arzillo e pimpante –udite udite- classe ’51.
Tranquillo Matteo, un mese dopo (si fa proprio in fretta a cambiare idea!), quando non si riusciva a formare un governo (incarico post elezioni al PD), ci/si siamo/sono (ah! Il mio spirito patriottico) ricreduti e sui giornali, sul web e in televisione tutti dicevano: “Ah, se ci fosse stato Renzi!”. Insomma, signori e signore, VIVA LA COERENZA.
Ma non ti preoccupare, siamo/sono rinsaviti completamente (tutto può succedere) l’8 dicembre 2013. Il popolo del PD ti ha eletto segretario del partito con ben il 67,8 per cento dei consensi (standing ovation, titoli a lettere cubitali, prime pagine, tutti felici).
Ma stavolta (a questo punto posso confessartelo) io ti ho tradito. Il mio voto faceva parte di quelli per Pippo Civati. E’ giovane (come te), carismatico (come te), meno popolare (questo si, purtroppo), ma con proposte e opinioni su economia, lavoro, istruzione, sanità, Europa, giustizia e finanza più consone all’ideologia di sinistra (nonostante, lo ammetto, diventi sempre più difficile capire cosa/chi è di destra e cosa/chi è di sinistra, cosa è –o dovrebbe essere?- la destra e cosa è –o dovrebbe essere?- la sinistra).
Non mi sono pentita della mia scelta, per niente. E con le tue azioni di questi ultimi due mesi mi hai aiutata molto affinché ciò non accadesse. Battutine poco simpatiche ed eleganti nei confronti dei tuoi colleghi/compagni di partito –chi? Si, uno di loro-, una proposta di legge elettorale elaborata con il tuo amico/nemico –cosa preferisci?- signor B. (è vero, forse non avevi altre possibilità ma, data la tua nota determinazione, potevi insistere un po’ da altre parti secondo me). E poi questo continuo cambiare idea sulla Presidenza del Consiglio, ipotesi che, da astratta che era, hai fatto diventare concreta il 14 febbraio 2014 con due semplici mosse: direzione di partito (PD ) e documento di sfiducia al Presidente del Consiglio (PD) che hanno portato alle dimissioni di quest’ultimo. Con conseguente consegna dell’incarico di formare un nuovo governo a te.
Giusto o sbagliato aver agito così? Sono più propensa per la seconda. Presumibilmente programma di governo (salvo che tu non mi/ci sorprenda tutti) e maggioranze di governo (a meno che alcuni in Parlamento la smettano di votare contro proposte, con le quali potrebbero essere perfettamente in sintonia, solo per partito preso –scusate Movimento!-) rimarranno invariati. Tanto valeva dunque Renzi aspettare e portare pazienza ancora un attimo (magari giusto il tempo per l’approvazione di una legge elettorale giusta e costituzionale) e andare a votare, come sarebbe giusto che fosse, per poi governare. Non credi?
Altri, come tu stesso sei convinto anche, pensano che tu abbia agito in questo modo per attuare più velocemente il calendario che il tuo predecessore ha già impostato. Ripeto, non si poteva aspettare ancora ed essere legittimato dal popolo per governare come in tutte le democrazie?
Caro Matteo, ormai la frittata è fatta. Indietro non si torna. Io ti ho amato in passato, non rinnego nulla. Ora posso non condividere i modi con cui adesso hai la possibilità di governare. Posso non approvare alcune scelte di dialettica che hai fatto. Posso condannare alcune scelte di alleanze politiche che hai intrapreso.
Ma nonostante questo, sono un’ottimista di natura. Non tutto di te è da buttare e non tutto il mio amore per te è andato perduto. Mi auguro solo, per il bene degli italiani, dell’Italia e il mio, che tu riesca davvero finalmente a cambiare rotta –verso se preferisci!- per quanto riguarda economia, lavoro, istruzione, sanità, Europa, giustizia e finanza. Magari usando quella tua correttezza e trasparenza che tanto di te mi piacevano e che sicuramente hai ancora.
Ti auguro di fare bene il tuo lavoro, per gli italiani, per l’Italia e anche per te. Si, per te. Ma, al contrario dei tanti –o forse sempre più o meno gli stessi a rotazione?- che ti hanno preceduto in questi decenni, non SOLO PER TE.
Non condividerò tutto ne sono certa, ma in politica come nella vita, non si può mai avere tutto quello che si vuole nei minimi dettagli e pensare solo ai propri interessi. Bisogna venirsi incontro in modo costruttivo per tutti.
In questo caso, per tutti gli italiani.

Noemi Petracin – cittadina italiana e studentessa

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