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Caron Butler, professione: giocatore di pallacanestro

Creato il 22 marzo 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Sono 35 gli anni festeggiati lo scorso 13 marzo da Caron Butler, attuale ala dei Detroit Pistons. Il giocatore, nato a Racine, nello stato del Wisconsin, ha alle spalle una lunga carriera NBA, iniziata nel 2002 quando fu scelto al primo giro del draft, alzandosi alla decima chiamata, per vestire la casacca dei Miami Heat. Iniziava così, dopo due anni di college basket presso l’Università del Connecticut, la carriera di un buon giocatore professionista.

La franchigia a cui ha dato il contributo statisticamente più rilevante è quella dei Washington Wizards, con i quali ha giocato dal 2005 al 2010, per un totale di 310 incontri. Nella regular season 2007-2008 ha messo insieme, di media, 20.3 punti, 6.7 rimbalzi, 4.9 assist e un ragguardevole 2.2 in palle recuperate (l’attuale leader in questa specialità è Kawhi Leonard dei San Antonio Spurs con 2.19 di media a partita). Poi, nell’annata 2010-2011 i Dallas Mavericks vinsero il titolo. Butler era nel roster di quella squadra, ma a causa di un serio infortunio al tendine rotuleo fu costretto a rimanere lontano dai parquet durante la marcia trionfale dei Mavs nei playoff. In ogni caso fra i riconoscimenti ottenuti dall’ala di Racine figurano due partecipazioni all’All-Star Game (nel 2008 e 2009), oltre al sopracitato titolo NBA. Nel 2013 ha avuto anche l’occasione di vestire la casacca dei Milwaukee Bucks, e di giocare con il numero 3 per la franchigia NBA del Wisconsin, a pochi chilometri da dove è nato.

Fin qui potrebbe sembrare la storia di un “normale” giocatore NBA, contraddistinta da alti e bassi, successi e insuccessi. Ed effettivamente è proprio così (se si guardano solo i numeri). Ma una storia “speciale”, “diversa” c’è, e va cercata in ciò che sta dietro le quinte della carriera NBA di Butler, nel passato di quest’uomo.

Un po’ dovunque – e gli Stati Uniti di sicuro non fanno eccezione –, si può trovare il meglio e il peggio della società. Il peggio per Caron Butler ha avuto vari nomi, fra cui spaccio di droga e prigione. Il giovane Butler iniziò a spacciare crack all’età di undici anni. Finì davanti al tribunale minorile per ben quindici volte – è lui stesso a confermarlo –, prima di aver compiuto i quindici anni. Fu condannato a diciotto mesi di carcere; e venne rilasciato nell’agosto del 1996 quando di anni ne aveva 16. Vide morire molti dei suoi amici e conoscenti che continuavano ad avere a che fare con droghe ed armi. Riuscì a trovare lavoro in una catena di fast-food, e resistette alle provocazioni dei conoscenti che ridevano di lui per il fatto che avesse rinunciato ai soldi facili, frutto dello spaccio di stupefacenti. Poi il 22 gennaio 1998, durante un’improvvisa perquisizione nell’abitazione di famiglia, la polizia trovò quindici grammi di crack. Per Butler c’era il rischio concreto di tornare per lungo tempo dietro le sbarre. Questo episodio rappresentò un punto di svolta nella vita di Caron Butler. Se Richard Geller, agente della polizia di Racine, quel giorno di gennaio non avesse creduto alla versione di Caron, ossia che i narcotici sequestrati non erano suoi, e avesse invece deciso di procedere all’arresto del giovane, molto probabilmente tutta la vita di quel ragazzo sarebbe stata diversa. Butler non era un santo, ma Geller decise di lasciarlo libero, si fidò, gli concesse il beneficio del dubbio e un’altra possibilità. Per sua fortuna Butler è riuscito a cogliere quell’opportunità, a sviluppare il suo talento.

Butler wasn’t sent back to jail on what he called ‘one of the scariest days of my life’. Instead, he was freed to continue his remarkable journey from youth prison in Wisconsin to Verizon Center because a police officer made a decision that changed a life”.

The good that has come out of it has benefited this community a whole lot more than Caron’s arrest would have’, Geller said”.*

* “The Great Escape. Wizards’ Butler Overcame a Harsh Youth”, by Michael Lee, The Washington Post, 17 febbraio 2008.

È una storia dura, che almeno in parte rientra in un filone di cronaca attualissimo e scottante. Ma qui, per quanto è possibile vedere, c’è stato un lieto fine. Da giovane Butler ha dovuto affrontare grandi avversità, e l’essere diventato oggi un giocatore NBA è stata per lui un’autentica impresa. Si può anche dire che Butler abbia seriamente rischiato di non diventare un giocatore professionista, e che ciò che lo ha portato nell’Olimpo della pallacanestro siano stati la sua forza di volontà e l’autentica comprensione degli errori che aveva commesso; ma anche, va detto, un pizzico di fortuna. Questa è la ricetta di una storia, la storia di Caron Butler.

 

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