cartella clinica o fascicolo sanitario o tessera sanitaria elettronica: ancora non c’è, ma già ci sono svariati modi per chiamarla, il che mi fa pensar poco bene; ricordo bene che la road map ne prevedeva l’attivazione anni fa ma qui non si vede nulla di realmente operativo (lavoro in varie strutture, ognuna delle quali conserva, più o meno gelosamente, il suo sistema di gestione dati).
A quando la confluenza dei dati sanitari in un unico database liberamente, con tutta la dovuta attenzione alla privacy, fruibile dai sanitari che hanno responsabilità diagnostiche e terapeutiche ?
Mi vien da piangere al solo pensare alle centinaia di migliaia di pazienti visti all’ISPO il cui database potrebbe esser reso fruibile dai sanitari che fanno diagnostica, ed invece . . . . .
L’esperto dice che tante cose miglioreranno: a me par ovvio, più che ovvio! Il problema è: quando accadrà ? Quando, finalmente, succederà che il paziente entra nel mio studio (pubblico o privato, non importa), mi passa la tessera sanitaria elettronica, ed io magicamente so tutto e posso effettuare il mio lavoro con molta maggior accuratezza (chè il raccordo anamnestico è fondamentale, più accumulo esperienza e più me ne convinco) !
L’introduzione della cartella elettronica negli ospedali, che dovrebbe essere favorita dal decreto sulle liberalizzazioni, diminuisce molto i rischi per i pazienti. Lo afferma Tommaso Piazza, responsabile dell’Information Technology dell’Ismett, l’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione di Palermo.”Uno dei vantaggi principali e’ la riduzione degli errori di somministrazione dei farmaci – spiega l’esperto, il cui istituto e’ stato uno dei primi in Italia a introdurre la tecnologia in corsia – quando un medico fa una prescrizione questa viene registrata nella cartella, che verifica autonomamente la presenza di allergie o dosaggi sbagliati in relazione ad esempio al peso del paziente, oltre che la rispondenza a linee guida o altri criteri. Una volta superati i controlli gli armadi della farmacia, anch’essa informatizzata, rilasciano solo la quantita’ esatta del farmaco. Lo stesso vale per le altre prestazioni: uno studio recente ha dimostrato che una procedura su tre in ospedale viene duplicata, e questo e’ impossibile se tutto e’ registrato elettronicamente”.La sanita’ digitale fa anche risparmiare viaggi inutili ai pazienti: “Noi abbiamo iniziato un programma di home monitoring sui trapiantati di fegato – spiega Piazza – il paziente ha a casa dei semplici dispositivi per il monitoraggio di parametri come temperatura o pressione, i cui valori vengono aggiornati in tempo reale sulla cartella. I medici inoltre hanno sempre accesso ai dati, e possono controllarli dalla propria casa anche quando non sono in ospedale, dialogando con il paziente tramite videochat”.I costi per l’informatizzazione sono alti, ammette l’esperto, ma vengono ripagati: “E’ difficile quantificare il risparmio – conferma Piazza – l’investimento e’ importante, ma c’e’ un ritorno in termini di buone pratiche che ripaga dei soldi spesi”.L’adozione di queste pratiche potrebbe trovare qualche resistenza negli ospedali: “Le conoscenze per applicare la tecnologia su larga scala ci sarebbero – spiega Francesco Pinciroli, Ordinario di Bioingegneria al Politecnico di Milano – ma al momento non c’e’ l’accoglienza adatta negli ospedali per chi si occupa di queste cose, che anzi viene marginalizzato”.
DL 5/2012: Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo. C. 4940 Governo.
EMENDAMENTI APPROVATI
Art. 47-bis.
(Semplificazioni in materia di sanità digitale).
1. Nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, nei piani di Sanità nazionali e regionali si privilegia la gestione elettronica delle pratiche cliniche, attraverso l’utilizzo della cartella clinica elettronica, così come i sistemi di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture da parte dei cittadini con la finalità di ottenere vantaggi in termini di accessibilità e contenimento dei costi.
2. Senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con Decreto del Ministro della Salute si promuove l’utilizzo di dispositivi mobili nel settore sanitario i quali possono essere utilizzati per la raccolta di dati clinici, la diffusione di informazioni ai medici, ricercatori e pazienti e per l’offerta diretta di cure attraverso la telemedicina mobile.