Cos’è uno stereotipo?
Viene definito come tale un modello convenzionale di atteggiamento o di discorso. In psicologia rappresenta un’ opinione precostituita, generalizzata e semplicistica, che non si fonda cioè sulla valutazione personale dei singoli casi ma si ripete meccanicamente, su persone o avvenimenti e situazioni.
Stereotipo è, per esempio, considerare “maschiaccio” o “femminuccia” una persona che fa sport ritenuti poco idonei al proprio sesso, ritenere incapace una donna che svolge un lavoro maschile, incompleta una che sceglie la carriera alla famiglia, far sentire diversa una persona che non si omologa agli standard attuali di bellezza, moda ecce cc…
Per combattere questi, e tanti altri, stereotipi che girano intorno al mondo femminile, Carol Rossetti (designer brasiliana) lancia il progetto Mulheres (Il progetto Donna) che vuole dimostrare alle donne, ma anche a chiunque altro legga le sue tavole, che gli stereotipi di genere non sono altro che parole inutili prive di qualunque fondamento. La stessa designer descrive il motivo per il quale nasce il suo progetto:
“Quando mi sono trovata alla ricerca di un tema portante, ho scelto qualcosa che mi fosse vicino personalmente. Mi ha sempre infastidito questo costante tentativo della società di controllare il corpo delle donne, così come il loro comportamento e le loro identità. Questo tipo di controllo è così radicato nella nostra società che spesso nemmeno ci rendiamo conto di quanto sia crudele e soprattutto quanto sia limitante per le scelte personali. Però parlare solo di una serie di problematiche che riguardano una stretta cerchia di persone non basta. Si devono toccare anche tematiche come razzismo, omofobia, transfobia, xenofobia e discriminazione nei confronti dei disabili.”
Carol attraverso le sue tavole ci racconta delle mini-storie fatte di una serie di luoghi comuni, problemi, critiche e pregiudizi e li affronta con incoraggiamenti e suggerimenti.
Troviamo Chiara, ingegnere, che è stanca di sentir dire che “Donna e matematica non vanno d’accordo”; Babi che a 7 anni sceglie di praticare il Karate con grande disappunto dei genitori; Sarah che è un transgender e viene umiliata in un bagno pubblico; o Jessica, da sempre magra, che si sente in difetto al sentire la frase “gli uomini veri amano le curve”.
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I soggetti sono tutti femminili ma l’artista tiene a precisare come, in realtà, le discriminazioni e le false credenze da lei illustrate siano per tutti, anche gli uomini in un società molto (o troppo) attenta all’immagine e pronta a puntare il dito contro chiunque, non possono certo considerarsi immuni da maldicenze. E a tale riguardo dice:
“La lotta per l’uguaglianza e per il rispetto è vasta e dovrebbe includere qualsiasi tipo di razzismo. Non tutte le situazioni che illustro nei miei disegni sono obbligatoriamente femminili. Molte possono essere sperimentate da chiunque, non importa l’età, il sesso o l’etnia, per questo invito chiunque a immedesimarsi. La scelta di disegnare donne è dovuta dalla mia identificazione personale.”
Il Progetto Donna parla di libertà e invita il lettore e la lettrice a non vergognarsi del proprio essere e della propria personalità e soprattutto ad essere fieri del percorso di vita intrapreso.
Qui trovate la pagina Facebook dell’artista e qui il suo sito ufficiale.
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Fonti: Qui