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Carta, computer e pagina bianca

Creato il 05 dicembre 2010 da Emanuelesecco
sottofondo: Dream Theater - Wither

paginabianca

Ho ripreso a scrivere a mano.
Curioso come la novità nel nostro modo di lavorare arrivi da metodi più vecchi e collaudati di noi.
No, non preoccupatevi, questo non sarà un post in cui mi metterò ad elogiare la magia che scaturisce dal foglio di carta e a criticare coloro che scrivono esclusivamente al computer. Non correrete questo pericolo, non preoccupatevi.
E poi diciamocelo: io sono un sostenitore della scrittura al computer, come mi è già capitato di scrivere su questo blog pensando al caro vecchio zio Charles B. Ritengo quella con il computer sia una scrittura velocissima e dimezzata nel tempo. Quindi vi starete chiedendo: e allora perché sei tornato alla carta?
I motivi sono molteplici…

Mi mancava quel contatto intimo con il prodotto dei miei pensieri,
mi mancava sentire il profumo di inchiostro appena impresso sulla bianca pagina,
mi mancava il dolore che ti blocca la mano dopo più di un’ora che sei lì che scrivi,
mi mancava girare pagina,
mi mancava decifrare la mia incomprensibile scrittura,
mi mancavano le righe dei fogli,
mi mancavano i quadretti dei fogli,
mi mancavano le linee che ricoprono interi paragrafi quando particolari parti fanno schifo,
mi mancavano le macchie di inchiostro sulle mani,
mi mancava stare piegato sulla scrivania, con il naso incollato al foglio e gli occhio che quasi si intrecciano cercando di seguire il flusso della scrittura,
mi mancava non pensare a premere i tasti giusti,
mi mancava… mi mancavano tante cose, e ognuna di queste era parte di un processo essenziale, di quell’amore per la scrittura che scaturì in me già dagli ultimi due anni di elementari.

Carta e computer, per quanto diversi tra loro, hanno comunque un punto in comune: la sindrome da pagina bianca. Ma quello, si sa, è un problema che tutti dobbiamo affrontare, dolenti o nolenti. Ma quando la pagina comincia a riempirsi, i personaggi a prendere vita attorno alla sedia sulla quale sei seduto e i luoghi e le sensazioni descritti cominciano a farsi reali… allora ci siamo. Che tu sia nel tuo studio o in stazione o a lezione, quello che conta è che tu stai scrivendo… e finché le idee riusciranno a venire fuori, ti sentirai vivo.


E.


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