“Carta batte forbice”, i TQ contro i tagli alla cultura

Creato il 11 ottobre 2011 da Anellidifum0

Generazione TrentaQuaranta è un gruppo di intellettuali (o, come scrivono nel sito, “lavoratori e lavoratrici della conoscenza”) trenta-quarantenni  un po’ diverso da quelli di altre stagioni. Per leggere su TQ, e ve lo consiglio, potete andare qui. L’iniziativa che curiamo stavolta – oddio, io mi limito ad approvarla a braccia alzate dal Canada, ma comunque fatemi usare il “noi”, che ce n’è tanto bisogno in questi tempi di crisi – è in difesa della cultura e delle biblioteche italiane, che sono ricchissime in contenuti e poverissime in modalità di accesso e di prestito, specie quando confrontate con il sistema del resto dell’Occidente.

Pubblico qui la prima parte di un comunicato apparso su Minima & Moralia:

Contro i tagli alla cultura – per le biblioteche come bene comune – per una rivolta del sapere

Martedì 11 ottobre, dalle 17.00 alle 22.00, un’assemblea pubblica è indetta alla Biblioteca Nazionale di Roma.

In una crisi politica e sociale ogni giorno più clamorosa, un’indifferenza feroce, una rabbia contro il valore stesso dello studio e della conoscenza, colpisce le biblioteche, le scuole, le università, l’editoria, i lavoratori della cultura, dello spettacolo, gli studenti, e tutti coloro che ritengono fondamentale la cultura per una comunità che vuole dirsi tale.
Per questo da mesi in Italia stanno sorgendo centinaia di iniziative tra studenti e lavoratori della conoscenza per chiedere non solo la difesa dei propri diritti, dell’articolo 3 della nostra costituzione (dove si scrive che l’istruzione è il motore fondamentale dell’inclusione sociale), ma per immaginare tutti insieme una grande cittadinanza attiva capace di pensare un futuro diverso.
E per questo – in un paese dove si legge poco, dove ci sono ancora due milioni di analfabeti totali, e cinque di semianalfabeti – abbiamo scelto come luogo obbligato per un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza la Biblioteca Centrale di Roma. Lo spazio che dovrebbe essere il cuore pulsante di una polis, un bene comune accessibile a tutti e che tutti abbiano a cuore, è oggi trattato dal governo come un ostacolo a quello che sembra un autentico progetto di desertificazione culturale.
Noi pensiamo che proprio le biblioteche e i luoghi pubblici della cultura possano essere i centri di una rivolta del sapere: perché le biblioteche pubbliche sono come le fontanelle, sono come i pronto soccorsi, sono come le caserme dei pompieri, sono come le scuole materne. Sono necessarie, e dovrebbero essere sempre di più spazi di partecipazione per tutti quelli che si riconoscono nel valore dei beni comuni, nel piacere dello stare insieme, nell’importanza di sentirsi cittadini.

Perché allora un luogo così importante chiude tutti i giorni alle 19 e il sabato alle 13.30, mentre, come invece accade in altri contesti felici, le biblioteche potrebbero restare aperte fino a mezzanotte, o ventiquattro ore, o la domenica, o l’intera estate, come è normale ad esempio a tutte le grandi biblioteche europee, piene degli studiosi che d’estate hanno tempo di consultare i libri per le loro ricerche? E perché i soldi che la Biblioteca Nazionale ha in dotazione sono un milione e trecentomila euro l’anno mentre, sempre per dire, alla British Library – pur con i tagli di Cameron – lo stato dà l’equivalente di 150 milioni di euro l’anno e alla Bibliotèque Nationale de France – pur con i tagli di Sarkozy – 200 milioni di euro l’anno?
Non ci piace parlare di emergenza, ci piace parlare di partecipazione attiva. Per questo abbiamo deciso per un giorno di trasformare la biblioteca in quello che dovrebbe essere tutti i giorni: un luogo restituito alla cittadinanza, una “fontanella” della cultura. E abbiamo indetto un’assemblea per tutti coloro che sono convinti che la cultura debba essere un bene comune.
Abbiamo raccolto gli ultimi dati che indicano la terribile crisi, di investimento e di progetto, che attraversa le biblioteche italiane; potete leggerne anche voi qui.
Abbiamo ripreso un decalogo di punti individuati da Antonella Agnoli nel libro Le piazze del sapere, il cui lavoro è un riferimento fondamentale per questa mobilitazione,e il cui link è qui .
Abbiamo coinvolto quelli stanno facendo battaglie parallele alla nostra: gli archivisti che si mobiliteranno dal 12 al 15 ottobre: ne leggere qui.
Abbiamo visto che anche altrove stanno protestando in un modo molto simile al nostro, per esempio qui.
Ma soprattutto abbiamo chiamato a raccolta tutti, i bibliotecari, i lavoratori della biblioteca, gli archivisti, gli utenti della biblioteca, gli scrittori, i redattori, i traduttori, i giornalisti, gli editori, i grafici, i ricercatori, gli insegnanti, i semplici lettori, e soprattutto i semplici cittadini, insomma voi: tutti coloro che – al contrario di questo governo rapace, cinico e triste – sperano che la cultura per una volta possa vincere contro i tagli, e che si possa trasformare un deserto in una sorgente.


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